Venerdì 7 ottobre 2022 – Reazioni e commenti dal mondo politico e da quello sindacale sull’inchiesta della magistratura nella quale sono indagati amministratori e politici (VEDI).
Raffaele La Regina, segretario Pd Basilicata
“Quello che emerge in Basilicata dalle indagini della Dda è inquietante drammatico perchè travolge una regione profondamente ferita che merita serietà, rispetto e impegno.
Nel più assoluto garantismo verso gli indagati, si ripone la totale fiducia verso la magistratura che saprà fare chiarezza.
Si tratta di accuse preoccupanti che coinvolgono la sfera istituzionale del centrodestra lucano che governa la Regione e siede in Parlamento.
Accuse che, se confermate, apriranno una voragine politica dalla quale si uscirà solo facendo fronte comune fra le migliori energie civili e politiche di questo territorio”
Luca Braia, Mario Polese (Italia Viva)
“Quello che sta accadendo in queste ore nei palazzi della politica lucana sta avendo una eco mediatica molto forte. Da parte nostra nessuna volontà di strumentalizzare per fini politici. Siamo convintamente garantisti e non barattiamo il nostro modo di essere, e di interpretare la politica, a seconda delle stagioni o delle casacche politiche. Per questo, ribadendo massima fiducia nel lavoro della magistratura auguriamo agli esponenti politici, coinvolti di poter dimostrare la piena estraneità dai fatti per i quali sono indagati.
Allo stesso tempo – sottolineano i due esponenti di Italia Viva – esiste una questione politica che non può essere taciuta. Le indagini coinvolgono, a vari livelli, la gran parte del Governo regionale, compreso il presidente Vito Bardi. Al netto delle vicende giudiziarie che seguiranno il loro corso, c’è da garantire il perfetto funzionamento del massimo ente regionale. Per questo confidiamo che il presidente Bardi faccia chiarezza al più presto per il bene della Basilicata e dei lucani. Sarebbe grave per tutti ‘sospendere’ l’attività politica che invece deve continuare a garantire il massimo dell’efficienza al fine di dare le risposte che la comunità lucana attende”.
Vincenzo Tortorelli, segretario regionale Uil
“Il primo interesse del sindacato è quello di garantire che il diritto alla salute dei cittadini trovi piena attuazione, soprattutto in un’area come quella del Lagonegrese che ne ha più bisogno per i noti problemi di inadeguatezza da superare. Nel contempo assicurare condizioni di lavoro per il personale sanitario alle prese con le gravi emergenze, alcune generate dalla pandemia a partire dal dramma delle liste d’attesa e della riorganizzazione del sistema sanitario nell’intero territorio regionale.
Senza entrare nel merito dell’inchiesta della Dda di Potenza per il rispetto dovuto alla magistratura e ai responsabili istituzionali coinvolti – prosegue Tortorelli – raccogliamo il diffuso sentimento di sconcerto per il quadro che la magistratura delinea. Al sindacato spetta rilanciare l’esigenza di affermare i principi di legalità e rispetto della legge specie nella gestione di un settore come la sanità che va sottratto ad ogni interesse di parte”.
Angelo Summa, segretario Cgil Basilicata
“L’operazione della DDA di questa mattina, stante le notizie degli organi di stampa, disvela un sistema clientelare e affaristico figlio di quella occupazione delle istituzioni pubbliche che è diventata ormai una prassi in questa Regione.
Siamo stati gli unici a denunciare, anche con un esposto alla Corte dei Conti – continua – ciò che si stava delineando in regione attraverso l’adozione del Regolamento di delegificazione avente ad oggetto Ordinamento amministrativo della Giunta regionale della Basilicata.
Un chiaro disegno di accentramento di poteri e funzioni in seno al Gabinetto della Presidenza della Giunta – afferma Summa – con una conseguente commistione tra potere politico e gestionale, foriera di una ingiustificabile ingerenza degli organi politici nella funzione gestionale. Il tutto in barba alle norme che sovraintendono la cosa pubblica e che prevedono espressamente la separazione tra potere politico e amministravo.
