Sabato 19 novembre 2022 – Circolo La Scaletta, Casa Ortega, Fondazione Zetema, Centro Carlo Levi, Aiart Basilicata, Aism, Serra Club, Lyons Club Matera Host e Cooperativa Synchronos hanno aderito alla raccolta di firme per la presentazione di una proposta di legge di iniziativa popolare, che vede tra i suoi promotori l’economista Gianfranco Viesti, per la modifica degli articoli 116 e 117 della Costituzione e per fermare il progetto di autonomia differenziata voluto dalle Regioni Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna.
In una riunione che si è svolta nei giorni scorsi nei locali del Circolo La Scaletta, i rappresentanti delle associazioni hanno redatto un documento che mette insieme i motivi della contrarietà ad una proposta divisiva e devastante per l’unità nazionale.
La petizione può essere firmata online collegandosi al sito: www.coordinamentodemocraziacostituzionale.it.
L’autonomia differenziata, così come proposta – si legge nel documento delle associazioni – non attua l’auspicato federalismo costituzionale ma il federalismo regionalizzato, non equo e solidale, seminatore di conflittualità e ostile alla necessaria ricomposizione economica e sociale tra i territori della Repubblica. Questo federalismo regionalizzato è una soluzione scellerata perché riproporrebbe con cinismo il sistema squilibrato tra Nord e Sud.
La manovra messa in atto nella precedente legislatura – si legge ancora nel documento – con l’inserimento del disegno di legge sull’autonomia differenziata tra i collegati alla manovra finanziaria rappresenta la solenne smentita dei buoni propositi “meridionalistici”, impedisce, a norma dell’art. 75, comma 2, della Costituzione, l’eventuale ricorso dei cittadini allo strumento del referendum abrogativo e tende a soffocare il dibattito nelle aule parlamentari in quanto la possibilità di emendare in aula un testo collegato alla legge di bilancio risulta fortemente limitata dai Regolamenti di Camera e Senato.
Rapportare il finanziamento dei servizi al gettito fiscale significa – conclude il documento – stabilire un principio estremamente corrosivo in quanto i diritti di cittadinanza, a cominciare dall’istruzione e dalla salute, possono essere diversi tra i cittadini italiani, maggiori laddove il reddito pro-capite è più alto.
In conclusione la denunciata e inquietante proposta si pone in palese contraddizione con la affermata volontà di superare lo storico squilibrio territoriale del nostro Paese e si rivela portatrice di una virale aggressione al principio costituzionale della democrazia partecipata.
Con tale spirito – sostengono i responsabili delle associazioni firmatarie della petizione – facciamo appello alle coscienze libere della Nazione, donne e uomini d’Italia, ai rappresentanti delle istituzioni repubblicane e delle comunità nazionali presenti in Parlamento, nelle Regioni e negli enti locali, alle espressioni del mondo delle imprese e del lavoro, perché aderiscano al presente documento, diventino apostoli della fondata denuncia e protagonisti di un movimento di aggregazione e di lotta talmente numeroso da divenire autorevole contraddittore di una scelta politica così perniciosa per il futuro del Mezzogiorno e della stessa Italia”.