Il Circolo La Scaletta è stato fondato nel lontano 1959 e da allora svolge il ruolo di sentinella del territorio Regionale cercando di coglierne in anticipo le criticità e le potenzialità, ai fini dello sviluppo e della occupazione, coniugandole con la salvaguardia e valorizzazione dello stesso. Una operazione culturale che si svolge da 63 anni perché tutti i cittadini ne prendano coscienza e soprattuto perché le classi dirigenti ne colgano gli aspetti positivi e, se condivisi, per le conseguenti azioni politiche. Si ritiene che chi conosce il Circolo non abbia nessuna difficoltà a riconoscergli questi meriti conseguiti nel tempo.Oggi si vive una situazione regionale, nazionale ed internazionale ai limiti della drammaticità e il prossimo Parlamento e Governo Nazionale dovranno affrontare e risolvere problemi socio-economici che si aggravano sempre più.La pandemia, prima, ma oggi soprattutto la guerra in Ucraina metteranno alla prova i sistemi nazionali in termini di capacità ed efficacia di azione governativa in direzione della ripresa socio economica, rivedendo od addirittura invertendo i modelli di sviluppo perseguiti fino ad ora.E’ evidente che per una Regione come la nostra con endemici problemi si spopolamento, denatalità ed emigrazione giovanile per mancanza di opportunità di lavoro il futuro è, nel caso, ancora più fosco.Negli ultimi mesi più volte questo Circolo ha posto all’attenzione degli enti di governo della Regione con documenti, comunicati stampa ed iniziative i problemi drammatico che vive la nostra Regione proponendo soluzioni che necessariamente devono trovare accoglimento anche presso il Governo ed il Parlamento Nazionali. Si è intervenuti sul PNRR e sui Fondi di Coesione chiedendo che la Regione attivasse azioni incisive presso il Governo perché si finanziassero interventi infrastrutturali e di servizi che si ritengono fondamentali per la tenuta dell’intera Regione e soprattutto per le sue aree interne che rappresentano il 70% della popolazione totale regionale. Si è prodotto un attento, scrupoloso e scientifico Report sulla drammatica situazione della sanità regionale con piccoli suggerimenti per arginare da subito l’esodo sanitario. Il risultato? Invece di attenzione un costante ed ulteriore aggravamento della emigrazione sanitaria in altre regioni.Si sono proposte soluzioni immediate ed a medio e lungo termine per risolvere il problema dello spopolamento, che adesso interessa non solo le aree interne ma anche i due capoluoghi di Regione, e della emigrazione giovanile. Si è proposto il rilancio funzionale dell’area industriale della Val Basento con piccoli ed immediati interventi come anche azioni che arrestino il trasferimento o la chiusura dei servizi essenziali nei piccoli centri con azioni di accorpamento che però vanno di pari passo con una viabilità più accessibile e sicura.Si sono posti altri problemi come quello di assegnare specificità alle varie realtà territoriali e non rincorrersi in sterili e fallimentari concorrenze ma, tant’è, questa pratica è addirittura febbrile in quest’ultimi tempi con una conseguente spalmatura di risorse che non sono in grado di far lievitare e/o consolidare ruoli ed iniziative.In questi giorni di campagna elettorale, poi, ancora una volta viene prospettata l’insidia dell’autonomia differenziata.È la caparbia riesumazione di un progetto divisivo voluto dai rappresentanti delle Regioni forti del Paese e finalizzato ad ottenere risorse pubbliche maggiori mediante trattenute su quote di gettito dei tributi dovuti. Indifferenti al dettato costituzionale della unità e della indivisibilità della Repubblica, continua il tentativo di violare il principio costituzionale affermante che l’attribuzione di risorse e di funzioni ad alcune Regioni non può prescindere dal rispetto dell’equilibrio perequativo tra tutte le Regioni italiane. Figurarsi quale potrebbe essere, se dovesse passare questo principio, il futuro del Meridione e di questa Regione.Situazione a dir poco drammatica per cui questo Circolo sente il dovere civico di porre alcune domande, alle/ai candidate/i di Parlamento e Senato che andranno a rappresentare questo territorio, e conoscere le loro posizioni e, nell’eventualità, le azioni che attiveranno perchè questa nostra Regione abbia un futuro che oggi sembra sempre più opaco. Sette domande sulle quali sarebbero estremamente gradite risposte chiare e ferme.Nuovi ruoli può assumere poi il comparto dell’agricoltura con quella cosiddetta di precisione come anche le nuove colture in terreni incolti per ottenere prodotti finalizzati alla produzione di energia pulita.E’ evidente che su questi temi un grande ruolo, di influenza e decisionale, lo esercitano i rappresentanti del Parlamento e del Senato del territorio. D’altronde per questo si è eletti. Si condividono questi punti, si ritengono obiettivi da conseguire? Quali azioni metterà in campo?Ringraziandola anticipatamente per l’attenzione che riserverà alla presente si attende un suo cortese riscontro affinché sia chiara la visione ed i progetti che come candidata/o metterà in campo per il futuro della nostra Regione”.
