Mercoledì 24 maggio 2023 – Il parco giochi di via Agrigento a Policoro da ieri ha un nome “Parco della Legalità maresciallo Filippo Salvi”.
E’ stato intitolato al carabiniere che nel 2007, a soli 36 anni anni, morì in Sicilia durante un’operazione finalizzata all’arresto del boss Matteo Messina Denaro, assicurato alla giustizia dopo trent’anni di latitanza alcuni mesi fa.
Sono intervenuti il Prefetto di Matera, Sante Copponi, il Sindaco di Policoro, Enrico Bianco, il comandante provinciale dei Carabinieri di Matera, colonnello Lerario che ha ricordato i luoghi vissuti e le azioni di Filippo Salvi, nato a Sedrina in provincia di Bergamo per poi giungere a Roma e, quindi, a Caltanissetta.
La cerimonia ha avuto il patrocinio dell’Ansi, Associazione Nazionale Sottufficiali d’Italia.
Intervenendo alla cerimonia di Policoro, il Presidente del Consiglio regionale, Carmine Cicala, si è rivolto agli studenti dell’Istituto di Istruzione Superiore “E. Fermi” di Policoro, ha ricordato che “la cultura della legalità trova la sua sede più opportuna nelle scuole, fucine di intelletti di tanti giovani in grado con la loro creatività di far vivere i valori più veri del civile consesso. La mia emozione – ha detto Cicala – nel vedervi e nell’ascoltare le vostre voci è grande, così come notevole è apprendere da voi l’istinto e la volontà di trascorrere una vita corretta e scevra da azioni irrazionali e di nocumento agli altri. I vostri interventi indirizzati alla condivisione ed al dialogo costante – ha proseguito – hanno creato in me l’attesa di emularvi, di apprendere la vostra forza spirituale e di trasmettere il vostro pensiero nell’ambito delle istituzioni in modo trasparente e coinvolgente”.
Dopo l’intitolazione del Parco della Legalità, il presidente Cicala ha incontrato gli studenti dell’Istituto Superiore “E.Fermi” che hanno presentato i lavori nell’ambito del progetto “Lungo corridoio innovativo della legalità”.
“Oggi vogliamo dare – ha detto la Preside Giovanna Tarantino – un taglio diverso all’approccio alla cultura della legalità che non può e non deve essere una semplice manifestazione di intenti, ma deve divenire un momento di meditazione e di riflessione.
Bisogna partecipare fino in fondo – ha aggiunto – alla lotta contro la criminalità e diventare ‘partigiani della legalità’. Prima di agire è necessario conoscere. Di qui i tanti lavori degli studenti, caratterizzati dalla proficua diversità e che sono andati ad indagare, con tre giornali, i tre principali fenomeni mafiosi: cosa nostra, ndrangheta e camorra”.
I lavori, come hanno ben spiegato i ragazzi che li hanno presentati, hanno utilizzato le moderne tecniche di comunicazione in virtù del tempo che viviamo. “La mafia nell’era del digitale”, hanno esplicitato, illustrando i contenuti di giornali, meta corto, podcast, interviste immaginarie. Intento quello di dire con forza che la mafia uccide in silenzio ma può essere sconfitta.
Foto. Filippo Mele