Venerdì 1 dicembre 2023 – Riceviamo e pubblichiamo l’analisi dell’ing Antonio Grieco sulle potenzialità dell’agrovoltaico.
“Le fonti rinnovabili hanno, da sempre, accompagnato la vita dell’uomo: dalla legna da ardere ai mulini a vento, l’energia pulita è sempre stata al centro delle attività umane.
In epoca più recente, l’utilizzo delle fonti fossili come carbone, gas e petrolio, hanno consentito il grande sviluppo economico e tecnologico degli ultimi secoli, ma ad un prezzo molto alto per il nostro pianeta. Il progresso scientifico ha, tuttavia, messo a disposizione una serie di tecnologie in grado di fornire l’energia necessaria, alla vita moderna, senza, però, compromettere l’ecosistema.
La problematica dell’impatto ambientale ha assunto negli ultimi anni un peso crescente in tutti i settori produttivi, anche in quello agricolo, responsabile per circa il 10% delle emissioni di gas serra in tutta l’Unione Europea, ma gli imprenditori agricoli hanno fatto numerosi sforzi per intensificare il consumo e la produzione di energia rinnovabili. Nell’ultimo decennio, difatti, le emissioni nazionali di gas serra (CO2,CH4,N20) si sono complessivamente ridotte del 28%. Tra le soluzioni più innovative e sostenibili, attuate in campo agricolo, troviamo sicuramente l’impianto agrovoltaico, ovvero impianti fotovoltaici che consentono di preservare la continuità delle attività di coltivazione agricola e pastorale sul sito di installazione garantendo nel contempo, una buona produzione energetica da fonti rinnovabili. A tal riguardo, è stata anche prevista, nell’ambito del PNRR, una specifica misura, con l’obiettivo di sperimentare le modalità più avanzate di realizzazione di tale tipologia di impianti e monitorarne gli effetti.
Il tema è rilevante e va affrontato anche guardando al processo di individuazione delle cd. “aree idonee” all’installazione degli impianti a fonti rinnovabili, previsto dal D. Lvo n. 199 del 2021 e, dunque, ai diversi livelli possibili di realizzazione di impianti fotovoltaici in area agricola.
In tutti i casi, gli impianti agrovoltaici costituiscono possibili soluzioni virtuose e migliorative rispetto alle realizzazioni di impianti fotovoltaici standard.
Il primo documento elaborato dal Ministro per la Transizione Ecologica – Dipartimento energia, ha determinato le caratteristiche minime ed i requisiti che un impianto fotovoltaico dovrebbe possedere per definirlo agrovoltaico, sia per ciò che riguarda gli impianti più avanzati, che possono accedere agli incentivi PNRR, sia per ciò che concerne le alte tipologie di impianti agrovoltaici, che possono comunque garantire un’interazione più sostenibile tra produzione energetica e produzione agricola.
INQUADRAMENTO GENERALE. ENERGIA E AGRICOLTURA.
Ai fini di tali linee guida si applicano le definizioni di cui all’art. 2 del D.Lvo 199/2021.
a) IMPIANTO AGRIVOLTAICO (o agrovoltaico, o agro-fotovoltaico) che adotta soluzioni volte a preservare la continuità delle attività di coltivazione agricola o pastorale sul sito di installazione;
b) IMPIANTO AGROVOLTAICO AVANZATO: Impianto agrovoltaico che:
a. Adotta soluzioni integrative innovative con montaggio dei moduli elevati da terra anche con rotazione e tali da non compromettere la continuità delle attività di coltivazione agricola e pastorale con contestuale realizzazione di sistemi di monitoraggio per la verifica dell’impatto dell’installazione sulle colture, il risparmio idrico, la produttività agricola per le diverse tipologie di colture, la continuità delle attività delle aziende agricole interessate, il recupero della fertilità del suolo, il microclima, la resilienza ai cambiamenti climatici
c) SISTEMA AGROVOLTAICO AVANZATO: Sistema complesso composto delle opere necessarie per lo svolgimento di attività agricola in una data area e da un impianto agrovoltaico installato su quest’ultima che, integri attività agricola e produzione elettrica e che ha lo scopo di valorizzare il potenziale produttivo di entrambi i sottosistemi, garantendo, comunque la continuità delle attività agricole proprie dell’area.
PRODUTTIVITA’ AGRICOLA
Il principale indicatore economico per la definizione della produttività agricola può essere, in sintesi:
a. La redditività aziendale, data dal rapporto tra Reddito Netto e Unità di Lavoro o ettaro di Superficie Agricola Utilizzata che fornisce degli indici volti a misurare la redditività netta unitaria per occupato e per ettaro di superficie aziendale;
La produttività per ettaro di superficie coltivata varia con valori importanti tra Nord e Sud.
Maggiore entità dell’indicatore in Liguria ( € 11.654 ) Trentino (€ 9.070 ) e Alto Adige ( € 7.283 ).
Mentre valore più basso in assoluto viene registrato per la Regione Sardegna (€ 1.128 ).
