Sabato 28 ottobre 2023 – “Nessuno degli ospedali lucani riesce a superare a pieni voti la valutazione di Agenas relativa alla qualità delle cure erogate ai pazienti, nessuna eccellenza e per trovare qualche reparto che supera anche di poco la sufficienza bisogna cercare col lanternino”.
E’ quanto dichiara, in una nota, il consigliere regionale di Basilicata Oltre Giovanni Vizziello, che così commenta le risultanze del Programma Nazionale Esiti relativo alla qualità dell’assistenza erogata negli ospedali italiani nel 2022 e che è stato presentato ieri a Roma dall’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali.
“Nonostante la ripresa dell’attività ospedaliera dopo il rallentamento determinato dalla pandemia -spiega Vizziello – l’assistenza ospedaliera in Basilicata stenta a risollevarsi dalla condizione di mediocrità in cui, purtroppo, versa da anni, prevalendo a tutt’oggi criticità che occorre superare al più presto attraverso un vero e proprio cambio di rotta che deve muovere dalla valorizzazione delle qualità dei tanti validi professionisti che operano nelle strutture regionali”.
“Ad esempio nell’area cardiovascolare il San Carlo di Potenza fa registrare buone performance rispetto all’indicatore bypass aorto-coronarico o alla riparazione dell’aneurisma dell’aorta” -sottolineaVizziello-“ segnali di speranza che devono essere colti sia dal management sanitario sia dal vertice politico dell’amministrazione per migliorare il livello qualitativo delle cure erogate”.
“Come giustamente sostengono i tecnici di Agenas,-ricorda Vizziello – spesso l’eccessiva frammentazione dell’offerta dei servizi sanitari finisce per incidere negativamente sui volumi delle attività e quindi sugli esiti delle cure in termini di qualità delle stesse”.
“Criticità queste che caratterizzano da anni il nostro sistema sanitario regionale e che dobbiamo metterci alle spalle -conclude Vizziello- attraverso una nuova programmazione dei servizi che faccia proprio il nesso esistente tra volumi ed esiti delle cure e che soprattutto non consideri gli strumenti di monitoraggio, come il Programma nazionale esiti, qualcosa da nascondere nel cassetto, bensì come uno strumento per capire perché in alcuni ospedali, come quelli lucani, le cose non vanno come dovrebbero andare”.