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Letto Violenza sugli operatori sanitari | Ne hanno discusso psicologi ed infermieri
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Violenza sugli operatori sanitari | Ne hanno discusso psicologi ed infermieri

USB - Ufficio Stampa Basilicata 12 Giugno 2023
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Lunedì 12 giugno 2023 – L’Ordine degli Psicologi di Basilicata ha ospitato un importante evento Ecm sul tema “Atti di violenza sugli operatori sanitari: riconoscere e prevenire i fenomeni di violenza e le molestie. Analisi del fenomeno e strategie per non esserne bersaglio”, promosso in collaborazione con l’Ordine Professioni Infermieristiche (Opi) provinciale di Potenza.

Un momento di confronto di rilievo, che – si precisa in una nota – ha visto riunirsi intorno al tavolo di lavoro interlocutori e professioni trasversali, e che è stato diviso in due fasi: la prima, con i saluti istituzionali e gli interventi scientifici, a cura della dr.ssa Luisa Langone, presidente dell’Ordine degli Psicologi lucano e della dr.ssa Serafina Robertucci, presidente dell’Opi provinciale, e le relazioni della dr.ssa P. M. Rosco, consigliere dell’Opi, sui dati epidemiologici e sull’analisi delle cause e della dr.ssa S. Poerio, consigliere dell’Opi, sulle iniziative di protezione e prevenzione del fenomeno, con l’illustrazione delle direttive ministeriali.

Nella seconda fase , è intervenuta la dr.ssa A. Magno, psicologa e psicoterapeuta, sulle strategie di prevenzione e contrasto della violenza sui sanitari, cui ha fatto seguito una esercitazione pratica, in applicazione della metodologia Bpl, e gli approfondimenti a cura del dr. Ciavarella, sul rischio clinico e la sicurezza dei processi assistenziali e dell’avv. L. Murro, sugli aspetti giuridici e legali, correlati alla questione in esame.

Così la dott.ssa Luisa Langone: «Siamo sempre più convinti che la presa in carico globale delle persone che a noi si rivolgono, sia la strategia più idonea per sostenere efficacemente, nel caso di disagi conclamati e per prevenire, nel caso i processi non abbiano ancora preso vita.
In tal senso, un approccio multidisciplinare rappresenta la strada percorribile, affinché vi siano dirette ricadute anche sul fronte sociale, a tutela della comunità.

Il tema che abbiamo affrontato, oggi, ne è testimonianza tangibile; la cronaca registra un numero crescente di episodi di violenza, a danno degli operatori sanitari.
Non dimentichiamo che le matrici dell’aggressività sono dinamiche emotive caratterizzate da insicurezza e paura, egocentrismo, dalla pretesa di avere tutto e subito, dalla scarsa o assente tolleranza alle frustrazioni, da un vero e proprio discontrollo degli impulsi e purtroppo, dall’assenza di comprensione del punto di vista altrui, oltre che dalla insofferenza verso le regole e i sistemi normativi.
Una disposizione analitica che, in modo circolare, accolga più competenze, agevola il contenimento del fenomeno e aiuta nell’inversione del paradigma culturale, perché non sfoci in derive sociali. Riaccendere l’attenzione su tali eventi, infine, a tutela di tutti i protagonisti dell’universo della cura, diviene priorità assoluta».

La dott.ssa Serafina Robertucci ha ribadito: «Il tema dei rischi psicosociali in materia di sicurezza e salute che comportano molestie e violenze sugli operatori sanitari è un fenomeno preoccupante e in forte crescita, negli ultimi anni.
Questo, oltre a minare il benessere lavorativo e la sicurezza delle cure, rappresenta uno specifico rischio da contrastare, con idonee misure di prevenzione.
La categoria infermieristica è quella più vulnerabile, per la tipologia di lavoro svolto, sempre a contatto con i pazienti, soprattutto in alcuni servizi caratterizzati dalla gestione di situazioni di emergenza e ad elevata complessità assistenziale, che possono generare facilmente situazioni di tensione.
Essendo l’origine degli episodi di violenza, multifattoriale, (eccessivi tempi di attesa, difetti di comunicazione con l’utenza, carenze strutturali e organizzative dei servizi, carenze formative sulla comunicazione, carenze di personale) è necessario implementare le raccomandazioni ministeriali, per prevenire o ridurre al minimo il rischio di accadimento di tali eventi, attraverso una corretta raccolta di dati e l’analisi del fenomeno nelle singole Regioni.

Riteniamo necessario -ha aggiunto – investire sulla formazione del personale, relativamente alla comunicazione e ai metodi per gestire situazioni di tensione, sulle dotazioni organiche, per un ottimale rapporto infermiere/paziente che andrebbe a incidere positivamente sulla qualità dell’assistenza, sulla riduzione del rischio di errori, sul rischio di burnout degli operatori e sul contenimento dei costi legati alle assenze dal lavoro per malattia».

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