sabato 10 settembre 2022 – “Costruire soluzioni per favorire e accompagnare la transizione ecologica”. È l’appello lanciato al governo regionale dal segretario generale della Cgil Basilicata, Angelo Summa, oggi a Potenza dal palco di piazza Don Bosco per il secondo appuntamento delle Giornate del Lavoro della Cgil Basilicata – Un mondo nuovo che ha visto la partecipazione del segretario Cgil nazionale Maurizio Landini. Al dibattito “Transizione ecologica, energetica e mobilità sostenibile”, oltre a Summa e a Landini, sono intervenuti Anna Donati, responsabile Mobilità Kyoto Club; Federico Butera, professore emerito di fisica tecnica ambientale al Politecnico di Milano e Francesco Starace, amministratore delegato Enel.
“”Bisogna innanzitutto sostenere i redditi: le persone non arrivano a fine mese” ha detto Landini come riporta Trg Basilicata.
“Credo – ha aggiunto – che il primo tema di fondo sia quello di redistribuire ai cittadini, ai lavoratori e ai pensionati gli extraprofitti che sono stati fatti in questa fase straordinaria di crescita dell’inflazione e dei prezzi”. “Accanto a questo – ha proseguito Landini – c’è bisogno di creare lavoro e quindi c’è bisogno di una politica di investimenti che utilizzi bene i fondi del Pnrr”.
Landini ha anche parlato dello studio della fondazione Di Vittorio che calcola in 9 milioni le persone in difficoltà con il lavoro. “La metà di questi 9 milioni sono lavoratori precari, un’altra parte è composta da chi è disoccupato o non è nella condizione di poter lavorare perché fragile o ha particolari situazioni famigliari”. “E’ chiaro che una campagna elettorale dovrebbe rispondere a questi temi e dovrebbe indicare come si affrontano”.
“Come Cgil – ha detto Summa – presentiamo oggi un pacchetto di proposte finalizzato al rilancio dello sviluppo economico e occupazionale della regione che punti dritto alla transizione ecologica, che è il tema dei temi. In particolare la transizione energetica è la partita su cui si gioca il futuro non solo dell’Italia ma dell’Europa e del mondo. La stessa non è da analizzare esclusivamente in chiave economica, ma deve essere socialmente giusta e a tutela dei lavoratori. Non è possibile immaginare una transizione ecologica, né tanto meno la neutralità climatica, senza seri piani di decarbonizzazione e senza un piano di accompagnamento di riconversione delle competenze, come invece sta accadendo, causando forti perdite occupazionali”.
Summa ha sottolineato come “il passaggio alla transizione ecologica, a oggi, stia colpendo i posti di lavoro. Quello che sta succedendo nel settore dell’automotive e nel suo indotto è sotto gli occhi di tutti. Occorre generare investimenti, sviluppare una politica industriale chiara in grado di creare nuove attività produttive e aiutare i lavoratori e le lavoratrici ad essere ricollocati per avere una reale prospettiva di riqualificazione. In tale passaggio, senza una programmazione combinata di misure di sviluppo e di coesione, si rischia una emorragia di posti di lavoro e un’amplificazione della forbice dei divari sociali.
Tra dieci anni – ha ricordato il segretario – la Basilicata, così come il resto dell’Europa, dovrà uscire dal fossile e questo segnerà il futuro dello sviluppo della nostra regione. Da tempo la Cgil ha lanciato la sfida della transizione ecologica quale condizione fondamentale dello sviluppo della Basilicata, consegnando alla giunta regionale proposte di sviluppo e di interventi: dai progetti di ricerca sullo sviluppo di tecnologie di utilizzo dell’idrogeno alla ricerca e all’implementazione di tecnologie per il recupero e la rigenerazione delle batterie e la riconversione delle sue componentistiche, fino a un piano di rilancio della Val Basento puntando sulla chimica verde e sulla piattaforma logistica, sulle opportunità delle Zes e sulla diversificazione produttiva dell’indotto di Melfi, passando per lo sviluppo di nuove opportunità ad alto contenuto tecnologico nei settori delle innovazioni energetiche”.
Da Potenza Summa ha ribadito la posizione della Cgil rispetto alla legge regionale sulle compensazioni ambientali e il “gas gratis ai lucani”: “Rispetto alla crisi che attanaglia l’intero sistema paese – ha detto – la nostra regione dispone di risorse finanziarie aggiuntive derivanti dalle compensazioni ambientali e dal gas che non dovrebbero essere disperse in interventi a pioggia, ma rappresentare una opportunità per contrastare gli effetti di una recessione in corso. E come argomentare sugli ingenti extraprofitti prodotti, in questi mesi, dalle imprese che operano nei settori energetici a partire proprio dalle compagnie petrolifere che estraggono in Basilicata? Qualcuno si è posto il problema di quantificare gli importi di tali surplus? Extraprofitti che andrebbero tassati e ridistribuiti sui territori a beneficio della collettività. In questo particolare momento storico – ha aggiunto Summa – occorre più che mai rimettere al centro delle iniziative politiche le proposte raccolte dai territori, dalle parti sociali, per affrontare congiuntamente la crisi economica e sociale in atto e ridando autorevolezza alle funzioni della partecipazione democratica”.
