Mercoledì 26 ottobre 2022 – “Il futuro della Stellantis di Melfi e di tutto il comparto italiano dell’auto è ad altissimo rischio. Non bisogna più perdere tempo per mettere in campo misure urgenti. Tra le emergenze assolute di cui il nuovo Governo dovrà immediatamente occuparsi c’è quella della produzione delle auto in Italia, un settore che è la spina dorsale di una fetta importante dell’economia del paese e soprattutto del sud.
È stata una lenta agonia.
La produzione italiana dell’auto è passata da 2.200.000 auto prodotte negli anni ‘90 a 400.000 circa nel 2022″.
A lanciare l’allarme è l’assessore regionale alle Attività Produttive, Alessandro Galella.
Dieci anni fa se ne producevano oltre 400.000 solo sette nell’impianto di Stellantis di Melfi. In un silenzio assordante nella zona industriale di Melfi si sono già persi oltre 2000 posti di lavoro tra l’azienda principale e l’indotto. La coincidenza di diversi fattori, Covid, mancanza di microchip e di materie prime, la folle decisione dell’Europa di vietare la produzione di auto a motore termico, la nuova proprietà non italiana, scelte industriali calibrate su una produzione europea, hanno profondamente cambiato gli orizzonti dell’industria delle auto.
Gli ammortizzatori sociali e i licenziamenti consenzienti in cambio di denaro, hanno tamponato la contingenza ma probabilmente hanno nascosto i veri problemi.
Inoltre le istituzioni si ritrovano a vivere il dramma della Stellantis di Melfi senza un confronto profondo con i vertici dell’azienda europea.
La demolizione Lo smantellamento di una delle due linee di produzione dello stabilimento della linea di produzione destinata ad auto di piccole e medie dimensioni, la scelta di produrre quattro modelli di auto full electric di grandi dimensioni dal costo orientativo di oltre 50.000 euro e un presunto ulteriore nuovo modello, ci proiettano verso numeri di produzione nella migliore delle ipotesi non oltre le 180.000 auto, lontanissimi quindi dalla piena produzione di qualche hanno fa. Anche con un quinto modello si potrebbero raggiungere le 180.000, questo porterà ad una perdita di migliaia di posti di lavoro diretti e indiretti. Questo solo in Basilicata.
A tutto questo – prosegue Galella – va affiancato il problema della competitività della zona industriale di Melfi con le altre zone di produzione italiane, ma soprattutto ai costi di produzione di altri paesi come la Spagna o il Portogallo che a Stellantis stanno stendendo tappeti rossi.
Purtroppo i dati parlano sembrano confermare costi di produzione più alti in Basilicata di qualsiasi altro stabilimento italiano, costi determinati da diversi fattori: tassazione, costi dei fattori produttivi (energia in primis), produttività ed altro.
Tutto questo ci mette di fronte alla necessità indissolubile di scelte e provvedimenti importanti, profondi, radicali, senza i quali non riusciremo a risolvere il problema.
Scelte che solo il Governo potrà mettere in campo se vuole decidere di tutelare la produzione di auto in Italia.
Scelte che incentivino la competitività italiana rispetto agli altri paesi europei. Servono misure urgenti che salvino un’eccellenza italiana, l’automotive, dalla fine impietosa che ha già fatto il comparto manifatturiero.Dobbiamo evitare la chiusura degli stabilimenti come è accaduto in Serbia, dove la Stellantis ha chiuso i battenti. Il Governo dovrà tenere ben presenti i costi sociali che deriverebbero da una lenta morte dell’industria dell’auto, che in particolare al sud e in Basilicata sarebbe incalcolabile.
Se si vogliono attuare serie politiche per il Sud, considerato che il 92% della produzione di auto è proprio nel sud del paese, si devono mettere a disposizione del settore misure e interventi straordinari.
Abbiamo da poco scoperto e aderito al gruppo di Regioni che in Europa producono auto e il 17 novembre parteciperemo a Lipsia alla prima riunione che vuole ottenere come principale obiettivo l’attenzione del Governo europeo.
La Regione Basilicata – ricorda Galella – ha già dato vita ad un bando per l’efficientamento energetico delle aziende, un avviso pubblico per i contratti di sviluppo per attirare nuovi investimenti, entrambi con un contributo pubblico fino al 50%.
Inoltre realizzeremo un bando specifico solo per la zona industriale di Melfi per favorire gli investimenti necessari alle aziende dell’indotto per adeguarsi alle esigenze delle auto full electric.
Infine, siamo vicinissimi alla consegna della richiesta al MISE per il riconoscimento dell’area di crisi complessa.
Sono certo – conclude Galella -che i nostri rappresentanti lucani si faranno portavoce in Parlamento dei tanti lavoratori che guardano con preoccupazione al futuro dell’automotive in Basilicata e in tutta Italia e non ho dubbi che Giorgia Meloni e i Ministri competenti saranno determinati nel tutelare ad ogni costo questo fondamentale settore di produzione industriale”.