Sabato 23 luglio 2022 – “Risulta quasi kafchiana la vicenda che coinvolge i giornalisti degli uffici stampa della Regione Basilicata, che dopo circa 20 anni non solo si sono visti decurtare lo stipendio sulla base di non comprensibili criteri di reinquadramento nell’ambito del contratto collettivo nazionale delle funzioni locali, ma dal mese di luglio si vedono addirittura trattenere dalla busta somme a titolo di restituzione di asserite maggiori retribuzioni percepite negli ultimi 10 anni”.
Lo sostengono in una nota i segretari regionali di Cgil, Cisl, Uil, Angelo Summa, Vincenzo Cavallo e Vincenzo Tortorelli.
“I giornalisti – ricordano – hanno pure avviato azioni giudiziarie che saranno decise a maggio 2023, mentre il Consiglio regionale con un ordine del giorno ha impegnato la giunta a convocare un tavolo tecnico per affrontare la questione, sospendere le azioni di recupero – perlomeno fino al giudizio di primo grado e ad applicare il nuovo contratto dei giornalisti della pubblica amministrazione, così come fatto in altre Regioni italiane.
Tra laltro, la Corte europea dei diritti umani ha già affermato in maniera inequivocabile che non va restituito lemolumento corrisposto da una pubblica amministrazione a un lavoratore in buona fede.
In tale quadro complesso, buon senso vorrebbe che – concludono Summa, Cavallo e Tortorelli – la Regione Basilicata, in attesa dell’esito definitivo dei giudizi in corso, sospendesse immediatamente le trattenute stipendiali e attivasse il tavolo tecnico indicato dal Consiglio regionale, applicando in modo trasparente e corretto il nuovo contratto dei giornalisti della pubblica amministrazione approvato il 7 aprile scorso da Aran, Fnsi e sindacati”.