Giovedì 8 settembre 2022 – In vista delle imminenti elezioni politiche del 25 settembre prossimo, il circolo culturale La Scaletta ha pensato di sottoporre agli aspiranti deputati e senatori un questionario in sette punti per comprendere quale sia la loro posizione e quella del loro partito su argomenti ritenuti centrali per il Sud e per la Basilicata.
Autonomia regionale differenziata, Sanità, infrastrutture, deposito di scorie nucleari, rilancio della Valbasento, dialogo e dialettica con il territorio e con gli enti locali: questi gli argomenti su cui il Circolo ha voluto sollecitare i candidati.
Di seguito il testo integrale del messaggio inviato dal Presidente del Circolo Emilio Paolo Stasi (foto di copertina).
Il Circolo La Scaletta è stato fondato nel lontano 1959 e da allora svolge il ruolo di sentinella del territorio Regionale cercando di coglierne in anticipo le criticità e le potenzialità, ai fini dello sviluppo e della occupazione, coniugandole con la salvaguardia e valorizzazione dello stesso. Una operazione culturale che si svolge da 63 anni perché tutti i cittadini ne prendano coscienza e soprattuto perché le classi dirigenti ne colgano gli aspetti positivi e, se condivisi, per le conseguenti azioni politiche. Si ritiene che chi conosce il Circolo non abbia nessuna difficoltà a riconoscergli questi meriti conseguiti nel tempo.
Oggi si vive una situazione regionale, nazionale ed internazionale ai limiti della drammaticità e il prossimo Parlamento e Governo Nazionale dovranno affrontare e risolvere problemi socio-economici che si aggravano sempre più.
La pandemia, prima, ma oggi soprattutto la guerra in Ucraina metteranno alla prova i sistemi nazionali in termini di capacità ed efficacia di azione governativa in direzione della ripresa socio economica, rivedendo od addirittura invertendo i modelli di sviluppo perseguiti fino ad ora.
E’ evidente che per una Regione come la nostra con endemici problemi si spopolamento, denatalità ed emigrazione giovanile per mancanza di opportunità di lavoro il futuro è, nel caso, ancora più fosco.
Negli ultimi mesi più volte questo Circolo ha posto all’attenzione degli enti di governo della Regione con documenti, comunicati stampa ed iniziative i problemi drammatico che vive la nostra Regione proponendo soluzioni che necessariamente devono trovare accoglimento anche presso il Governo ed il Parlamento Nazionali. Si è intervenuti sul PNRR e sui Fondi di Coesione chiedendo che la Regione attivasse azioni incisive presso il Governo perché si finanziassero interventi infrastrutturali e di servizi che si ritengono fondamentali per la tenuta dell’intera Regione e soprattutto per le sue aree interne che rappresentano il 70% della popolazione totale regionale. Si è prodotto un attento, scrupoloso e scientifico Report sulla drammatica situazione della sanità regionale con piccoli suggerimenti per arginare da subito l’esodo sanitario. Il risultato? Invece di attenzione un costante ed ulteriore aggravamento della emigrazione sanitaria in altre regioni.
Si sono proposte soluzioni immediate ed a medio e lungo termine per risolvere il problema dello spopolamento, che adesso interessa non solo le aree interne ma anche i due capoluoghi di Regione, e della emigrazione giovanile. Si è proposto il rilancio funzionale dell’area industriale della Val Basento con piccoli ed immediati interventi come anche azioni che arrestino il trasferimento o la chiusura dei servizi essenziali nei piccoli centri con azioni di accorpamento che però vanno di pari passo con una viabilità più accessibile e sicura.
Si sono posti altri problemi come quello di assegnare specificità alle varie realtà territoriali e non rincorrersi in sterili e fallimentari concorrenze ma, tant’è, questa pratica è addirittura febbrile in quest’ultimi tempi con una conseguente spalmatura di risorse che non sono in grado di far lievitare e/o consolidare ruoli ed iniziative.
In questi giorni di campagna elettorale, poi, ancora una volta viene prospettata l’insidia dell’autonomia differenziata.
È la caparbia riesumazione di un progetto divisivo voluto dai rappresentanti delle Regioni forti del Paese e finalizzato ad ottenere risorse pubbliche maggiori mediante trattenute su quote di gettito dei tributi dovuti.
Indifferenti al dettato costituzionale della unità e della indivisibilità della Repubblica, continua il tentativo di violare il principio costituzionale affermante che l’attribuzione di risorse e di funzioni ad alcune Regioni non può prescindere dal rispetto dell’equilibrio perequativo tra tutte le Regioni italiane. Figurarsi quale potrebbe essere, se dovesse passare questo principio, il futuro del Meridione e di questa Regione.
