Martedì 2 agosto 2022 – Luca Tufaro, operatore turistico di Terranova del Pollino, che la sua terra l’ama, come tanti altri, denuncia una situazione che è diventata insostenibile: la viabilità.
In particolar modo quella che collega Casa del Conte a Lago Duglia, Rifugio Segheria per arrivare al piazzale della pista da sci.
“Nuovo mese, nuovi spiragli che – scrive Tufaro su Facebook – a quanto pare vedendo il quiete vivere dell’oggi, ci lascia presagire che ne avremmo ancora da sopportare per un bel pò!
Ecco allora i risultati di questo progresso/regresso che il quiete vivere potrebbe farci intendere e che si respira a Terranova paese capofila della Val Sarmento, quale se non fosse per l’enorme potenzialità geografiche e ambientali, assieme al carisma e alla laboriosità della gente, non sarebbe dove ora si trova, cioè al centro tra paesi del Parco Nazionale del Pollino che operano con i vari settori produttivi sul territorio.
Tema portante quindi la viabilità: strategica per compiere i più elementari e svariati, ma spesso convulsi spostamenti.
Indispensabile per svolgere qualsiasi attività lavorativa, che sia legata al turismo, alla forestazione, alla pastorizia e qual si voglia.
Poi, i paradossi si accentuano quando le opere malmesse riescono ad essere oggetto finalmente di finanziamenti, e date poi dopo accentuate lungaggini burocratiche, in appalto con tanto di inizio lavori.
È il caso della strada principale che dalla frazione di Casa del Conte sale a Lago Duglia, Rifugio Segheria, Sorgente Chidichimo e termina al piazzale della Pista da Sci – Toppo Voturo.
Insomma – strategica – per le sorti di Terranova, nient’altro da aggiungere. Se non fosse, per l’inizio dei lavori avvenuto nell’autunno scorso, che detto così potrebbe sembrare quasi normale.
Poi l’interruzione dovuta alla stagione invernale, che di normale ancora è nei limiti; la primavera con il risveglio della natura, il solstizio e l’arrivo dell’estate, che tutto ha portato tranne che alla ripresa dei lavori in corso. Risultati?
Strada nei limiti massimi della praticabilità nel tratto inferiore, che – denuncia Tufaro – per chi la percorre quotidianamente è diventata una zavorra; animando i più svariati quando interessanti commenti, che rimpiangono quando la stessa strada che in tempi remoti veniva percorsa con gli asini i muli e buoi, assieme al mezzo trainante mosso dalla famosa “traglia”, era quasi simile se non identica a quella di oggi, con la sola differenza – conclude Tufaro – dei costi e dei danni quali oggi sempre per i pendolari sono incalcolabili!“