Martedì 12 luglio 2022 – La Cgil ha inoltrato questa mattina l’istanza di accesso agli atti per nomina direttore generale Arpab.
“Occorre fare chiarezza sui criteri di valutazione per la nomina del nuovo direttore – si afferma in una nota – ritenendo che la nomina è l’ennesima testimonianza del modus operandi di questa giunta, per la quale nominare dirigenti e direttori generali senza requisisti sembra essere diventata la prassi.
Potremmo infatti trovarci – si precisa – di fronte all’ennesima elusione delle norme da parte di questo governo regionale.
La legge regionale n. 1 del 2020 di riordino dell’Arpab – si ricorda – stabilisce con chiarezza i requisiti necessari per ricoprire il ruolo del direttore dell’agenzia ambientale, rimandando a quelli declinati all’art. 8 della Legge n. 132 del 2016.
Il primo requisito richiesto è proprio la competenza in materia ambientale insieme all’esperienza gestionale, con la conseguente responsabilità di risorse umane e finanziarie.
Da quel che ci è dato al momento conoscere non sarebbero elementi rinvenibili nel curriculum del geologo Ramunno.
Sappiamo, invece, della sua candidatura nel 2019 con il centrodestra e della recente collaborazione nel gruppo politico del consiglio regionale.
Dagli elementi oggi in nostro possesso sembrerebbe una nomina più orientata a favorire il ruolo e la comunanza politica che non il merito.
Proprio per fare chiarezza sulla procedura e i criteri adottati nella scelta, questa mattina, anche alla luce delle denunce pervenute al sindacato da alcuni dei candidati, abbiamo avviato l’iter per L’accesso agli atti. All’esito, valuteremo le conseguenti azioni da intraprendere.
Non possiamo consentire che – conclude la nota della Cgil – la legge diventi una subordinata agli interessi di parte e ci saremmo aspettati che il presidente Bardi se ne fosse fatto garante, quale uomo di legge che ha ricoperto ruoli importanti nelle istituzioni del nostro paese , prima ancora che da presidente e da politico”.
Sulla nomina di Ramunno nuovo Direttore Generale dell’Arpab interviene anche Giuliana Pia Scarano, Segretaria Generale Fp Cgil Potenza.
“L’ormai intempestiva nomina del nuovo direttore generale dell’Arpab suscita forti perplessità.
Auspicavamo che l’inammissibile lasso di tempo decorso dalla scadenza dei termini relativi all’avviso fosse, quantomeno, indice di una verifica certosina dei requisiti richiesti, nella illusoria convinzione che si potesse finalmente garantire all’Arpab una guida di alto profilo tecnico.
E invece ci ritroviamo -afferma Scarano – a fare i conti con la medesima perversa dinamica che sta inviluppando la nostra regione, sbarrando di fatto la via al futuro di questo territorio: l’unico criterio che sta alla base delle nomine degli enti regionali strategici è quello dell’appartenenza, a discapito della competenza. Una deriva che sta portando la Basilicata in un arretramento pericoloso per il futuro del lavoro e per la tutela dell’ambiente.
Questo è il rilancio che si vuole fare dell’agenzia per l’ambiente?
Questa è la nuova guida che dovrebbe garantire quel cambio di passo proprio nel momento storico nel quale la sostenibilità ambientale sembra essere l’unica via del rilancio economico?
L’Arpab fa parte del sistema nazionale a rete per la protezione dell’ambiente, costituito con la legge 132 del 2016 da tutte le agenzie ambientali nazionali e dall’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra). Pertanto è necessario che il direttore abbia requisiti professionali tal da poter “figurare” come curriculum nell’anagrafe dei direttori generali delle agenzie, pubblicata nel sito internet dell’Ispra.
Potrà legittimamente figurare tra questi anche il curriculum del dr Ramunno? Senza nulla togliere alla professionalità acquisita negli anni come geologo, per dirigere un ente pubblico come l’ARPAB occorre esperienza nella gestione di risorse umane, strumentali e finanziarie, requisito espressamente richiesto dal bando.
Naturalmente ci riserviamo, come già in precedenza fatto, di verificarlo con accesso agli atti e di porre in essere le eventuali azioni conseguenti.
Ma non possiamo esimerci da una considerazione: non pare ci sia – conclude Scarano – alcuna volontà da parte della Regione di rafforzare e dare nuovo slancio al suo braccio operativo nel campo della tutela e della prevenzione in ambito ambientale”.