Situazione a dir poco drammatica per cui questo Circolo sente il dovere civico di porre alcune domande, alle/ai candidate/i di Parlamento e Senato che andranno a rappresentare questo territorio, e conoscere le loro posizioni e, nell’eventualità, le azioni che attiveranno perchè questa nostra Regione abbia un futuro che oggi sembra sempre più opaco. Sette domande sulle quali sarebbero estremamente gradite risposte chiare e ferme.
- Voterà una legge sulla autonomia differenziata che non rispetti l’equilibrio perequativo tra tutte le Regioni italiane? Infatti il problema che ci sta di fronte è come si possano dare gli stessi diritti di cittadinanza (livelli essenziali di prestazione e fabbisogni standard) al Mezzogiorno senza diminuire la privilegiata spesa storica delle aree centro-settentrionali, le quali, per di più, pretendono di trattenere per i propri territori parte delle imposte.
- Alla luce della grave inefficienza del sistema sanitario nazionale, che il Covid ha posto all’attenzione dell’intero paese e del ruolo sostitutivo che ha dovuto svolgere il Governo Nazionale sarebbe favorevole a riportare allo stesso Governo Nazionale la gestione della salute pubblica come anche quella dell’istruzione?
- Che posizione assumerà e che azioni attiverà perché questa Regione, già ampiamente penalizzata in termini ambientali per la presenza della Trisaia e per i pozzi petroliferi, non diventi anche deposito nazionale per lo stoccaggio di scorie radioattive?
- La presenza nella nostra Regione di una “azienda globale di energia” vocata al processo di transizione energetica e partecipata dallo Stato e di un’altra multinazionale di energia dovrebbe indurre a rivendicare la costituzione, nel nostro territorio, di un laboratorio di ricerca e sperimentazione, di rilevanza europea, che indichi come attuare la rivoluzione verde e quali dovranno essere le nuove fonti energetiche sostenibili. Se condivide questa ipotesi si attiverà con determinazione, e con quali azioni, per realizzarla?
- Per arginare lo spopolamento e la mancanza di lavoro questo Circolo ritiene fondamentale il rilancio della Val Basento che un grandissimo ruolo per l’occupazione ebbe negli anni sessanta e settanta e di cui ne beneficiò l’intera Regione. Si ritiene che essa abbia ancora grosse potenzialità e che sia appetibile per imprese che abbiano bisogno di acqua ed energia a prezzi concorrenziali. Imprese assolutamente non inquinanti ma biocompatibili. Sembrerebbe, tra l’altro, che sia ancora in piedi l’ipotesi di realizzare il retroporto di Taranto con la piattaforma logistica da localizzare in Val Basento, a servizio della istituita ZES Jonica appulo-lucana, prevedente in sito un’area riconosciuta.
Nuovi ruoli può assumere poi il comparto dell’agricoltura con quella cosiddetta di precisione come anche le nuove colture in terreni incolti per ottenere prodotti finalizzati alla produzione di energia pulita.
E’ evidente che su questi temi un grande ruolo, di influenza e decisionale, lo esercitano i rappresentanti del Parlamento e del Senato del territorio. D’altronde per questo si è eletti. Si condividono questi punti, si ritengono obiettivi da conseguire? Quali azioni metterà in campo?
- Ci sono opere infrastrutturali determinanti per il futuro di questo territorio che devono essere considerate strategiche ed avere l’attenzione nazionale perché si realizzino in fretta e con canali certi di finanziamento.
In questa prospettiva va realizzata una trasversale fondamentale per i territori interni della Regione che è la transcollinare Murgia-Pollino, per intendersi la Gioia del Colle, Matera, Ferrandina Scalo, Pisticci Scalo, Tursi, Latronico fino a Lauria. Va anche rivendicato il collegamento attraverso la rete ferroviaria italiana di Matera con Bari, prolungando la tratta RFI già finanziata Ferrandina – Matera. Vanno, infine, messe in sicurezza ed adeguate le fondovalli, soprattutto la Basentana e il raccordo Potenza-Sicignano. Inoltre va reso funzionale l’asse essenziale Potenza San Nicola di Melfi. Anche su questo, se condivide, si chiede quali azioni attiverà? - Infine si chiede che come rappresentante del territorio non soltanto sia in costante ascolto delle istanze che dallo stesso territorio sorgono ma che sia accanto, a prescindere dalle appartenenze, agli enti locali, alle provincie ed all’ente Regione sostenendoli nelle loro politiche, sperando che abbiano attenzione anche su quanto da noi segnalato in questi mesi, ovvero incalzandoli nel caso di inerzia politica ed amministrativa penalizzante per il nostro futuro. Su questo si chiede un vero e proprio impegno da manifestare chiaramente.