Martedì 20 settembre 2022 – Da stasera mons. Francesco Antonio Nolè, arcivescovo di Cosenza deceduto al Gemelli di Roma il 15 settembre, riposa nella cripta della cattedrale di Potenza, in quella che era la sua diocesi di origine, accanto a mons. Bertazzoni che fu il vescovo della sua giovinezza, e a mons. Vairo che proveniva proprio dalla chiesa di Cosenza che lui ha governato dal 2015 ad oggi.
La tumulazione, nella cappella dell’Immacolata, è avvenuta a conclusione delle esequie che si sono tenute , in una cattedrale affollata di fedeli e di autorità , nel pomeriggio di oggi con una solenne concelebrazione presieduta dall’arcivescovo di Potenza mons. Salvatore Ligorio.
L’altare maggiore è stato attorniato per tutta la funzione da quattro vescovi e da una settantina di sacerdoti provenienti non solo dalla diocesi di Potenza ma anche da quella di Tursi che mons. Nolè ha retto per 15 anni, e di Cosenza, che hanno seguito il loro vescovo per la sepoltura.
Molti tra i concelebranti anche i frati conventuali francescani, l’ordine religioso del quale il Presule defunto faceva parte da quando era appena un ragazzino. mons. Nolè – 74 anni – era infatti entrato nel convento di Nocera Inferiore partendo da Giuliano, alle porte di Potenza, e nella sua frazione è stato accolto ieri sera dopo i funerali nella cattedrale di Cosenza, esposto nella chiesetta, all’affetto della sua gente che per tutta la notte l’ha vegliato per un ultimo saluto.
Mons. Ligorio da subito ha offerto ai familiari un loculo nella cripta della cattedrale considerando mons. Nolè figlio della diocesi di Potenza ed ha voluto intorno a sè per i funerali i confratelli vescovi che lo hanno conosciuto nell’azione pastorale.
Erano infatti presenti il predecessore e il successore di Nolè sulla cattedra di Tursi-Lagonegro, mons. Rocco Talucci e mons. Vincenzo Orofino, l’arcivescovo di Acerenza mons. Francesco Sirufo suo collaboratore sempre a Tursi; e poi mons. Pasquale Cascio vescovo di sant’Angelo dei Lombardi e mons. Francesco Alfano vescovo di Sorrento suoi amici ed estimatori.
L’omelia è stata affidata a mons. Orofino, l’uomo che forse l’ha conosciuto meglio sotto il profilo umano e di fede, per essere stato prima vicario generale di Tursi-Lagonegro e poi successore ereditandone il pastorale come vescovo.
E più che una omelia si è trattato di una testimonianza tesa a mettere in evidenza il carisma francescano di mons. Nolè “che – ha detto – predicava e praticava una chiesa della gioia e della letizia, che considerava la vita come un pellegrinaggio verso la meta, sulle tracce di quello che viene comunemente considerato lo statuto sociale e politico del cristiano e cioè le beatitudini”.
Non a caso è stato proprio questo il brano del vangelo di Matteo scelto per le esequie del vescovo francescano: beati i poveri, gli umili , i misericordiosi e il pacificatori “perché saranno chiamati figli di Dio” .