Martedì 10 gennaio 2023 – “La letteratura dell’immigrazione nel nostro Paese ha una lunga tradizione e molti sono i testi che hanno raccontato le vicende di un esodo di massa che dal 1870 ad oggi ha segnato la storia del nostro Paese”.
A questo tema è dedicata la nota di Pietro Simonetti che fa riferimento all’ultimo libro di Renato Cantore “Harlem, Italia” (Cantore presenterà il suo libro venerdì prossimo, 13 gennaio, alle 18, nella sede dell’Associazione Insieme in via del Basento 102 a Potenza n.d.r. ).
“Il libro di Renato Cantore “Harlem, Italia”, come i precedenti, – afferma Simonetti – scava nella storia e ci regala il protagonismo di due lucani, Leonardo Coviello e Vito Antony Marcantonio, impegnati in un sito difficile di Nuova York a combattere per i diritti degli emigrati nel ghetto di Harlem. Marc e Leo realizzarono il loro sogno americano ma non lasciarono mai il ghetto di migranti meridionali. Nessuno si salva da solo, questa è stata la loro filosofia di vita.- afferma Simonet
Qui – prosegue Simonetti – s’incrociano l’esperienza della società contadina del Sud, fatta spesso di solidarietà e sostegno, alla necessità di conquistare diritti e cambiare lo stato delle cose.
Eliminazione dei ghetti e rivendicazione dei diritti ecco cosa racconta Cantore.
Molto tempo è trascorso da allora. Oggi vediamo cosa accade nel nostro Paese e in Basilicata.
Insofferenza verso i migranti, pochi i sostegni alle tante associazioni ed enti per la eliminazione dei ghetti, in particolar modo in Puglia e Calabria.
Smemoratezza verso le esperienze dei migranti.
Anche azioni particolari: il Museo dell’Emigrazione è chiuso da tempo per la manutenzione del Castello di Lagopesole e ricordiamo anche i ritardi nella realizione dei centri d’accoglienza di Boreano, Gaudiano, Scanzano,l’utilizzo del progetto A.D.E.L.M.O. relativo ai 25.000 passaporti di Migranti lucani finanziato dal Ministeri dei Beni Culturali con oltre 350.OOO euro e sparito dal sito dell’Archivio di Stato.
Grazie a Cantore per il suo lavoro che – conclude Simonetti – contribuisce a rafforzare la memoria e che induce alla riflessione, ad un nuovo protagonismo per la tutela degli ultimi e degli sfruttati”.