Giovedì 20 luglio 2023 – Paolo Emilio Stasi, Presidente del Circolo culturale “La Scaletta” (foto di copertina), con una nota che pubblichiamo di seguito, pone una serie di questioni sulle quali sollecita una risposta e, ancor più, scelte politiche al Governo regionale.
Cosa dice Stasi?
“In Basilicata c’è una questione Matera. Dalla sanità, alle strade, per finire alla spoliazione di quelle poche istituzioni regionali insediate nella città e che hanno finito per prendere la Basentana in direzione Nord.
E’ una questione cruciale che va affrontata e discussa perché rischia di mandare in pezzi definitivamente l’unità della Basilicata.
Anche il Circolo La Scaletta era tra le associazioni promotrici della manifestazione in difesa della Biblioteca Provinciale di Matera. Ci fosse stato modo ed occasione di intervenire in quella giornata, il Circolo avrebbe dichiarato di non essere assolutamente sorpreso delle difficoltà che vive la Biblioteca Provinciale, di cui è addirittura minata la sopravvivenza. Nessuna sorpresa perché ormai è evidente che è in campo un’azione che mira non solo a far dimenticare il traguardo raggiunto da Matera nel 2019 ma addirittura di cancellarlo e rimuoverlo dall’immaginario collettivo.
Una sorte che hanno già vissuto i Sassi dopo lo spopolamento, anche se per diverse motivazioni.
Nei programmi elettorali ed amministrativi di tutti gli Enti presenti in Regione si è sempre ribadito che il 2019 non era il traguardo bensì il punto di partenza per attivare ulteriori e più incisive azioni che affermassero e consolidassero il ruolo di Matera capitale di cultura e che i benefici di sviluppo ed occupazione si spalmassero sull’intero territorio regionale. Benefici, questi ultimi, che si erano registrati concretamente già nel 2019. E’ evidente che perché ciò si attivasse era necessario un’azione congiunta, coordinata e programmatrice di tutti gli Enti decisori regionali. Regione Basilicata evidentemente Dominus!
Sappiamo tutti della tragedia che il Covid ha prodotto ma proprio in quel periodo, sarà un caso, si sono consumate azioni in linea con il disegno di rimozione di cui si è accennato. Già in un precedente comunicato chiedevamo alla Regione le motivazioni di alcune scelte apparentemente incongruenti con il ruolo assegnato che Matera si era conquistata.
Si chiedeva, ricordiamo, come mai l’Ufficio Cultura della Regione, la Lucana Film Commission, l’APT, tutti organismi attestati, con atti deliberativi, nella città di Matera fossero stati trasferiti a Potenza o nella migliore delle ipotesi che le sedi operative fossero sempre a Potenza.
La Biblioteca Provinciale, il presidio più importante dal punto di vista storico- culturale è, per ora, l’ultimo ad essere interessato.
Il trasferimento, purtroppo, non ha significato comunque operatività, salvo qualche caso, perché alcuni organismi sono stati, di fatto, “neutralizzati” con ritardo nella nomina degli amministratori e soprattutto, come per la Biblioteca, non dotandoli delle risorse necessarie per il buon funzionamento.
E’ il caso della Fondazione Matera Basilicata 2019 e Lucana Film Commission. Quest’ultima nonostante il fermo operativo da oltre due anni ultimamente è stata “arricchita” di una ulteriore disciplina il “Game” ma non arricchita di ulteriori risorse, che continuano, sembra, a non esserci come non sembra esserci più il direttore in considerazione del prestigioso incarico da poco conferitogli dai vertici Rai.
E sempre in tema di filiera culturale che doveva realizzarsi, per l’ambizioso progetto che tutti si erano prefissati di attuare, occorre evidenziare come fino ad ora non si abbiano più notizie del Centro Sperimentale di Cinematografia e dell’Academy.
Per questi ultimi organismi non si è proceduto con la neutralizzazione ma con armi di distrazione di massa promuovendo, con l’appoggio pubblico o meno, organismi alternativi che stranamente mutuano i titoli.
E’ accaduto per l’academy innovazione Basilicata ed ultimamente con il centro sperimentale delle arti mediterranee. Entrambi gli organismi istituiti a Potenza con il supporto anche finanziario della Regione Basilicata, almeno per quanto riguarda il centro sperimentale delle arti mediterranee. E’ evidente che per quanto riguarda l’istituzione del Centro Sperimentale di Cinematografia non è assolutamente estraneo il Comune di Matera ed è ormai tempo che faccia chiarezza dichiarando apertamente se ci sono ancora le condizioni e se c’è la volontà di ospitare una sede.
Il silenzio del Comune di Matera sull’operazione che si è realizzata a Potenza inquieta. Probabilmente non si è compreso che per il funzionamento del Centro sperimentale delle arti mediterranee (Cesam) non è improbabile, ci si augura non sia così, che le risorse provengano da quelle stanziate per il CSC.
Ultimo ma non ultimo il problema dell’Università di Basilicata. Si parla di ridimensionamento generale ancora più penalizzante per il polo di Matera. Si ritiene che già così ci siano gli elementi per una riflessione.
A questo punto è inevitabile chiedere non solo alla Giunta ma all’intero Consiglio Regionale un chiarimento su quale sia il nuovo progetto culturale per questa Regione e quale ruolo debba assumere la Città Capitale Europea della Cultura 2019.
Negli ultimi anni sono stati trasferiti nel capoluogo di Regione importanti uffici ed enti pubblici. Una concentrazione di servizi che hanno in qualche modo accentuato il grave fenomeno di spopolamento e disoccupazione che affligge quasi la totalità dei comuni della Basilicata, Nonostante la concentrazione dei servizi, i dati sullo spopolamento di Potenza sono impietosi per cui o si comprende che occorre una visione programmatica comune e condivisa per il bene delle future generazioni oppure questa Regione è perduta.
Si auspica che l’intero consiglio regionale, maggioranza ed opposizione, prenda atto della grave situazione ed operi in una logica unitaria ma se dovesse ancora prevalere il principio dell’appartenenza e del braccio di ferro forse è tempo, considerata la inspiegabile “neutralità” a fronte di scelte penalizzanti, che i consiglieri regionali (di maggioranza e di opposizione) del territorio facciano, al minimo, il loro dovere”.