Sabato 11 giugno 2022 – Sono 5 i quesiti ammessi dalla Corte Costituzionale per i referendum di domani,12 giugno, si tratta di referendum abrogativi sul tema della giustizia :
- Incandidabilità dopo la condanna – il primo quesito del referendum chiede di abrogare la parte della Legge Severino che prevede l’incandidabilità, l’ineleggibilità e la decadenza automatica per parlamentari, membri del governo, consiglieri regionali, sindaci e amministratori locali nel caso di condanna per reati gravi
Se vincerà il sì al referendum i concetti di incandidabilità e decadenza verranno abrogati in via definitiva verrà concesso di candidarsi o di continuare il proprio mandato. A decidere su eventuali divieti di ricoprire cariche tornerà a essere solo il giudice chiamato a decidere sul singolo caso, come è avvenuto fino al 2012.
- Custodia cautelare durante le indagini – il secondo dei cinque quesiti del referendum 2022 chiede di togliere la “reiterazione del reato” dai motivi per cui i giudici possono disporre la custodia cautelare in carcere o i domiciliari per una persona durante le indagini e quindi prima del processo
Se vincerà il sì al referendum verrà abrogata la motivazione della «possibile reiterazione del reato» dai motivi per cui i giudici possono disporre la custodia cautelare in carcere o i domiciliari per una persona durante le indagini e quindi prima del processo.
L’obiettivo dei promotori del referendum, è ridurre il rischio che vengano detenute persone che poi, al termine del processo o dei processi, risultino innocenti.
- Separazione delle carriere – Questo terzo quesito chiede lo stop delle cosiddette “porte girevoli”, impedendo al magistrato durante la sua carriera di passare dal ruolo di giudice (che appunto giudica in un procedimento) a quello di pubblico ministero (coordina le indagini e sostiene la parte accusatoria) e viceversa
Se al referendum vinceranno i sì, il magistrato dovrà scegliere all’inizio della carriera se vuole essere pubblico ministero o giudice e non potrà cambiare le sue funzioni, cosa che ad oggi avviene con il limite di quattro volte, se ne sussistono le condizioni.
- Valutazione degli avvocati sui magistrati – il quesito chiede che gli avvocati, parte di Consigli giudiziari, possano votare in merito alla valutazione dell’operato dei magistrati e della loro professionalità
Se al referendum vinceranno i sì, anche gli avvocati e i professori universitari parteciperanno attivamente alla valutazione dell’operato dei magistrati: finora ne sono stati esclusi.
- Riforma Csm – si chiede che non ci sia più l’obbligo di un magistrato di raccogliere da 25 a 50 firme per presentare la propria candidatura al Consiglio Superiore della Magistratura
Se al referendum vinceranno i sì, verrà cancellata la norma che stabilisce che un magistrato per candidarsi al Csm debba presentare il suddetto numero di firme a proprio sostegno.
Con l’abrogazione dell’obbligo della raccolta firme, si tornerebbe alla legge del 1958, che prevedeva che tutti i magistrati in servizio potessero proporsi come membri del Csm presentando semplicemente la propria candidatura.
Seggi aperti domani dalle 7 alle 22. Per accedere alle urne e votare la mascherina resta “fortemente raccomandata”.