Lunedì 6 febbraioa 2023 – “Scoperchiamo il tetto”. E’ il tema che Papa Francesco ha scelto per la 31esima Giornata Mondiale del Malato, che ricorre l’11 febbraio prossimo.
In occasione della ricorrenza, don Mario Galasso, Direttore dellìUfficio Diocesano per la Pastorale ha rivolto un messaggio.
“La gratitudine e la riconoscenza, il rispetto e la stima – scrive don Mario – sono solo alcuni dei sentimenti che vogliamo esprimere a voi operatori pastorali, Ministri della Comunione e sanitari, curanti tutti, innanzitutto il sentito grazie dal nostro Arcivescovo Metropolita Salvatore Ligorio, dall’Ufficio Diocesano per la pastorale della Salute, dalla Consulta, che da sempre, e negli ultimi tempi in modo decisamente più in- tenso, vi prendete cura dei malati e dei sofferenti.
Ciò che abbiamo vissuto in questi ultimi anni, e in modo più sereno oggi continuiamo a vivere, vi vede impegnati fino all’estremo delle vostre risorse.
Non è mancato lo stress, il peso e la fatica, il disorientamento e la sensazione di impotenza di fronte ad una situazione globale, solo immaginata, hanno messo a dura prova la vostra dimensione professionale e personale.
La XXXI Giornata Mondiale del Malato 2023, con il terzo capitolo citato (Mc 2,4) mette al centro una comunità che si fa carico del malato ed in quanto tale è sanata e sanante.
San Giovanni Paolo II – ricorda don Mario – istituì nel 1992 questa Giornata: “La celebrazione annuale della ‘Giornata Mondiale del Malato’ ha quindi lo scopo manifesto di sensibilizzare il popolo di Dio e, di conseguenza, le molteplici istituzioni sanitarie cattoliche e la stessa società civile, alla necessità di assicurare la migliore assistenza agli infermi, di aiutare chi è ammalato e soprattutto su quello soprannaturale, la sofferenza, a coinvolgere in maniera particolare le diocesi, le co- munità cristiane, le famiglie l’impegno sempre più prezioso del volontariato, a richiamare l’importanza della formazione spirituale e morale degli operatori sanitari e, infine, a far meglio comprendere l’importanza dell’assistenza religiosa agli infermi da parte dei sacerdoti diocesani e regolari, nonché di quanti vivono ed operano accanto a chi soffre”.
Nella XXXI GMM – prosegue don Mario – Papa Francesco alla luce del testo di Marco 2, 2-5 afferma: “Gesù agisce con la potenza stessa di Dio: egli raggiunge la persona integralmente, nella sua dimensione spirituale e fisica; tocca spirito e carne, sana tutto l’uomo”.
Oltre la dimensione fisica e psichica, sappiamo che la condizione di malattia facilmente invade la sfera spirituale. Ogni persona è chiamata a prendersi cura della propria anima. Nei luoghi di cura, come nel domicilio del malato la presenza testimoniante di tutti coloro quali sono a servizio, a partire da tutti gli operatori pastorali, volontari, assistenti spirituali a prendersi in carico di tutti i bisogni della persona sofferente, comprendendo la dimensione spirituale.
Ogni credente, ogni battezzato – ci ricorda l’Apostolo Paolo – è membro di quella Chiesa che continua a testimoniare l’amore per la vita, ed è portatore del dono dello Spirito Santo, di una grazia particolare che accoglie, cura accompagna con la materna tenerezza della Chiesa.
Abbiamo voluto scegliere come luogo di cura per la prossima XXXI GMM 2023 la struttura sanitaria “Universo Salute” Opera Don Uva per condividere il dono della Parola e dell’Eucarestia.
La celebrazione diocesana sarà presieduta dall’Arcivescovo Metropolita Salvatore Ligorio nella Chiesa Maggiore il giorno 11 febbraio alle ore 16.30.
Ad essa – conclude don Mario – siamo tutti invitati: infermi, sanitari, assistenti pastorali, volontari, ministri della Comunione, rappresentanti delle parrocchie del territorio diocesano, per essere più comunità sanante e attenta che assiste i più deboli e vulnerabili.
A Maria Regina degli Infermi, a San Giovanni Paolo II e san Giuseppe Moscati Medico, affidiamo i nostri infermi, per loro intercessione presso il Padre che non manchi la presenza accanto a ciascun essere umano sofferente nel corpo e nello spirito, sia sempre costante, e ogni persona debole e fragile possa avvertire il calore di Cristo, che non cessa mai di amarci.