Martedì 28 giugno 2022 – “In Italia, nonostante l’aborto sia un diritto riconosciuto dalla legge, il pieno accesso all’interruzione volontaria di gravidanza resta, però, ancora da garantire. Negli ultimi anni, infatti, è sempre più alta la quota di obiettori di coscienza tra ginecologi e, in alcuni ospedali, la totalità dei ginecologi si definisce tale, sebbene la legge sull’aborto vieti l’obiezione di struttura”. Lo afferma Maddalena Labollita, Presidente Assemblea Regionale Pd Basilicata.
“Basti guardare quanto emerge dalla Relazione annuale del Ministero della Salute al Parlamento sull’attuazione della legge 194/78 sull’aborto (dati del 2020). Nel 2020 risultava obiettore in Italia il 64, 6 % dei ginecologi operanti presso istituti di cura con reparto di ostretricia o ginecologia. Anche in Basilicata i dati relativi ai medici obiettori di coscienza ci consegnano un quadro alquanto preoccupante. Infatti, sembra che nella nostra Regione l’88 % dei medici eserciti il diritto all’obiezione di coscienza all’esecuzione dell’interruzione di gravidanza (IVG).
La conferma di tale percentuale mostrerebbe l’impossibilità nella nostra Regione di garantire un servizio di IVG sicuro e adeguato per tutte le donne in ogni struttura ospedaliera. Non è pensabile costringere chi decide di esercitare liberamente un proprio diritto a migrazioni intra ed extra regionali a causa di disservizi e obiezione. L’eventuale conferma dei dati emersi dalla Relazione richiederà una riorganizzazione dei servizi IVG da parte delle istituzioni regionali con l’obiettivo di garantire tempestivamente tutte le prestazioni necessarie. L’accesso all’aborto non può diventare appannaggio di poche, riportando indietro le lancette dei diritti sessuali e riproduttivi.
Il Partito Democratico Basilicata, insieme alla Conferenza Donne Democratiche Basilicata e ai Giovani Democratici Basilicata, continuerà a porre l’attenzione su tema, sostenendo anche tutte le associazioni locali che, quotidianamente, promuovono battaglie nei territori per la libertà e l’autodeterminazione delle donne.
La recente decisione della Corte Suprema degli Stati Uniti, oggetto del dibattito pubblico degli ultimi giorni, ci insegna che non possiamo arretrare in alcun modo. Nessun diritto è al sicuro per sempre”.