Martedì 7 marzo 2023 – In occasione della visita a Potenza del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, che ha partecipato all’inaugurazione dell’anno accademico 2022-2023 dell’università di Basilicata, i segretari regionali di Cgil, Cisl, Uil, Fernando Mega, Vincenzo Cavallo e Vincenzo Tortorelli, gli hanno consegnato una lettera con la quale denunciano i problemi con i quali quotidianamente devono confrontarci i lucani che si aggraveranno con l’a’autonomia differenziata
“Egregio Presidente Mattarella,
è un immenso onore per noi la Sua visita a Potenza, all’Università degli Studi della Basilicata, luogo che richiama l’importanza che la cultura, il sapere e l’innovazione hanno avuto nella ricostruzione morale e civile di una regione piegata dalla tragedia del terremoto del 1980.
L’apertura del primo dies academicus dell’ateneo alla presenza del Presidente della Repubblica Italiana Sandro Pertini il 23 novembre 1983 ha rappresentato per questa terra l’inizio di una nuova storia, affermandosi con autorevolezza come soggetto istituzionale capace di trainare la rinascita e lo sviluppo della nostra regione, pur nel sempre difficile contesto nazionale e meridionale.
Chi nasce al Sud, infatti, deve fare i conti con problemi atavici: dalla mancanza di lavoro alla carenza di infrastrutture, fattori che ci allontano dal Nord e dalle aree più dinamiche del Paese. Anche i diritti alla salute e all’istruzione non sono garantiti come nel resto del territorio nazionale.
Con tali presupposti non possiamo che dirci profondamente preoccupati per il progetto di autonomia differenziata promosso dall’attuale Governo. Si tratta di una scelta che, a nostro parere, non farà che aumentare le disuguaglianze quando, invece, abbiamo l’estremo bisogno di combatterle.
Crediamo che creare opportunità di nuova occupazione, soprattutto per i giovani, come volano di giustizia sociale e progresso, debba essere un imperativo categorico per tutte le forze politiche. Per ridurre le disuguaglianze, la precarizzazione e la povertà di larghi strati della società occorre ripartire dal lavoro, quel lavoro che i nostri Padri Costituenti posero a fondamento della nostra convivenza civile; un lavoro che deve essere al servizio della dignità della persona e non strumento prevalente al servizio del profitto. Bisogna andare verso politiche sociali solidali, capaci di ridare un futuro al Mezzogiorno e alla Basilicata, contrastando l’emergenza prioritaria dello spopolamento.
La Basilicata è terra di idrocarburi e di energie rinnovabili; è terra di preziose risorse ambientali come l’acqua; è terra di fabbriche importanti, come lo stabilimento Stellantis di Melfi, uno dei più moderni e produttivi a livello globale che oggi vive una fase di transizione ricca di opportunità ma anche di incognite insieme a tuttala filiera dell’automotive.
La Basilicata ha tutte le condizioni per reggere le nuove sfide, perché possiamo contare su un invidiabile patrimonio di risorse umane, di giovani eccellenze che ci fanno guardare con un’altra prospettiva al futuro. Non temiamo, dunque, di subire la transizione, ma siamo convinti e rivendichiamo che essa debba essere governata.
Pertanto Presidente, Le chiediamo a nome dei lavoratori e delle lavoratrici che rappresentiamo e di tutti i lucani e le lucane di farsi portavoce delle istanze della nostra terra, di continuare ad essere custode del patto fondativo della nostra Repubblica che è baluardo di diritti e di giustizia sociale. La Costituzione è il faro che deve illuminare una nuova rotta riformatrice in grado di assecondare la sfida epocale del PNRR secondo principi di solidarietà e partecipazione.
Siamo certi che grazie alla Sua autorevolezza morale e al suo magistero istituzionale, il Paese unito saprà affrontare le sfide che questo tempo ci pone. È un compito che possiamo svolgere rimettendo la persona umana al centro dell’agire sociale, senza muri né barriere, senza distinzioni di nazionalità o religione.
La guerra alle porte dell’Europa, il terremoto in Turchia e Siria e, da ultimo, la tragedia al largo delle coste calabresi sono lì a ricordarci, con il loro carico di sofferenza e di vite umane spezzate, che nessuno si salva da solo e che il destino di ognuno è legato indissolubilmente a quello di ogni altro. L’Umanità è una, è nostro dovere prendercene cura.
Cordialmente”.