Gli indici di produttività pertanto presentano una elevata variabilità relazionata ai caratteri strutturali e organizzativi della produzione e alla tipologia di specializzazione territoriale.
INCIDENZA DEI COSTI ENERGETICI NELLE AZIENDE AGRICOLE
Dalla Banca dati Rete Informatica Contabile Agricola (RICA) i costi di approvvigionamento energetico a carico delle aziende agricole rappresentano oltre il 20% dei costi variabili, con percentuali più elevate per alcuni settori produttivi quali ad es. gli erbivori e i granivori (circa 30%).
Pertanto investimenti dedicati all’efficientamento energetico e alla produzione di energia rinnovabile per l’autoconsumo si traducono in un abbattimento dei costi in grado di innalzare anche sensibilmente, la redditività agricola.
AZIENDE AGRICOLE ATTIVE NELLA PRODUZIONE DI ENERGIA DA FOTOLTAICO
Da un raffronto tra i valori medi degli indicatori economici (€/ha) rendono piuttosto evidente che le aziende agricole che al loro interno producono elettricità da fotovoltaico sono quelle maggiormente strutturate, capaci di raggiungere livelli di produttività elevato, in quanto la loro produzione è specializzata e spesso collegata alle attività zootecniche.
L’AUTOCONSUMO DI ENERGIA RINNOVABILE NELLE AZIENDE AGRICOLE
Gli investimenti da parte delle aziende agricole dedicate alla produzione di energia rinnovabile si traducono in un abbattimento dei costi operativi in grado di innalzare la redditività agricola e migliorare la competitività.
Pertanto l’autoconsumo dell’energia prodotta tramite l’agrovoltaico si configura come uno strumento di efficienza aziendale.
Tutto questo in perfetta sintonia con lo stesso PNRR che si pone l’obiettivo di rendere più competitivo il settore agricolo riducendo i costi di approvvigionamento energetico (20-30%) e nel contempo migliorando le prestazioni climatiche – ambientale.
Benefici del fotovoltaico combinato all’agricoltura
Anche se a prima vista può sembrare strano, l’ombra dei pannelli solari permette un uso più efficiente dell’acqua, oltre a proteggere le piante dagli agenti atmosferici estremi e dal sole nelle ore più calde. Recenti studi internazionali (Marrou et al., 2013) indicano che la sinergia tra fotovoltaico e agricoltura crea un microclima (temperatura e umidità) favorevole per la crescita delle piante che può migliorare le prestazioni di alcune colture.
Uno studio (“APV-RESOLA”) dei ricercatori del National Renewable Energy Laboratory (NREL), il laboratorio del Dipartimento dell’Energia degli Stati Uniti dedicato alla ricerca sulle energie rinnovabili, pubblicato alla fine del 2019, conferma questi dati. I risultati suggeriscono che la combinazione di agricoltura e pannelli fotovoltaici potrebbe avere effetti sinergici che supportano la produzione agricola, la regolazione del clima locale, la conservazione dell’acqua e la produzione di energia rinnovabile.
Pertanto i principali benefici evidenziati, connessi all’agrovoltaico, sono:
- Maggiore produzione di cibo
La produzione totale di peperoncino è stata tre volte maggiore. L’efficienza di utilizzo dell’acqua per il jalapeño è stata del 157% maggiore. Per il pomodoro ciliegino, l’efficienza di utilizzo dell’acqua è stata del 65% maggiore e la produzione totale di frutta raddoppiata nell’impianto agrovoltaico. - Risparmio idrico
Irrigando ogni due giorni, l’umidità del suolo rimaneva di circa il 15% maggiore nell’impianto agrovoltaico.
Durante l’irrigazione quotidiana, l’umidità del suolo nel sistema agrovoltaico è rimasta del 5% maggiore prima dell’irrigazione successiva. - Migliore produzione di energia rinnovabile
I tradizionali pannelli fotovoltaici montati a terra erano sostanzialmente più caldi durante il giorno rispetto a quelli con il sottobosco vegetale. I pannelli fotovoltaici agrovoltaici erano più freschi durante le ore diurne rispetto al sistema tradizionale di circa 9°C, consentendo prestazioni migliori. - Abbattimento dei costi operativi in grado di innalzare la redditività agricola e migliorare la competitività.
In definitiva, da tutto questo, ne deriva che l’agrovoltaico costituisce una buona pratica agricola, anche per tutti i benefici che ne derivano dalle coltivazioni, e sostanzialmente, l’installazione di pannelli solari al di sopra delle coltivazioni orto – frutticole, con le differenziazioni dipendenti dal tipo di coltura, e con il rispetto dei requisiti stabiliti dalle linee guida dello stesso Ministro della Transizione Ecologica, di concerto con CREA (Consiglio per la ricerca in agricoltura e l’analisi dell’economia agraria) GSE (Gestore dei servizi Enrgetici S.p.A.), ENEA (Agenzia nazionale per le Nuove Tecnologie, l’energia lo sviluppo economico sostenibile) ed RSE (Ricerca sul sistema energetico Sp.A.) costituisce OPERA DI MIGLIORAMENTO FONDIARIO tendente all’incremento della produttività per ettaro degli stessi terreni della Regione Basilicata ed i cui valori, ad oggi, sono notevolmente inferiori sia rispetto alle Regioni del Nord che all’interno delle stesse Regioni del Centro Sud.
