Domenica 3 settembre 2023 – A distanza di pochi giorni, un altro tentativo di suicidio nel carcere di Potenza da parte di un detenuto.
Si tratta di un nigeriano di 25 anni, in attesa di primo giudizio che, dopo un litigio con un compagno di cella, ha tentato d’impiccarsi con un lenzuolo strappato ed annodato.
Il gesto motivato probabilmente da un momento di sconforto e d’instabilità psicologica.
La notizia viene data dal Segretario Regionale della Basilicata del S.A.P.Pe. – Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria – Saverio Brienza, che non smette mai di esprimere il plauso a donne e uomini della Polizia Penitenziaria che, nonostante le difficili condizioni di lavoro e la grave carenza di risorse, riescono ad evitare tragedie nelle carceri.
Ieri sera – precisa Brienza – grazie all’Ispettore Marco Lombardo, al Sovrintendente Peppino Garramone e l’Assistente Capo Coordinatore Matteo Messuti, sventato il tentativo di suicidio di F.T., comprendendo in tempo le intenzioni del detenuto, il quale allo stato è sorvegliato a vista in una apposita sezione del Carcere potentino.
I suicidi nelle carceri – prosegue Brienza – sono un fenomeno sempre più in crescita, spesso dovuti a molteplici fattori del sistema penitenziario italiano, generati da criticità che potrebbero trovare soluzioni attraverso riforme e interventi che richiedono un impegno concreto della politica e dell’Amministrazione Penitenziaria.
Nonostante la difficoltà gestionale senza precedenti, la Polizia Penitenziaria impedisce che simili episodi, anche di particolare gravità, si verifichino.
Solo grazie all’impegno incondizionato degli operatori penitenziari che operano negli Istituti, in particolar modo del Corpo di Polizia Penitenziaria, così come ieri sera – conclude Saverio Brienza – e l’elevato senso del dovere dei tre poliziotti penitenziari, è stato scongiurato l’intento suicidario e hanno permesso che la lista dei decessi per suicidio in carcere aumentasse ulteriormente.
“Non si sanno le ragioni dell’insano gesto dell’uomo. In ogni caso, il dato certo è che la scelta di togliersi la vita è originata da uno stato psicologico di disagio.
E’ un dato oggettivo che chi è finito nelle maglie della devianza spesse volte è portatore di problematiche personali sociali e familiari”, afferma il Segretario Generale del Sappe Donato Capece.
“L’ennesimo tentato suicidio di una persona detenuta, sventato in tempo dalla professionalità ed attenzione dei poliziotti di Potenza, dimostra – ribadisce Capece – come i problemi sociali e umani permangono nei penitenziari, al di là del calo delle presenze.
Si consideri che negli ultimi 20 anni le donne e gli uomini della Polizia Penitenziaria hanno sventato, nelle carceri del Paese, più di 23mila tentati suicidi ed impedito che quasi 175mila atti di autolesionismo potessero avere nefaste conseguenze”.
Il suicidio di un detenuto rappresenta un forte agente stressogeno per il personale di polizia e per gli altri detenuti”, conclude il Segretario Generale del Sappe Donato Capece, che chiede al Capo dell’Amministrazione Penitenziaria, Giovanni Russo, “interventi concreti per risolvere le criticità delle carceri lucane, che hanno bisogno di fatti concreti”.