Martedì 19 settembre 2023 – Alta l’adesione allo sciopero che ieri Cgil, Cisl Uil, Fismic e Uglm hanno indetto per denunciare ancora una volta i problemi che investono il settore dell’automotive, in articolare, il futuro dello stabilimento Stellantis di Melfi.
Lo sciopero – precisano in una nota Uil e Uilm – è stato dichiarato in seguito alle mancate risposte di Stellantis sui cinque modelli da produrre a Melfi e sulla mancata risposta della Regione Basilicata alla richiesta sindacale di convocare un tavolo per l’automotive indispensabile a salvaguardare le innumerevoli aziende dell’indotto.
Il tavolo convocato dal Ministro Urso, – denunciano – anziché aiutarci a chiarire il destino dell’area industriale di Melfi, incredibilmente si sta rivelando di impedimento.
A Melfi non c’è più tempo, bisogna rimettere al centro il buon lavoro fatto finora delle Organizzazioni Sindacali.
Inoltre la Regione Basilicata, che ha annunciato più volte di avere interlocuzioni con Stellantis, non può sottacere alle innumerevoli richieste di incontro ma deve convocare immediatamente un tavolo affinché si possa definire un Patto per Melfi.
Continueremo a lottare e a chiedere accordi che – conclude la nota – definiscano in modo chiaro il futuro dello stabilimento Stellantis di Melfi, dell’indotto e della logistica, per la salvaguardia del lavoro e dei lavoratori”.
«L’ampia adesione allo sciopero odierno testimonia l’urgenza di fare chiarezza sui futuri obiettivi produttivi di Stellantis per il plant di Melfi e a cascata per l’indotto e le aziende della logistica.
Le interlocuzioni al tavolo nazionale per il futuro del comparto automotive – denunciano Fim e Cisl – hanno ancora prodotto la risposta auspicata dalle forze sindacali sulla programmazione produttiva dei futuri cinque modelli elettrici che Stellantis intende produrre a Melfi, così come manca ancora un quadro chiaro e circostanziato sul fabbisogno occupazionale previsto, sia nella fase di avvio e salita delle nuove produzioni, sia nella fase a regime.
Una transizione di tale portata non può essere governata alla giornata, senza obiettivi e un programma ben definitivi. È venuto il momento di definire una roadmap chiara e un percorso definito che offra certezze e garanzie ai lavoratori e alle loro famiglie. Un obiettivo che da oggi intendiamo perseguire con ancora maggiore determinazione.
Per questo nel documento che abbiamo condiviso unitariamente al termine del presidio di questa mattina, sollecitiamo un’assunzione collettiva di responsabilità a Stellantis, Governo e Regione Basilicata e auspichiamo la convocazione urgente del tavolo permanente con l’obiettivo di pervenire ad un accordo congiunto con i sindacati in grado di restituire serenità e fiducia nel futuro a migliaia di lavoratori e alle rispettive famiglie».
“Questo sciopero ( L’adesione è stata dell’80%in Stellantis, con il blocco della produzione, e del 90% nell’indotto, con punte del 100% su tutti i turni di lavoro) è in continuità con gli scioperi sulle linee di montaggio della fabbrica Stellantis, al quale i lavoratori hanno aderito per rivendicare il miglioramento della condizione di lavoro, salute e sicurezza.
L’azienda deve definire un incontro con le organizzazioni sindacali perché è necessario che si affronti il tema delle condizioni di lavoro”.
Lo dichiarano Giorgia Calamita, segretaria Fiom Cgil Basilicata, e Fernando Mega, segretario regionale della Cgil.
“L’efficienza non si fa sulla vita dei lavoratori. La situazione è diventata insostenibile. I carichi di lavoro sono massacranti a causa delle modifiche agli impianti che non garantisco le giuste condizioni di tutela della salute e della sicurezza. Si riducono i lavoratori sulle linee ma allo stesso tempo sono 1200 gli incentivi all’esodo e 1300 le trasferte.
Chiediamo migliori condizioni di lavoro, un piano concreto produttivo e occupazionale per Stellantis, indotto e logistica.
Riteniamo che a fronte di questo grande risultato dello sciopero l’azienda Stellantis dovrà aprire un confronto con il sindacato dentro lo stabilimento, coinvolgendo i delegati e la segreteria, affinché si migliorino i carichi di lavoro e renda noto il piano industriale, ridando centralità al lavoro e a tutta l’area industriale di Melfi, e con il Governo per il futuro del settore automotive.
Oggi ci vuole coerenza, ce lo chiedono i lavoratori. Per questo motivo la vertenza va affrontata unendo i lavoratori, chiedendo un confronto con le istituzioni regionali e nazionali.
Dopo lo sciopero di oggi – precisano Calamita e Mega -.abbiamo deciso di fare partire una richiesta di incontro alla Regione Basilicata unitariamente alle altre organizzazioni sindacali, perché l’impatto per il ridimensionamento dell’area industriale di Melfi sull’economia regionale è un problema serio non solo per i lavoratori di Stellantis ma per tutta la regione.
La Regione Basilicata dovrà essere in grado di coinvolgere il governo e Stellantis affinché venga realizzato un accordo per tutto il settore automotive e realizzare un progetto con investimenti perché bisogna governare la transizione energetica, ecologica e digitale che dovrà necessariamente recuperare i ritardi sulla ricerca e sull’innovazione tecnologica del sistema delle imprese che oggi pagano i lavoratori in termini di riduzione del salario, precarietà occupazionale e di condizioni di lavoro”.
“L’Italia ormai ha perso autorevolezza diventando l’anello debole del settore Automotive in Europa. Il nostro Paese non ha più una casa automobilistica di sua proprietà e si trova, così, in una situazione di svantaggio rispetto Francia e Germania. Per questo motivo è prioritario difendere la componentistica.”, dichiara il segretario Regionale della Confsal Gerardo de Grazia.
“ Oggi – prosegue il segretario de Grazia – bisogna essere chiari perché siamo arrivati all’insostenibilità. Per dare un futuro serio e stabile al settore Automotive in Italia c’è bisogno di un accordo con il Governo francese. Tutto il resto serve a prendere tempo e a sopravvivere.”
Dello stesso parere il segretario della Fismic-Confsal Basilicata Pasquale Capocasale, che dichiara: “Il quinto modello è indispensabile per la sopravvivenza dell’indotto, ma c’è bisogno, qui ed ora, nell’immediato, dell’accordo tra Regione, Governo e Stellantis. Melfi non può aspettare ulteriormente dei tempi governativi che poco si confanno con la celerità e le impellenze della vita lavorativa, in particolare quella del mondo metalmeccanico.
Il sito di Melfi e i lavoratori meritano azioni immediate e certezze repentine, non altre tempistiche lunghe e risultati nebulosi. Il sindacato deve ricevere risposte dalle altre Parti in causa ed essere coinvolto il più possibile, cosicché la voce dei lavoratori sia ascoltata e i loro diritti rispettati.”