AGROVOLTAICO E VINCOLISTICA nella Regione Basilicata
Partendo da un principio che la produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili è un’attività di interesse pubblico che contribuisce anch’essa non solo alla salvaguardia degli interessi ambientali ma, sia pure indirettamente, anche a quella dei valori paesaggistici” (Cons. Stato, Sez. IV, sent. 12 aprile 2021, n. 2983) e dalla affermazione, ribadita in tale sentenza, che le Regioni sono chiamate a esprimersi e a giudicare tenendo conto soprattutto dell’interesse pubblico (prevalente) alla realizzazione di impianti di energie rinnovabili, appare evidente che la vincolistica generata nella Regione Basilicata, ad iniziare dalla stessa L.R. 30 Dicembre 2015 n. 54, con le varie linee guida per il “corretto inserimento nel territorio degli impianti alimentati da fonti rinnovabili”, pur riferita essenzialmente ad impianti eolici e fotovoltaici tout court, e che, di fatto, non ha consentito e né consente lo sviluppo di energia sostenibile nell’intera regione, soprattutto nell’area Metapontina, risulta essere in netto contrasto con i principi generali stabiliti da tale sentenza del Consiglio di Stato e certamente, TALE VINCOLISTICA NON PUO’ ESSERE APPLICATA ALL’AGROVOLTAICO, in quanto l’impianto fotovoltaico “tout court” non può essere assimilato a quello agrovoltaico, differenti per tecnologie e migliorie utilizzate.
Appare evidente e senza alcun ulteriore commento, che al fine di consentire lo sviluppo della intera Regione Basilicata, sia in termini energetici che in termini agronomici, ed in perfetta sintonia con le Direttive Europee in materia ed anche in termini ambientali e paesaggistici, occorre ritenere l’ AGROVOLTAICO in grado di promuovere la decarbonizzazione del sistema energetico e al contempo di garantire la sostenibilità del settore agricolo e la redditività delle imprese, evidenziando, anche in termini vincolistici soprattutto di tipo paesaggistico, la notevole differenza tra impianto fotovoltaico “tout court,” ed impianto agrovoltaico, che dovrebbe essere certamente stralciato da tali vincoli, e nemmeno rientrante negli interventi di “lieve entità” soggetti ad autorizzazione semplificata, ma caratterizzato solo ed esclusivamente dalle caratteristiche ed i requisiti previsti dal documento del Giugno 2022, coordinato dal Ministero della transizione ecologica con il supporto di CREA, GSE, ENEA e RSE e che potrà consentire l’immediato utilizzo dei finanziamenti non appena il Bando Agrovoltaico verrà bandito, e l’utilizzo dei Fondi del PNRR in attuazione della Misura Missione 2, Componente 2, Investimento 1.1 “Sviluppo del sistema agrovoltaico” per circa 1,1 miliardi di euro.
Occorre, pertanto considerare, l’agrovoltaico, solamente ai fini di autorizzazioni ed altro, un elemento accessorio alla coltivazione agricola, quale può essere la struttura per la realizzazione di serre, impianto di salvaguardia dalla grandine o altre strutture a servizio, se pur di rilevantissima importanza e produttività, e, soprattutto di interesse pubblico, che non necessita di alcun tipo di autorizzazione paesaggistica, eliminando così l’equivoco generato nella Regione Basilicata di sottoporre l’impianto agrovoltaico alla normativa vincolistica di cui alla L.R. n. 54/2015 che, di fatto, soprattutto in tutta l’area metapontina, impedisce IN TOTO, l’accesso ai finanziamenti del PNRR e del Decreto del 3/4/2023 di concreta applicazione tra qualche giorno, così come confermato dal Ministro della Transizione ecologica nella 1^ Conferenza Energia ed Ambiente tenuta presso il Centro Ricerche Enea di Trisaia in data 21 e 22 Novembre c.a.
Dal punto di vista pratico occorre modificare la L.R. n. 54/2015, con tali chiarimenti e precisazioni, in modo tale che gli stessi Uffici Regionali possano, all’indomani di tali precisazioni, procedere, senza indugi ed ulteriore perdita di tempo ad eventuali autorizzazioni per i progetti già presentati e da presentare, e consentire a tutte le aziende agricole, soprattutto del Metapontino di poter aumentare la redditività aziendale e mettersi alla pari di tutte le altre aziende agricole in Europa e nel mondo, laddove tali sistemi sono già da tempo perfettamente integrati e, certamente, la Regione Basilicata non può permettersi di ostacolare tali processi, a discapito degli imprenditori agricoli del Metapontino, per una errata interpretazione della legislazione vigente, anche Nazionale con i vari Decreti emessi che, di fatto, stanno realizzando legislativamente, l’autostrada su cui inserire tali processi”.