Giovedì 30 giugno 2022 – Mano pesante, com’era nelle previsioni, del Tribunale di Matera, presidente Giuseppe Di Sabato, che ha condannato l’ex carabiniere Gerardo Schettino e i componenti del suo clan complessivamente a 265 anni di reclusione.
Al capo clan Schettino il Tribunale ha inflitto 25 anni e sei mesi di reclusione, il Pm Antimafia Annagloria Piccininni aveva chiesto 28 anni.
Condanne pesanti anche per quelli che i giudici hanno considerato luogotenenti di Schettino: Domenico Porcelli (26 anni e sei mesi) e Nicola Lo Franco (19 anni e sei mesi).
Condannato anche il figlio di Schettino, Giuseppe (20 anni e sei mesi).
Condannati altri componenti del clan.
Le condanne a vario titolo per tutta una serie di reati: rapine, estorsioni, gestione del mercato della droga, minacce. Tra queste ultime, quella ai danni del giornalista Filippo Mele.
L’unica assoluzione per Loredana Tauriello, per la quale la pubblica accusa aveva chiesto una condanna a nove anni.
Sulla sentenza emessa dal Tribunale di Matera interviene don Marcello Cozzi–
“Grazie allo Stato, non perdiamo mai la speranza.
In questi casi non si gioisce.
Non ci si attarda nella logica dell’avevamo detto.
In questi casi si pensa alle sottovalutazioni, a chi si è girato dall’altra parte, a quanti per anni, per troppi anni ci aveva accusato di caccia alle streghe, a chi non ha mai voluto pronunciare la parola mafia.
In questi casi si pensa a chi ha subito in silenzio, a chi è rimasto solo sotto il giogo mafioso, a chi non ha avuto il coraggio di denunciare. In questi casi si pensa a quanti oggi ancora non vogliono denunciare e si dice loro che a volte è questione di attese ben ricompensate, di gridi di dolore che prima o poi li Stato raccoglie.
A questo pezzo di Stato autorevole e credibile noi oggi diciamo grazie, a quel pezzo di Paese e di Basilicata ancora pieno di paura noi oggi diciamo di non perdere mai la speranza“.