Venerdì 2 dicembre 2022 – La Cisl di Basilicata ha riunito a Potenza il Comitato esecutivo per un esame delle principali misure economiche e sociali contenute nella manovra in concomitanza con l’avvio del percorso parlamentare e in vista dell’incontro tra Governo e parti sociali già fissato per il 7 dicembre.
In linea con le osservazioni e i contributi emersi mercoledì nella riunione in videoconferenza del Comitato esecutivo nazionale, il parlamentino della Cisl lucana ha espresso un «giudizio articolato» sui contenuti della manovra e ha condiviso la linea della mobilitazione per migliorare la manovra nel confronto con il Governo e in parlamento, ma senza ricorrere allo strumento dello sciopero.
Nei prossimi giorni saranno rese note le modalità della mobilitazione. «Uno sciopero in questa fase sarebbe prematuro e irragionevole», ha detto il segretario generale Vincenzo Cavallo aprendo i lavori del Comitato esecutivo.
«Non possiamo non riconoscere che dentro la manovra ci sono aspetti positivi e altri che vanno cambiati attraverso il confronto. È positivo il fatto che vengano destinate importanti risorse per affrontare l’attuale fase di emergenza a tutela di famiglie e imprese, tuttavia la manovra ha un respiro troppo corto sulle riforme strutturali che servono alla crescita del paese».
«La nostra linea è semplice e resta quella del dialogo e del confronto. Non è il momento di prefigurare i risultati di un confronto che si deve ancora tenere. Quando si ragiona col Governo e con le forze politiche in parlamento su come migliorare la manovra – ha spiegato Cavallo – ricorrere allo sciopero è metodologicamente sbagliato.
La Cisl, come ha fatto in passato, intende assumersi la responsabilità di migliorare la manovra nei punti che sono dal nostro punto di vista più iniqui e penalizzati.
Il tavolo del 7 dicembre con il Governo, frutto del pressing esercitato in questi giorni dalla Cisl e dal nostro segretario generale Luigi Sbarra, è l’occasione per avviare un confronto che dovrà continuare in parlamento per rendere il profilo della prossima legge di bilancio più equa e ambiziosa in una fase in cui la priorità deve essere la tutela delle fasce sociali più deboli e l’avvio di un serio e credibile piano di riforme strutturali per consolidare la crescita, l’occupazione, la giustizia sociale e la competitività del sistema paese nel lungo periodo».
In dettaglio, per la Cisl “apprezzabile è la risposta su alcuni capitoli dell’agenda sociale sollecitati in questi mesi dalla Cisl: il potenziamento dell’assegno unico per le famiglie numerose, l’innalzamento della soglia Isee a 15 mila euro per gli sconti in bolletta, il miglioramento dei congedi parentali, il sostegno ai redditi bassi per l’acquisto di beni essenziali.
Significativa, anche se da rafforzare, la conferma dell’alleggerimento sul cuneo fiscale concentrato sul lato lavoro, come pure la detassazione degli accordi di produttività e le provvidenze riconosciute alle imprese che assumono e stabilizzano donne e giovani, e garantendo fino a marzo 2023 sostegno a lavoratori, famiglie e sistema produttivo in merito alla fiammata inflattiva determinata dalla guerra».
Il Comitato esecutivo della Cisl Basilicata condivide le criticità evidenziate nel documento finale della Cisl nazionale come la rivalutazione delle pensioni: «Aver ridotto la perequazione a partire da quattro volte il trattamento minimo penalizza gravemente assegni di fascia media, ex lavoratori che percepiscono redditi netti da 1.600 euro.
La rimodulazione va rivista per ridare un profilo di equità alla distribuzione delle risorse pubbliche. Questo punto è particolarmente importante in una regione come la Basilicata dove le pensioni hanno soglie basse e medio-basse».
Per la Cisl lucana «la legge di bilancio è carente su sanità, scuola, servizi sociali, non autosufficienza. Si condividono le critiche ai vincoli su Opzione Donna e il ritorno dei voucher, ritenuti iniqui e penalizzanti, come pure la flat tax su cui si manifesta radicale contrarietà».
Il Comitato esecutivo della Cisl Basilicata «ritiene necessaria, ancora di più al Sud, una nuova politica dei redditi che, attraverso un incontro triangolare fra Governo, sindacato e mondo delle imprese, rilanci il valore reale di salari e pensioni valorizzando la contrattazione e le relazioni industriali, operando sulla leva fiscale, rinnovando e innovando i contratti pubblici e privati, elevando e redistribuendo la produttività, vigilando su speculazione, prezzi e tariffe, rilanciando investimenti, inclusione e servizi pubblici».