Alcune proposte, secondo il leader della Cgil lucana, necessitano di essere attivate “immediatamente” per sostenere le famiglie e le imprese “ed evitare il serio rischio di una implosione del sistema sociale e produttivo della Basilicata e della tenuta occupazionale. A partire dalla istituzione di un fondo regionale per la transizione ecologica, un Recovery Fiund necessario per sostenere i salari, i settori produttivi così da salvaguardare l’occupazione e/o ammortizzare le conseguenze della perdita di posti di lavoro. Lo stesso fondo dovrebbe prevedere, inoltre, una dotazione finanziaria finalizzata a integrare la retribuzione della cassa integrazione e degli altri ammortizzatori sociali a copertura del 100% dello stipendio. Questa è una misura ancora più necessaria in questo periodo di crisi in cui si sta assistendo a un crollo repentino del potere di acquisto. Ma servono, subito, vista la recente modifica e proroga degli aiuti di Stato temporanei per il caro energia, anche interventi urgenti a favore delle imprese: una misura di liquidità a copertura dei costi delle bollette di luce e gas per evitare il rischio di chiusura di molte attiva a causa delle difficoltà delle realtà imprenditoriali che si sono viste arrivare in questo mese bollette di energia e gas triplicate del 300% e provare a tamponare l’emorragia di posti di lavoro causata”.
E ancora, “occorre definire un piano strategico di interventi a medio lungo termine per la transizione energetica che preveda un coinvolgendo anche dei i grandi players che operano in Basilicata, a partire da Eni e Total, in grado di mettere a sistema le varie potenzialità di energia rinnovabile realizzabili sul territorio sfruttando le risorse naturali disponibili. Un piano che preveda investimenti per accelerare il processo di decarbonizzazione, incentivare la transizione ecologica delle piccole e medie imprese, promuovere e supportare la creazione e l’adesione del sistema produttivo e degli enti locali alle comunità energetiche, favorire percorsi di costituzione di smart grid e investire su ricerca, innovazione e competitività”. In prospettiva per Summa “la Val D’agri e la Val Basento possono diventare i poli hub delle energie da fonti rinnovabili in una stretta connessione per il rilancio eco-sostenibile del settore dell’automotive e dell’intero indotto.
Strategico è il rilancio di un polo industriale della chimica verde in Val Basento in connessione con il comparto agricolo provando a portare a reddito ed autofinanziamento il lavoro di migliaia di forestali regionali che nelle loro attività di manutenzione dei territori possono reperire le biomasse per alimentare le bioraffinerie e recuperando, tra l’altro, le expertices di professionalità impegnate per anni nel petrolchimico; tutto in un’ottica green ed ecosostenibile”.
Secondo il segretario è poi “prioritaria la definizione di una strategia regionale dell’idrogeno di cui la Basilicata ancora non dispone per programmare le possibili applicazioni e le modalità di investimento in questo campo.
Con le risorse che saranno assegnate alla Basilicata dal Pnrr, da integrare con ulteriori risorse provenienti dai nuovi accordo Eni e Total si potrebbe immaginare che in Val d’Agri si possa sviluppa un indotto produttivo attivo nel campo dell’idrogeno, nelle filiere della mobilità della produzione e degli usi industriali, già in grado di produrre sistemi e componenti per i mercati internazionali, prevedendo nell’area industriale di Viggiano, lo sviluppo di un cluster di imprese e centri di ricerca (sul modello francese dei poles de développement) attive nella R&S e produzione di componenti per la motoristica a idrogeno e per le centrali di energia alimentate ad idrogeno verde (celle, batterie, accumulatori, serbatoi ed altri componenti)”.
Serve infine “rivendicare un piano straordinario di rilancio del polo dell’automotive da sottoporre all’attenzione del governo nazionale unitamente alle parti datoriali e sindacali con l’obiettivo di provare ad aumentare le linee e i volumi produttivi dello stabilimento di Melfi. Si tratta cioè di assecondare la conversione “elettrica” di Stellantis, trasferendo alle aziende di componentistica oggi esistenti la necessaria tecnologia, formare il personale, creare meccanismi incentivanti per gli investimenti in nuovi macchinari ed attrezzature”. Così come “serve rilanciare il campus di ricerca di Melfi, oggi quasi inattivo, e trasformarlo in un centro di eccellenza per implementare la ricerca e l’implementazione di tecnologie.
La Basilicata – ha concluso Summa – ha una straordinaria ricchezza, che potrebbe farne una delle regioni-guida dell’Europa: il suo patrimonio ambientale. Tale ricchezza, però, non ha condotto allo sviluppo della regione perché la politica l’ha letta e interpretata in chiave difensiva, come protezione, e compensativa, come contropartita meramente finanziaria (e mal utilizzata nella spesa pubblica regionale) dell’utilizzo di tali risorse. È arrivato il momento che il patrimonio ambientale sia usato in chiave pro-attiva, come leva di sviluppo, occupazione, lotta alla povertà e progresso mettendo le ingenti risorse finanziarie disponibili in un grande piano di sviluppo economico e sociale regionale”.
“Le Giornate del Lavoro – ha infine sottolineato la segretaria regionale Giuliana Scarano – sono un appuntamento radicatosi nel corso degli anni e mai interrotto, neanche nel pieno della emergenza pandemica, per non rinunciare a un luogo simbolo di approfondimento e confronto sociale e democratico, la piazza. Un mondo nuovo è il filo conduttore anche di questa decima edizione, nella quale proviamo con uno sguardo un po’ più lungo, andando oltre i grandi fattori di instabilità attuali, a focalizzare il confronto su una visione di ripresa all’insegna dei due grandi assi della transizione energetica e della sostenibilità. Sono questi gli snodi sui quali dovremo per forza di cose ripensare il nostro stile di vita, immaginare rinnovate modalità di approccio al mondo del lavoro, al welfare, al nostro vivere quotidiano”.
Al dibattito è seguito il concerto gratuito de Lo Stato Sociale.