Sabato 23 settemmbre 2023 – Peggioramento della qualità del sistema sanitario regionale: nell’ultimo triennio i servizi sanitari pubblici nella Basilicata vengono percepiti come peggiorati rispetto al passato dal 74,5% degli intervistati. Per il 16,6% restano invariati. Pochissimi ritengono che siano migliorati (1,4%). La percentuale di coloro i quali non hanno risposto all’indagine è stata del 7,5%.
E’ quanto emerso dai dati di “Il diritto ad essere curati”, la campagna di ascolto sulla sanità lucana avviata ad aprile scorso dallo Spi Cgil Basilicata, presentati da Sabato Aliberti e Andrea Orio a Senise nella prima tappa della “Festa di LiberEtà”.
Nell’indagine sono state coinvolte 4.100 persone, ascoltate nei 118 comuni compresi nei nove Ambiti sociosanitari regionali.
La percentuale di chi si cura fuori regione si abbassa quando c’è una capacità economica per nucleo familiare al di sotto dei mille euro mensili (27,5 per cento), mentre è un po’ più alta (38,7 per cento) laddove ci sono più di quattromila euro mensili.
E la migrazione sanitaria è motivata dai consigli di un medico (30 per cento), dai tempi di attesa meno lunghi (25 per cento) e dalla percezione di una migliore organizzazione delle strutture sanitarie fuori regione (21,4 per cento).
Giudizi pessimi o insufficienti – altri dati che emergono dall’indagine – sulla lunghezza delle liste di attesa (87,9%).
Giudizi critici riguardano anche i sistemi di prenotazione e tiket (47,9%), le strutture ospedaliere (48,1), le procedure di accessibilità ai servizi (44,8%), il primo soccorso (43,7%), e i servizi ambulatoriali (43,4%).
L’indagine condotta dalla Cgil Spi ha consentito “di raccogliere dati e percezioni che rappresentano puntualmente il divario tra la domanda di salute di cittadini e comunità e l’offerta di servizi, drammaticamente inadeguata, del sistema sanitario regionale, colpito severamente da tagli, assenza di pianificazione e cattiva amministrazione”.
Sulla base di quanto emerso dall’indagine, quali le proposte?
“Investire fortemente nella sanità regionale per evitare il rischio di compromettere definitivamente il servizio pubblico a vantaggio della sanità privata, cosa che creerebbe per molti cittadini, soprattutto più anziani ed appartenenti a fasce deboli, difficoltà economiche crescenti per accedere alle cure e alla prevenzione.
Favorire una programmazione partecipata e condivisa. Fondamentale è l’ascolto e il confronto con le amministrazioni locali, il mondo del volontariato, le organizzazioni sindacali e il mondo delle imprse, responabilizzando tutti gli attori.
Prioritario deve essere l’investimento sulla medicina territoriale.
Vanno salvaguardati gli interventi del PNRR: ammodernamento delle strutture.
La programmazione deve riguardare anche l’adeguamento delle dotazioni organiche.
“
Le prossime tappe della Festa di LiberEtà si terranno il 28 settembre a Matera e il 5 ottobre a Potenza, con la partecipazione del segretario generale dello Spi Cgil nazionale Ivan Predetti.