Martedì 27 giugno 2023 – Resi noti i dati di Bankitalia sull’economia della Basilicata nel 2022.
Un’economia che ha continuato a crescere ma con un’intensità sensibilmente inferiore rispetto all’anno precedente.
Vediamo nei dettagli.
Secondo le stime dell’indicatore trimestrale dell’economia regionale (ITER) sviluppato dalla Banca
d’Italia, nel 2022 l’attività economica è aumentata del 3,0 per cento a prezzi costanti, in misura più contenuta rispetto al Mezzogiorno e all’Italia (rispettivamente 3,4 e 3,7 per cento).
La crescita ha rallentato soprattutto nella seconda parte dell’anno, risentendo dell’aumento dei prezzi dei prodotti energetici e delle altre materie prime, derivante anche dal conflitto russo-ucraino.
Alla fine del 2022 il prodotto risultava in regione superiore dello 0,3 per cento rispetto al 2019,
ultimo anno prima della pandemia (1,0 in Italia).
Le imprese. – Nel 2022 al rallentamento dell’attività ha contribuito soprattutto la contrazione
dell’industria in senso stretto. Nel manifatturiero i dati dell’indagine della Banca d’Italia mostrano un calo del fatturato, dovuto soprattutto al comparto automobilistico, che ha continuato a risentire delle difficoltà di approvvigionamento di alcuni input produttivi, attenuatesi solo nei mesi più recenti. L’andamento del comparto ha indebolito quello delle esportazioni, sulle quali hanno invece inciso
positivamente le vendite dell’alimentare. Il settore estrattivo ha beneficiato del forte aumento delle quotazioni degli idrocarburi, pur in presenza di un calo della produzione.
Nei prossimi mesi l’andamento degli investimenti, risultato debole nel 2022, potrebbe risentire anche del rallentamento del quadro congiunturale e del maggior costo del credito.
Nel medio termine l’accumulazione di capitale in alcune aree industriali potrebbe essere sostenuta dalle misure di agevolazione e di semplificazione normativa previste dall’istituzione delle Zone economiche speciali.
Nel 2022 il settore delle costruzioni è cresciuto significativamente, sebbene in misura meno intensa rispetto all’anno precedente. La dinamica ha beneficiato del buon andamento del comparto dell’edilizia privata, derivante anche dalle agevolazioni fiscali per la riqualificazione degli edifici.
La crescita è proseguita pure nel settore terziario, sostenuto dal rafforzamento della domanda turistica: le presenze in regione sono rimaste tuttavia su un livello inferiore a quello pre-pandemico.
L’agricoltura ha registrato invece una dinamica nel complesso negativa, sulla quale ha influito anche la forte instabilità dei mercati internazionali delle materie prime agricole e la crescita dei costi dei fattori produttivi.
L’aumento dei costi di produzione ha inciso in misura contenuta sulla redditività e sulla solvibilità finanziaria delle imprese lucane, che hanno trasferito sui prezzi di vendita una parte consistente dei rincari degli input. In presenza di ampie riserve di liquidità, la dinamica del credito ha continuato a indebolirsi nel corso del 2022 in tutti i principali settori produttivi, risentendo anche dell’incremento del costo dei finanziamenti, dovuto al mutato orientamento della politica monetaria.
Il mercato del lavoro – Dopo la forte ripresa dell’anno precedente, più intensa rispetto al Mezzogiorno e all’Italia, nel 2022 il mercato del lavoro lucano ha ristagnato, a fronte della crescita nelle aree di confronto.
Tra i lavoratori alle dipendenze il saldo tra assunzioni e cessazioni è risultato sostanzialmente nullo; la creazione di posti di lavoro è stata sostenuta dalle posizioni a tempo indeterminato, sospinte dalla stabilizzazione di molti rapporti a termine attivati nel 2021. A livello settoriale l’occupazione è salita, in particolare, nelle costruzioni. In questo comparto la domanda di lavoro potrebbe ricevere un ulteriore forte impulso dagli interventi previsti nell’ambito del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR).
L’offerta di lavoro si è ridotta rispetto all’anno precedente, anche a causa dell’ulteriore flessione della popolazione in età lavorativa; la partecipazione al mercato del lavoro rimane particolarmente bassa per le donne e per i giovani.
Le famiglie – Nel 2022 il reddito delle famiglie lucane ha continuato a crescere in termini nominali, ma il potere d’acquisto è diminuito a causa della concomitante forte crescita dell’inflazione, che ha anche frenato la ripresa dei consumi in atto dallo scorso anno. Gli effetti dei rincari dei beni energetici sono stati in parte mitigati dai provvedimenti adottati dal Governo e da quelli finanziati dall’Amministrazione regionale con le risorse delle compensazioni ambientali per le attività estrattive.
Nei primi mesi di quest’anno la dinamica dei prezzi al consumo ha rallentato, sebbene l’inflazione continui a risultare elevata nel confronto storico.
I prestiti alle famiglie hanno continuato a crescere, con riferimento sia al credito al consumo sia ai finanziamenti per l’acquisto delle abitazioni; dall’ultimo trimestre del 2022 le nuove erogazioni di mutui hanno cominciato a contrarsi, riflettendo l’indebolimento della dinamica delle compravendite immobiliari e l’aumento dei tassi di interesse. L’elevata incidenza delle consistenze di prestiti a tasso fisso contribuisce a contenere l’esposizione al rischio di un aumento dell’ammontare delle rate.
Il mercato del credito – Nel 2022 i finanziamenti all’economia lucana hanno rallentato. La qualità del credito resta su livelli nel complesso soddisfacenti, anche se sono emersi segnali di peggioramento, dovuti soprattutto ad alcune posizioni debitorie nel comparto delle costruzioni. In prospettiva il deterioramento del quadro economico e la maggiore onerosità del debito potrebbero indebolire la capacità di rimborso dei prestiti.
I depositi di imprese e famiglie hanno continuato a crescere in misura analoga al 2021, mentre il valore dei titoli a custodia si è ridotto, per effetto del calo del valore delle quote di fondi comuni e delle azioni.
La finanza pubblica decentrata – Nel 2022 la spesa primaria degli enti territoriali lucani è aumentata rispetto all’anno precedente.
L’incremento è attribuibile soprattutto alla spesa per acquisti di beni e servizi, sospinta anche dai rincari dei prodotti energetici; sono cresciuti, in minor misura, pure i trasferimenti a imprese e
famiglie e la spesa per il personale.
Gli investimenti pubblici sono rimasti sostanzialmente stabili, ma beneficeranno nei prossimi anni dell’utilizzo delle risorse del PNRR. Con riferimento a questi fondi, in Basilicata a maggio 2023 risultavano assegnati a soggetti attuatori pubblici 1,6 miliardi di euro, un valore che a livello pro capite è superiore alla media dell’Italia. Alle risorse del Piano si affiancano quelle delle politiche di coesione, che per il nuovo ciclo di programmazione 2021-27 ammontano a poco meno di un
miliardo di euro.