Venerdì 2 dicembre 2022 – “Uno dei dati più preoccupanti e che ci deve far riflettere è quello sui giovani: nel 2020 dalla Basilicata sono andati via 2.002 giovani dei quali oltre mille sono laureati”: lo ha detto, stamani a Potenza, il direttore generale dello Svimez, Luca Bianchi, in un incontro su “L’economia e la società del Mezzogiorno”, organizzato dalla Camera di Commercio di Potenza per aprire un focus sui recenti dati del rapporto Svimez 2022 in relazione alla Basilicata.
Il dato evidenziato rende ancora più ampio il divario tra nord e sud in una regione in cui, ha aggiunto Bianchi, “anche per il 2023 ci sarà una piccola recessione, con un -0,4%, ed è un peccato perché questa regione aveva incrociato la ripresa post covid in maniera rilevante con tassi di crescita buoni che aveva consentito di recuperare quanto perso nel periodo della pandemia”.
I COMMENTI
Francesco Somma Presidente Confindustria Basilicata
“Ai pesanti effetti provocati da caro energia e inflazione che – come certifica l’ultimo rapporto di previsione Svimez – hanno colpito soprattutto famiglie e imprese del Mezzogiorno, con ricadute sempre più evidenti a partire dai prossimi mesi, si aggiungeranno presto le conseguenze di una Manovra Finanziaria che non conferma gli importanti strumenti agevolativi che fino a questo momento hanno sostenuto il rilancio produttivo di questa parte del Paese.
In particolare, la nuova legge di Bilancio – sostiene Somma – non prevede alcuna proroga per il credito di imposta per gli investimenti al Sud.
a Manovra non contempla neanche il rinvio della scadenza del credito d’imposta sugli investimenti in impianti, attrezzature, macchinari e opifici nelle aree Zes, ad oggi fissato alla data del prossimo 31 dicembre. Data entro la quale, al momento, avrà termine anche la Decontribuzione Sud che si è rivelata una straordinaria misura di sostegno all’occupazione nel Mezzogiorno.
Ben comprendiamo – prosegue Somma – le ragioni di una Finanziaria che ha destinato la gran parte delle risorse disponibili alle misure di sostegno a famiglie e imprese contro il caro energia e condividiamo appieno l’approccio che ha salvaguardato la tenuta dei conti pubblici. Ma il quadro che si va componendo per i prossimi mesi, in assenza di misure correttive, è di un Mezzogiorno che si incammina sulla via del declino e della desertificazione industriale.
Una prospettiva che equivarrebbe a un vero fallimento proprio negli anni in cui le regioni del Sud avrebbero dovuto conoscere l’atteso rilancio e il superamento dei tanti divari – infrastrutturali, generazionali, di genere e di competenze – grazie al potente traino del Pnrr.
Le imprese del Mezzogiorno si trovano a essere indebolite, per giunta, nel momento della massima esposizione alla doppia transizione ecologica e digitale che, se non adeguatamente gestita, rischia di travolgerle, come sosteniamo da tempo rispetto alla crisi che ha colpito la filiera automobilistica, e non solo. Purtroppo, dobbiamo prendere atto che invece ne escono depotenziati anche interventi che in questi anni hanno rappresentato un forte stimolo agli investimenti, come Industria 4.0.
Si rischia un’ulteriore frattura rispetto al resto del Paese, che, è bene ricordare, va a discapito non solo delle regioni del Mezzogiorno ma dell’intera Italia che perderebbe così l’irripetibile occasione di riallinearsi al resto d’Europa.
Confidiamo, dunque,- conclude Somma – in un ravvedimento operoso del Governo o di un intervento del Parlamento in tal senso, convinti che ci siano spazi per recuperare, almeno in parte, risorse attualmente impegnate su capitoli di spesa pubblica improduttiva, attraverso le quali confermare strumenti di sostegno in grado di generare reali ritorni per le casse dello Stato e per la tenuta economica e sociale del Paese e del Mezzogiorno in particolare”.
Donato Di Stefano, Agenda Basilicata Impresa
Il rapporto Svimez presentato stamani in CCIAA a Potenza ha confermato, dopo una discreta ripresa nel del 2021, un brusco e pericoloso arretramento nel 2022, ponendo la Basilicata ultima tra le regioni del Sud per PIL oltre che per livelli occupazionali.
Per il Coordinamento delle associazioni datoriali del settore agricoltura, commercio, turismo, artigianato, cooperazione e servizi aderenti ad -Agenda Basilicata imprese, diventa una priorità istituire un fondo per arginare gli aumenti dei costi energetici e dei carburanti.