Un regolamento – prosegue -che sottende una autoreferenzialità di sistema sancendo di fatto una organizzazione tutta incentrata sul pieno controllo da parte del Presidente Bardi degli uffici e delle direzioni dipartimentali fino a svuotare anche l’ufficio legale, concentrando consulenze esterne e incarichi di patrocinio legale su qualche fido professionista esterno.
A ciò si aggiungono tutte le nomine fatte, a partire dall’Arpab per finire con quella del Direttore Generale dell’ASP (Stopazzolo), quest’ultima pervicacemente sostenuta con fantasiosi pareri legali nel vano tentativo di superare divieti posti dalle norme. Un errore pensare di governare sul postulato di scelte individuali e non frutto di decisioni collegiali.
E questo è l’ epilogo di una maggioranza che ha pensato che governare significa occupare , a qualunque costo, anche violando norme in nome di un consenso ricevuto.
Mentre i lavoratori e i cittadini fanno i conti con una crisi economica e sociale che sta mettendo a rischio migliaia di posti di lavoro, chi dovrebbe misurarsi con questi problemi provando a dare risposte concrete è intento a fare altro, gettando fumo negli occhi dei lucani con il facile spot del gas gratis nel mentre utilizza la propria funzione istituzionale per accrescere potere ed affari.
Auspichiamo che anche la corte dei conti faccia fino in fondo la propria parte verificando la legittimità del regolamento amministrativo e le nomine fino ad ora fatte da questo governo regionale.
La CGIL di Basilicata – conclude Summa – continuerà a battersi per la legalità e il rispetto delle istituzioni pubbliche quali fondamento della democrazia, senza la quale non c’è futuro di sviluppo del nostro territorio”.
Vicenzo Cavallo, segretario regionale Cisl – Serafino Rizzo, segretario Cisl Medici – Pino Bollettino, segretario generale Cisl Fp
“Il fatto rilevante è che ancora una volta la sanità lucana finisce nel mirino della magistratura, segno che ci sono problemi strutturali che la politica non ha saputo o voluto risolvere. In attesa di comprendere i contorni esatti della vicenda e fermo restando il principio della presunzione d’innocenza per tutti gli indagati, è di tutta evidenza che la sanità lucana, anche in ragione dei cospicui investimenti previsti dal PNRR, necessita di una profonda opera riformatrice che metta al centro i bisogni di salute del cittadino, dalle liste di attesa alla medicina territoriale, e assicuri la piena trasparenza dei processi decisionali e degli appalti. Se non è in grado di farlo la politica regionale, si prenda in considerazione anche l’ipotesi del commissariamento”. Lo ha detto stamane il segretario generale della Cisl Basilicata Vincenzo Cavallo commentando l’inchiesta della Direzione distrettuale antimafia di Potenza sulla sanità lucana.
Secondo Cavallo “non sono ammissibili zone grigie e collusioni quando è in gioco la salute dei cittadini. Sono questioni che la Cisl e tutto il movimento sindacale lucano pongono da anni con forza e determinazione nella convinzione che una vera riforma sanitaria non può essere concepita in camera caritatis senza confronto e condivisione con le forze sociali della regione e in nome di una concezione autocratica del potere. Siamo davanti al fallimento della politica e di una filosofia di governo che pensa di poter risolvere i problemi senza confronto sociale, con un danno gravissimo inferto alla credibilità delle istituzioni e alla tutela di un diritto fondamentale come quello alla salute”.
Per il segretario della Cisl Medici Basilicata Serafino Rizzo “la frequenza di inchieste che hanno come oggetto il sistema sanitario regionale impone una seria riflessione di natura etica e politica. Noi come sindacato pretendiamo che si faccia piena luce non solo dal punto di vista giudiziario, con tutte le garanzie del caso, ma soprattutto dal punto di vista politico. Per questo consideriamo necessaria la costituzione di una commissione parlamentare d’inchiesta sulla sanità lucana”.
Secondo il segretario generale della Cisl Fp Basilicata Pino Bollettino “da tempo denunciamo le carenze e le inefficienze del sistema sanitario regionale, con il progressivo abbandono del territorio e l’impoverimento della rete assistenziale in termini di risorse umane e competenze. Questa ennesima inchiesta conferma che da troppo tempo le esigenze di salute dei cittadini e la valorizzazione delle tante professionalità che operano nella sanità lucana non sono la priorità della classe politica regionale”.