Domenica 9 aprile 2023 – E’ stato per gran parte un inno alla donna, al suo ruolo nella vita familiare e sociale l’omelia di mons. Ligorio nella notte di Pasqua in cattedrale a Potenza, durante la liturgia più solenne dell’anno.
Un inno che trova – ha detto- la sua giustificazione nel racconto della resurrezione che fanno i vangeli. Proprio nell’ora più buia per gli apostoli le donne non solo non sono fuggite ma hanno vinto il dolore e la paura e sino recate al sepolcro presidiato dai soldati. Hanno così aiutato la speranza a sbocciare ,ha scandito più volte l’arcivescovo. (SEGUE DOPO LA PUBBLICITA’)
Un’ora buia anche oggi, ha detto, per le guerre in corso e per le tragedie della cronaca di ogni giorno che sembrano mostrare che il male prevale sul bene. Ed invece il genio e la sensibilità femminile incoraggiano anche oggi a coltivare il diritto alla speranza che tocca ogni persona.
La grande veglia pasquale , in una cattedrale non proprio affollata, in un centro storico da anni in crisi anche demografica, ha ribadito con i simboli della liturgia la necessità di una resurrezione personale e sociale che in Basilicata riguarda le donne ma anche i giovani, come va ribadendo da mesi in ogni occasione. Tutto nel segno della novità : il nuovo fuoco, il cero pasquale, segno del Risorto che illumina la vita, il rinnovo delle promesse del battesimo che impegna i cristiani ad una nuova vita non solo personale ma necessariamente anche sociale.
E come a conferma di tutto questo, nel corso della liturgia è stato celebrato anche un battesimo che stavolta, ha riguardato non un bambino ma una persona adulta, Victor , 34 anni, americano, in smart Working per una azienda di Washington da Potenza dove è sposato. Quasi simbolo laico, dei tempi nuovi in una società sempre più secolarizzata, in cui non si nasce più cristiani, ma sempre più di frequente lo si diventa per scelta.
Infine l’appello dell’Arcivescovo ai credenti : “portate l’annuncio della resurrezione in famiglia e nei contesti di vita ordinaria ,non confinatevi nei recinti del sacro – ha detto – il cristiano è colui che porta i pesi dell’altro, annunciate che Cristo è veramente risorto e ci precede nella Galilea delle genti”, che pare alludere al mondo del pluralismo culturale e sociale nel quale siamo immersi. Un modo per richiamare la Chiesa in uscita che va predicando da anni papa Francesco.
Stamane, prima della messa in cattedrale, alle 9 e 30 mons. Ligorio si è recato a celebrare in carcere, per la terza volta in una settimana, come ad illuminare una delle periferie esistenziali evitate con maggiore cura dai benpensanti.