Domenica 6 novembre 2022 – “La pace non piove dal cielo. E’un seme che germoglia dal terreno della vita”,così mons. Ligorio, nel santuario di Pompei, ha esortato i pellegrini lucani dell’Unitalsi venuti a pregare per la pace, a fare ognuno la propria parte, perché “La pace da desiderare non ha nulla a che vedere con l’essere lasciati in pace”, ha detto.
Tra i banchi del santuario a seguire l’omelia e la concelebrazione presieduta dall’arcivescovo di Potenza, 1600 pellegrini unitalsiani che stamane di buon’ora sono partiti da una quarantina di comuni lucani per rispondere all’appello del Papa perché ”tacciano le armi e si cerchino le condizioni per avviare negoziati “ nella martoriata Ucraina.
Il pellegrinaggio mariano – guidato da mons. Ligorio – è stato la modalità scelta dalle sei diocesi della Basilicata che hanno così voluto partecipare con la preghiera, alla giornata di pace, in contemporanea con la grande manifestazione di Roma organizzata dalla “ rete italiana, Pace e Disarmo”, cui hanno aderito quasi tutte le associazioni ed organizzazioni cattoliche.
“Non ha nulla da spartire con Dio chi non è in grado di ritessere continuamente vie di comunione e vede nell’altro non più il fratello ma un antagonista da eliminare ad ogni costo”, ha scandito mons. Ligorio, rivolgendosi ai pellegrini lucani che hanno riempito praticamente da soli il santuario per la concelebrazione eucaristica alla quale hanno preso parte anche una ventina di sacerdoti che hanno accompagnato i rispettivi fedeli dalle parrocchie di provenienza.
35 i pullman utilizzati, organizzati dalla sezione lucana dell’UNITALSI, dove insieme ai pellegrini e ai volontari hanno trovato posto anche una cinquantina di disabili che non hanno voluto far mancare le loro preghiere ad una invocazione così corale.
E sono proprio gli organizzatori dell’UNITALSI a sostenere che quello di oggi è stato tra i pellegrinaggi maggiormente partecipati.
Prima della messa, sono stati deposti e benedetti ai piedi dell’altare, sotto lo sguardo della Vergine, cartelli che riportavano le parole d’ordine che accomunano oggi tutto il “popolo della pace”, “negoziato immediato”, “subito il sessate il fuoco”, ”beati gli operatori di pace”.
“La pace – ha concluso mons. Ligorio – è sempre frutto della giustizia. Senza giustizia, infatti, i conflitti non avranno mai fine e la pace sarà solo la vittoria del più forte”.