Sabato 11 marzo 2023 – Sulla precaria situazione nella quale si trovano assistenti sociali e psicologi in Basilicata tra retribuzioni da fame, contratti a termine e partite Iva interviene con una nota Pietro Simonetti del CSERES (Centro studi e ricerche economiche e sociali).
“La condizione precaria si nutre dei contratti a termine, fatture Iva a prestazione con utilizzo a proprie spese del viaggio in quanto auto muniti.
Non crediamo – afferma Simonetti – che molti conoscano la condizione di psicologi,assistenti sociali, ed altro personale impegnati in Basilicata nei servizi sociali comunali e di area.
Partiamo dal salario: 25 euro ora per i primi 18 per gli assistenti sociali. Per 26/32 ore al mese.
Saranno diverse centinaia i professionisti impegnate per qualche ora al giorno in numerosi comuni della Basilicata per interessarsi di una umanita’ che frequenta il dolore,le malattie l’esclusione sociale.
Un mondo a parte, mai considerato dalla comunicazione e dalla “industria degli eventi” che trionfa ormai da tempo:sagre, concerti, convegni e il neo borghismo.
Il mio Paese e’ piu’bello del tuo: pertanto attenzione ai possibili turisti. Quasi nessuna – denuncia Simonetti – per i sofferenti e chi li assiste. Una storia che dura da tempo, che non trova attenzione e soluzioni.
Siamo di fronte alla disfatta concreta dell’assistenza sociale e della cura delle persone, ormai affidate a RSI e badanti, assicurato dai precari che soggiornano in stanze provvisorie dei Comuni o di fortuna.Qualche ora settimana, a scavalco.
Un settore trascurato dalla Regione, non appetibile come ospedali e spese farmaceutiche o di riabilitazione.
Solo precariato e nessuna programmazione e spesa non sempre gestita, basta guardare i rendiconti. Non sorprende che anche gli Ordini di appartenenza non facciano nulla per chiedere programmazione, spesa corretta, giuste retribuzioni e contratti di lavoro. Meglio apparire.(SEGUE DOPO LA PUBLICITA’)
Ora le organizzazioni sindacali confederali hanno deciso di affrontare il tema e tentano di aprire un nuovo fronte che riguarda la condizione dei sofferenti, una grande quota e’anziana ma non solo: al disagio anziano si somma quello che silenziosamente divora anche le nuove generazioni.
L’attenzione quotidiana e’rivolta agli spacciatori ed ai venditori di morte.
Occorre andare altrove al tempo della solitudine, della precarieta’, dell’incertezza.
Forse – conclude Simonetti – e’ giunto il tempo della prevenzione e cura con risorse,programmi, evitando il precariato socio sanitario per un vero sostegno in varie forma ad anziani e giovani.
Il tempo stringe per operatori e le persone da assistere”.