Venerdì 9 giugno 2023 – “Nel biennio 2021-2022 il Sistema Sanitario Regionale ha dovuto sostenere l’impatto della pandemia da SARS-CoV-2, che in tale periodo ha fatto segnalare un numero di contagiati e, soprattutto, un numero di ricoveri ben superiore a quello del 2020.
In particolare, la sola Azienda Ospedaliera San Carlo ha garantito poco meno di 47.000 giornate di ricovero in degenza ordinaria e 1.600 giornate di ricovero in terapia intensiva per pazienti covid, riorganizzando – senza fermarsi – percorsi, reparti, servizi per riuscire a fronteggiare un evento eccezionale e, al contempo, per assicurare risposte alle altre istanze di salute, in qualità di unico DEA di II livello della Regione Basilicata”.
Sono alcuni dei numeri e dei dati del rapporto sull’attività ospedaliera dell’ospedale San Carlo di Potenza presentato dal direttore generale dell’Aor Giuseppe Spera.
Nel corso della relazione il direttore, illustrando il rapporto, ha mostrato come “l’Azienda ospedaliera, affrontando la inimmaginabile tempesta pandemica, peraltro nel momento nazionale peggiore in termini di disponibilità di medici, si è adoperata perché tale contesto fosse vissuto anche come una opportunità, quella di assicurare senza dubbio ai cittadini alle prese con il virus la giusta risposta ospedaliera, ma mai perdendo di vista l’obiettivo di rafforzare e rilanciare le prestazioni di tutte le discipline e di avviarne di nuove”.
L’atteggiamento proattivo della direzione strategica è stato rimarcato anche dall’assessore regionale alla Salute Francesco Fanelli che ha ricordato le “numerose certificazioni delle positive performance aziendali dell’Azienda, dai dati forniti dal Ministero della Salute sul recupero post-covid delle prestazioni al periodico rapporto del Ministero Economia e Finanze, dalla ricerca di settore effettuata dal prestigioso Istituto Sant’Anna di Pisa all’inserimento nella classifica mondiale dei migliori ospedali pubblicata dalla rivista Newsweek, dal Piano Nazionale Esiti predisposto dall’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali alla recente analisi condotta dalla giornalista Milena Gabanelli nella rubrica Dataroom sul Corriere della Sera.
Chiari segnali di una ripresa estremamente positiva dell’AOR San Carlo, ad uno dei periodi più bui della sanità contemporanea; tutto ciò è stato possibile grazie all’incessante lavoro in prima linea svolto da tutti i medici e gli operatori sanitari ai quali va il mio personale ringraziamento per quanto fanno a tutela della salute di tutti i cittadini”.
“Sicuramente molto c’è ancora da fare – ha dichiarato il presidente della Regione Vito Bardi concludendo l’iniziativa – dalle liste d’attesa alla riduzione della mobilità passiva, dal completamento dei programmi all’ulteriore innalzamento degli standard qualitativi, ma senza dubbio ciò che è stato fatto in un momento difficile costituisce un ottimo viatico.
I valori dimostrati nel quotidiano agire della direzione strategica e del personale tutto – dalla volontà di costruire alla forza di accettare le sfide, dalla dedizione al lavoro alla capacità di conciliare la pressante attività ospedaliera con la partecipazione a studi e ricerche, dall’onerosa consapevolezza dei bisogni di benessere espressi dai cittadini alla responsabilità nel farsene carico – hanno condotto l’Aor San Carlo nel novero delle Aziende italiane che hanno meglio saputo rialzarsi dal durissimo colpo inferto dalla pandemia. E questo –ha concluso il presidente Bardi- rappresenta un orgoglio per la Regione Basilicata”.
Al termine della presentazione del rapporto, la direzione strategica dell’Aor con l’assessore Fanelli e il Presidente Bardi hanno inaugurato l’ambulatorio multidisciplinare del dipartimento oncologico diretto dal dottor Domenico Bilancia che ha spiegato la necessità di aprire un siffatto ambulatorio perché “negli ultimi anni evidenze scientifiche sempre più numerose hanno rimarcato il valore dell’approccio multidisciplinare nel trattamento della patologia oncologica.
I pazienti trattati in un contesto multidisciplinare ottengono migliori risultati dal punto di vista clinico perché le decisioni diagnostiche e terapeutiche sono il frutto di discussioni multiprofessionali (oncologi, chirurghi, anatomo patologi, radiologi, radioterapisti).