Giovedì 30 marzo 2023 – “Usare testa, mani e cuore per imparare a costruire il proprio futuro. Essere affamati di idee e soluzioni, sviluppare spirito critico e fattivo ed essere pronti ad estrarre intuizioni da fallimenti e successi”.
Lo ha affermato il presidente del Consiglio regionale della Basilicata, Carmine Cicala, nel salutare i 28 ragazzi della Consulta studentesca che frequentano l’ultimo e il penultimo anno delle scuole superiori di Potenza e Matera e delle loro province presenti oggi, presso la sala B del Consiglio regionale, per la penultima tappa di “Next Generation – Costruttori di futuro”, l’iniziativa promossa in collaborazione con l’Ufficio scolastico regionale, nell’ambito dell’anno europeo dei giovani.
“Oggi voi ragazzi della Next Generation vivrete un’esperienza unica. Grazie alla professionalità e all’inventiva del giornalista Vito Verrastro e del sociologo e narratore Vincenzo Moretti – ha aggiunto Cicala – avrete la possibilità di respirare l’aria di una bottega artigianale, un luogo carico di manualità e di inventiva dove metterete a valore le vostre idee, capirete il valore del lavoro ben fatto come metodologia, come approccio alla vita. Approfittatene, siate audaci ed ottimisti e pronti a mettervi in gioco. Ci vuole tanto lavoro, impegno, e curiosità, elementi che potranno forgiare il vostro carattere”.
Una giornatain cui il Consiglio regionale della Basilicata ha inteso omaggiare il protagonismo dei giovani.
Due, infatti, gli eventi che si sono tenuti contemporaneamente presso due sale, il primo rivolto agli studenti dell’Istituto Comprensivo “Carlo Gesualdo da Venosa”, Classe V sez. A – primaria e C.S.E. “Il filo di Arianna” di Venosa, nell’ambito del progetto di “Cittadinanza Attiva” e il secondo rivolto a studenti delle scuole superiori della regione.
Questi ultimi, accompagnati da Barbara Coviello, Referente dell’Ufficio Scolastico Regionale della Basilicata, prima di cimentarsi in attività di gruppo, hanno ascoltato la testimonianza di Vito Verrastro, il quale riportando la propria esperienza maturata con “Lavoradio”, ha parlato dei mutamenti che interessano il mercato del lavoro in questi ultimi anni. Un lavoro in continua evoluzione che richiede elasticità mentale, desiderio di mettersi in discussione, capacità di affrontare sacrifici.
Ai ragazzi consigli utili e preziosi: “Da bandire sfiducia, rassegnazione e rabbia. Ciò che è determinante – ha sottolineato – è l’approccio costruttivo, la voglia di investire in competenze, l’intelligenza di scovare le opportunità”.
E’ stata poi la volta di Vincenzo Moretti che con tono coinvolgente e sguardo rassicurante ha condotto per mano i ragazzi verso concetti semplici, fornendo pillole di saggezza, testimonianze del passato e profezie per il futuro.
Ha detto loro che fare un lavoro ben fatto svela un modo di fare, quasi un modo di essere che investe sul sapere (quello che sappiamo), sulle mani (quello che sappiamo fare) e sul cuore (la passione, la voglia di farcela). “Il lavoro ben fatto dagli altri – ha detto rivolgendosi ai ragazzi in sala – è un vostro diritto, il vostro lavoro ben fatto è un vostro dovere. Un lavoro ben fatto si ciba di passaggi abitudinari, un po’ come allacciarsi le scarpe o infilare una camicia. Una volta appreso diventa un proprio abito mentale”.
Raccontarsi vuol dire aprirsi e aprirsi vuol dire comunicare e condividere. Ciò che ha fatto Moretti nel ricordare il proprio papà quando gli diceva: “Il lavoro ben fatto va preso di faccia e, quindi, sul serio”, o nel rammentare il prezioso valore del tempo: “Un tempo che va osservato come segno di rispetto verso l’altro”.
E, poi, finalmente le mani in pasta. I ragazzi “armati” di pennarelli, fogli, e tante idee, come in una vera bottega hanno realizzato quattro progetti. Divisi in 4 gruppi “quanto più eterogenei” come ha suggerito Moretti, quale omaggio alla bellezza della diversità, i ragazzi si sono ispirati ciascuno a un caso studio: il primo ha proposto una serie TV interattiva sul tema del lavoro che c’è; il secondo gruppo ha optato per “Artiamo, idea imprenditoriale basata sull’arte”; il terzo si è misurato con una campagna civile sui diritti delle donne tramite manifesto, poesia e disegno. L’ultimo gruppo si è cimentato con un cortometraggio interattivo sulla storia di due amiche che alla fine convergono su un percorso di senso.
Da parte di tutti i giovani grande soddisfazione per le cinque ore trascorse insieme, un tempo che ha consentito loro di aprire gli occhi su nuove prospettive, di meglio comprendere che per costruire insieme qualsiasi cosa è necessario cooperare, e di mettere a valore concetti quali cultura del saper fare e lavoro ben fatto.
Da parte dei due motivatori, Vito Verrastro e Vincenzo Moretti una conferma sulle potenzialità di ogni singolo giovane, su quanto sia importante promuovere la loro creatività e il loro pensiero critico, sulla bellezza di ascoltare e imparare sempre, per tutto il corso delle nostre vite. Per fare che? “Per essere più capaci di risolvere i problemi – ha affermato Moretti. Di cogliere le opportunità e moltiplicarle”.
In sala era presente Giusy Laurino, docente e animatrice di uno dei tavoli di contaminazione attiva.