Martedì 8 agosto 2023 – Bisogna viverla per comprendere il significato e soprattutto il messaggio educativo che da essa deriva.
Ci riferiamo all’esperienza che trecento scout, provenienti da reparti di tutta Italia, hanno vissuto al Brownsea Park di Villavallelonga, nel cuore del Parco Nazionale dell’Abruzzo, Lazio e Molise, una struttura che è diventata ormai da anni punto di riferimento per associazioni italiane e straniere.
La vogliamo raccontare attraverso le testimonianze dei protagonisti, dei componenti dello staff di direzione del campo, dei ragazzi.
Vogliamo raccontare un mondo di avventura, di voglia di mettersi in gioco, di sognare. Un mondo nel quale i partecipanti al campo si sono calati sin dal loro arrivo alla base.
E’ stato un crescendo di attività: campismo, laboratori di topografia, orientamento, hebertismo, missioni per scoprire i luoghi nei quali si trovavano; bivacchi intorno al fuoco durante i quali si è cantato, danzato.
Un campo nel quale si è fatto amicizia con chi fino a ieri non si conosceva. Si è pregato insieme.
Lo scoutismo è tutto questo come ha voluto il suo fondatore Baden Powell. E gli organizzatori del campo, ben consapevoli, lo hanno fatto vivere intensamente ai partecipanti.
Entriamo a Brownsea Park. Ci accoglie Ilaria Tatangelo, componente dello staff di campo.
Intenso il programma del campo con tutta una serie di attività tipicamente scout che hanno consentito ai partecipanti di verificare, fra l’altro, le proprie competenze.
Quella, ad esempio, di saper cucinare, preparare piatti prelibati nel rispetto delle tradizioni della regione di provenienza.
Siamo andati a curiosare.
In tema di cucina, vediamo cosa accade alla base scout Brownsea Park: una festa tutta particolare…. per i palati più esigenti!
Per la buona riuscita del campo ci sono componenti dello staff che scout e capi hanno imparato a conoscere giorno dopo giorno: il dr. Carmine Incollingo, e Lino Porretta, rispettivamente responsabili dell’infermeria e della cucina del campo.
Ci si può emozionare durante un campo scout? Certo. Lo si può fare, ad esempio, durante la cerimonia di chiusura nel corso della quale, con una coreografia studiata nei minimi particolari, è stato trovato il tesoro dei Templari, filo conduttore di tutto il campo.
Vediamola.
Le voci erano di Ivano Tatangelo, responsabile della base scout Brownsea Park, e del capo campo, Lino Robbe.
Ma per concludere, una domanda: cosa rimane ai ragazzi dopo questa bella avventura che hanno vissuto?
Lo abbiamo chiesto a Maura Favullo, vice capo campo.
Il campo si è concluso. Si rientra a casa certamente con tanti ricordi, con qualche lacrimuccia perchè lasciarsi dopo giorni vissuti insieme non è facile. Si torna soprattutto con la consapevolezza di aver aggiunto un altro tassello a quel mosaico esistenziale che anche lo scoutismo aiuta a comporre. Auguri ragazzi e grazie a chi vi ha fatto vivere questa bella esperienza.