Mercoledì 19 luglio 2023 – Con Caronte che non accenna a lasciare l’italia e con il termometro che ormai da giorni supera in molti casi i 40 gradi, i sindacati pongono il problema della tutela dei lavoratori nelle aziende.
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Lo fanno la Fiom Cgil e la Filcams Cgil, Rsa/Rls Stellantis con riferimento alla situazione interna allo stabilimento Stellantis di San Nicola di Melfi.
“Il microclima all’interno dello stabilimento Stellantis di Melfi è un problema serio per la salute e sicurezza delle lavoratrici e dei lavoratori. Nonostante alcuni interventi dell’azienda effettuati in seguito alle nostre segnalazioni e denunce agli enti esterni, nello stabilimento le temperature sono troppo alte, in particolar modo nella verniciatura, lastratura e plastica.
La Fiom Cgil, unitamente ai delegati e agli Rls, ha effettuato diverse segnalazioni sulla sicurezza e i rischi sulla salute a causa delle alte temperature che si registrano dentro lo stabilimento di Melfi che, in aggiunta ai ritmi di lavoro, rendono le condizioni di lavoro non sostenibili.
Ribadiamo – sostengono i responsabili sindacali – che i diritti non possono essere considerati dei costi, l’azienda non può pensare fare efficientamento peggiorando le condizioni di salute e sicurezza: il raffrescamento è necessario perché si possa lavorare in modo dignitoso.
Anche i delegati della Iscot, che si occupa della pulizia dello stabilimento, rappresentati dalla Filcams Cgil, hanno effettuato un serie di segnalazioni all’azienda circa le alte temperature sui luoghi di lavoro, ma non vi è stato alcun ritorno e nessuna risposta concreta.
Pertanto alla luce di una situazione così critica e pericolosa per la salute delle lavoratrici e dei lavoratori, la Fiom Cgil unitamente alla Filcams Cgil, chiederanno un incontro all’azienda per definire interventi e soluzioni che possano dare le giuste garanzie sulla salute e rendere l’ambiente di lavoro sicuro.
Chiediamo – si precisa ancora – l’installazione di termometri all’interno delle unità produttive per consentire la verifica della corretta temperatura prevista dal testo unico sulla sicurezza. Chiediamo anche che in azienda ci sia la possibilità che gli operai possano bere senza essere costretti a comprarsi l’ acqua. L’azienda ha l’obbligo di fornire l’ acqua così come avveniva con i beverini dislocati in più parti nelle unità produttive”.
La UIL lo sostiene da giorni e l’Inps conferma: con temperature oltre 35° ok a Cig
Un’iniziativa viene dalla Uil per tenere sotto osservazione le situazioni di pericolo sui luoghi di lavoro che – sottolineano i responsabili sindacali – sono enormi; pertanto, “invitiamo tutti gli attori della prevenzione ad attivarsi per ridurre al minimo il rischio di danni alla salute, ed anche ovviamente per evitare gli eventuali infortuni collegati. Una azione decisiva può e deve svolgerla il Sindacato, attraverso tutte le sue articolazioni. Assumono un ruolo fondamentale i RLS, RLST e RLS di Sito Produttivo.
Devono essere attivate – è l’invito della Uil – tutte le procedure necessarie affinché venga ridotto il rischio calore, come ad esempio: coinvolgere gli RSPP e responsabilizzarli sui rischi da ondate di calore; azioni mirate di informazione e formazione per tutte le persone lavoratrici; modifiche della Organizzazione del Lavoro; interruzione delle attività durante le ore più calde riprogrammando l’attività stessa ove possibile in altri orari; cambi mansione e riduzione delle esposizioni al calore; utilizzo di DPI adeguati; messa a disposizione di acqua e liquidi per reintegrare i minerali e le vitamine; accorgimenti comportamentali come la ricerca di zone d’ombra o brevi pause di riposo.
Ove non fosse possibile lavorare anche con le modalità organizzative sopra descritte la Uil ricorda che esistono degli strumenti di tutela che permettono alle imprese di utilizzare integrazioni salariali ordinarie (CIGO) e ridurre o sospendere l’attività lavorativa, per la tutela della salute e sicurezza dei lavoratori e delle lavoratrici.
L’Azienda può utilizzare la CIGO con causale “eventi meteo” anche per cause legate alle temperature elevate, che superino i 35° effettivi o percepiti. Queste sono solo alcune delle possibilità che, come Sindacato, possiamo mettere in atto per salvaguardare la salute e la sicurezza di tutte le persone lavoratrici.
Ricordiamo – evidenzia la Uil – che in data 13 luglio 2023 l’INAIL ha emanato una comunicazione interna sul tema, indirizzata agli Ispettorati interregionali e territoriali del lavoro”.