Venerdì 23 dicembre 2022 – Nell’ultima Legge di Bilancio alle Regioni è stato consentito di stabilizzare il personale precario che al 30 giugno 2022 ha maturato alle dipendenze di un ente del Servizio Sanitario Nazionale 18 mesi di servizio, seppur non continuativi, di cui almeno sei mesi tra il 31 gennaio 2020 e il 30 giugno 2022.
Nonostante tutti i presupposti, undici Infermieri dell’ASP assunti specificatamente per assistere i pazienti nel reparto Covid di Venosa, dall’inizio della Pandemia a tutt’oggi, sono stati esclusi dalla predetta procedura di stabilizzazione.
Lo denunciano con una nota Giuseppe Verrastro e Raffaele Pisani, rispettivamente segretario regionale aggiunto e segretario territoriale della Uil Fpl
“Fatto gravissimo – affermano – visto che i richiedenti sono stati regolarmente reclutati a tempo determinato con procedura selettiva avvenuta attingendo ad una graduatoria riferita ad un avviso pubblico, espletato secondo le previsioni della normativa vigente ed hanno maturato l’anzianità di servizio prevista dalla norma.
Nonostante tutto, l’ASP ha ritenuto che gli undici infermieri fossero privi del requisito previsto dalla norma perché gli uffici non hanno ritenuto opportuno “aggiornare” la graduatoria dalla quale, di fatto, sono stati assunti, come la stessa ASP precisa nel Contratto Individuale di Lavoro di ognuno di loro.
Per queste ragioni, tramite l’ufficio vertenze, la UIL FPL ha provveduto a diffidare l’ASP evidenziando che i predetti erano stati assunti mediante procedura selettiva e, in particolare, “in attuazione della DDG n. 694 del 2020 e mediante scorrimento della relativa graduatoria di merito”.
L’esclusione di questi operatori, a parere del sindacato non solo è illegittima, ma anche ingiusta visto che viola il principio di equità di trattamento e di privazione di opportunità, con il rischio, altresì, della dispersione di professionalità già acquisite in un momento di grave difficoltà a reperire Infermieri.
Si tratta di quegli Infermieri “eroi” che ancora oggi sono in prima linea nella lotta al Covid, quegli stessi Infermieri che hanno garantito il funzionamento sistema nei mesi più critici della Pandemia, mentre altre Regioni d’Italia mostravano un’organizzazione inefficiente.
Per tutte queste ragioni – concludono Verrastro e Pisani – si chiede l’immediata riammissione in graduatoria dei predetti che, in mancanza, daranno mandato alla scrivente a tutela dei loro diritti e adiranno le vie giudiziarie con ulteriori esborsi a carico dell’Azienda Pubblica (e, quindi, della collettività) nel caso del presumibile accoglimento dei ricorsi.