Venerdì 27 ottobre 2023 – Domani mattina, sabato 28 ottobre, Muro Lucano ricorda il Vescovo, mons. Antonio Rosario mennonna.
Alle 10 inaugurazione di una targa commemorativa nella casa dove abitò il Vescovo.
Alle 11,30 cerimonia di inaugurazione di un busto bronzeo ed intitolazione di un largo al prelato.
Sempre in mattinata, sarà intitolata una via al Generale Gerardo Zaccardo.
A commemorare mons Mennonna sarà il Cardinale Fernando FIloni, Gran Maestro dell’Ordine Equestre del Santo Seplocro di Gerusalemme.
Mons. Antonio Rosario Mennonna naque a Muro Lucano il 27 maggio del 1906. E’ morto il 6 dicembre 2009.
Entrato in seminario, è stato ordinato sacerdote il 12 agosto 1928. Ha conseguito la laurea in Teologia e la Laurea in Lettere Classiche.
Dopo aver insegnato nel seminario regionale di Potenza, è stato parroco della chiesa di San Marco a Muro Lucano e, dal 1962 al 1983, della dicoesi di Nardò.
E’ stato Padre conciliare, avendo partecipato al Concilio Vaticano II.
Nel 1983 è tornato nella sua terra lucana, dove, oltre alle funzioni sacerdotali, ha continuato i suoi studi ed ha ampliato la sua produzione editoriale.
Durante il settennio di episcopato a Muro Lucano ha svolto una pastorale mirante, da una parte, a consolidare le strutture religiose, sia attraverso lavori di restauro, come per la Cattedrale, il palazzo vescovile e il seminrio, sia attraverso edificazionidi chiese.
Dall’altra, a far pentrare capilalarmente la presenza della chiesa tramite la creazione di parrocchie con relative case canoniche, come quella dedicata a San Gerardo Maiella presso la località Ponte Giacoia.
Ha ordinato tre sacerdoti e, dopo qualche anno dalla sua traslazionetraslazione
nella diocesi di Nardò, ne sono stai ordinati ben sei, in precedenza avviati in seminari.
Non da meno ha rivolto la sua attenzione agli aspetti culturali e sociali, istituendo, tra l’altro, un collegio con annessa scuola elementare con trattamento gratuito per settantacinque ragazzi di famiglie bisognose o impossibilitate a far frequentare la scuola perchè in masserie sparse nelle montagne del territorio di Muro Lucano.
Anche nella diocesi di Nardò ha proseguito con spirito paterno di pastore.
Ha concretizzato il suo servizio con umiltà, con paterno zelo e con intensa attività pastorale.
Ha incentivato l’associazionismo.
Nell’ambito civile, pur fermo nella condanna dell’errore, ha dialogato con tutti, anche non credenti, rispettando le identità di ciascuno e suscitando attenzione, stima e amicizia personale..
Nel campo sociale è stato tra i promotori di cooperative di artigiani e di iniziative economiche, quali le Cantine Riunite del Salento.
Nel settore culturale è divenuto egli stesso interprete con divese pubblicazioni, chiamando a Nardò studiosi di fama internzionale come Gerhard Rohlfs, suo amico e grande estimatore, promuovendo sulla stessa città una ricaduta di immagine di spessore, così come, primo nel Salento, aprendo l’Archivio Vescovile agli studiosi e al Consiglio Nazionale di Ricerca (CNR), ha permesso pubblicazioni inerenti alla storia religiosa di Nardò e della Diocesi, tra le prime nell’Italia meridionale.
Presente con undici lettere pastorali, era consapevole del ruolo primario delle parrocchie: ne ha erette undici, di cui tredici in chiese erette durante il suo episcopato, curandone l’aspetto architettonico e artistico, contribuendo a salvaguardare il ricco patrimonio monumentale.
Ha proceduto, tra l’alro, al restauro della chiesa di San Domenico ed iniziato quello della chiesa dell’Incoronata a Nardò.