Si aggiunga alla difficile situazione socio-ecomomica quanto accade sul versante dello spopolamento in Basilicata, in particolare per la fuga di giovani: negli ultimi 20 sono andati via circa 40.000 giovani sotto i 35 anni dalla Basilicata e di questi negli ultimi 2 anni 2020/22 il 55 % che ha lasciato la Basilicata è laureato (il dato e il più alto della media di tutte le Regioni del SUD).
Sicuramente l’attuale fase che vive il sistema produttivo – continua la nota – è pesantemente segnata dagli aumenti esponenziali dei costi di produzione ed in particolare delle materie prime a partire da energia e carburanti.
Basti pensare cosi come confermato dallo SVIMEZ le Imprese del sud Italia sostengono costi per energia pari al doppio di quelle del nord e oltre il 50% in più di quelle del centro Italia, se a questo si aggiungono alcuni altre due componenti negative che sono la mobilità e i trasporti e la modesta qualità delle connessioni per i quali si spende mediamente il 40% in più del resto del paese.
Questo stato di cose – a parere di Agenda Basilicata Imprese – va arginato con adeguate misure di sostegno e di concrete misure che nell’immediato devono permettere di superare la difficilissima e turbolenta fase che stiamo vivendo.
A parere del coordinamento urge predisporre apposite misure da parte della Regione Basilicata destinate a sostenere il diffuso reticolo delle PMI, affinché si possa favorire concretamente quell’azione di ammodernamento dell’intero sistema produttivo lucano all’interno del più generale processo di transizione energetica posto in essere a livello di U.E..
Il tutto va posto in essere con immediatezza e vanno approvate misure certe e misurabili poiché ogni ulteriore procrastinazione potrebbe determinare la chiusura di migliaia di PMI, considerata la drammatica situazione in cui versano onde evitare che nelle prossime settimane molte aziende chiudano i battenti”.
Pino Giordano, Segretario Provinciale dell’Ugl Matera
“A sentire che anche per il 2023 ci sarà una piccola recessione viene da rabbrividire ed è certamente un peccato per la Basilicata. Il direttore generale dello Svimez, Luca Bianchi, lo ha confermato. Per l’Ugl, l’incompiutezza dello sviluppo meridionale è espressa dallo squilibrio dei piatti della bilancia geografica: a un nord che stenta a mantenere il suo equilibrio si contrappone il sempre più insostenibile peso della situazione meridionale. Si rimarca che non può avvenire un tanto acclamato rilancio della crescita economica del mezzogiorno, facendo a meno delle risorse della Basilicata, risorse dei quali sono i giovani talentuosi che abbandonano la regione”.
E’ quanto sostiene Pino Giordano, Segretario Provinciale dell’Ugl Matera a margine di quanto detto a Potenza, dal direttore generale dello Svimez, Luca Bianchi, in un incontro su ‘L’economia e la società del Mezzogiorno’, organizzato dalla Camera di Commercio di Potenza per aprire un focus sui recenti dati del rapporto Svimez 2022 in relazione alla Basilicata.
Per Giordano, “è ciclico, incessantemente dal giorno dell’Epifania una lunghissima carovana di giovani e meno giovani lascia la nostra terra, talenti che portano con loro le proprie capacità, il proprio coraggio, il proprio entusiasmo e anche più prosaicamente i propri soldi. Ed è la triste verità, scendono per Natale, ripartono col ‘pacco da giù’, perché non è stato dato loro la possibilità di rimanere. I dati del direttore Svimez, Bianchi sul rapporto Sud, ci confermano che nel 2020 dalla Basilicata sono andati via 2.002 giovani dei quali oltre mille sono laureati.
L’Ugl – prosegue Giordano – è molto critica, i mandanti di questo esodo si conoscono: politici che non hanno saputo trasformare le nostre risorse naturali in opportunità di lavoro, in qualità della vita. Tra le cause maggiori che inducono a lasciare il nostro Paese, la mancanza di lavoro.
E’ stagnante la tendenza ormai radicata e destinata ad aumentare nel tempo, che lascia un territorio, pieno di possibilità in potenza, privo di qualsiasi valido sostegno cui aggrapparsi per risorgere. Territorio vittima di un sud sempre più malato in un’Italia a due velocità.
Se fuggono le persone migliori, la speranza di un reale cambiamento rimane lontana anni luce. Si è assistito finora incessantemente ad un’assenza del loro coinvolgimento sull’economia conseguentemente, il lavoro è risultato limitato.
E qui – conclude Giordano – si chiedono progetti e programmi credibili, da verificare periodicamente ma il nodo è proprio questo, monitorare tutto quello che produttivamente si avvia registrando i risultati affinché si producano reddito, lavoro e occupazione. L’Ugl è pronta con uomini, idee e strutture ed è soprattutto aperta al confronto e in linea con una Regione che deve necessariamente ripartire”.