Venerdì 10 giugno 2022 – Nella scorsa notte su delega della Direzione Distrettuale Antimafia , la Sezione Criminalità Organizzata della Squadra Mobile di Potenza ha dato esecuzione all’ordinanza applicativa della custodia cautelare in carcere nei confronti di Marco Datena e Gennaro Miele, emessa dal Gip su richiesta della DDA, in relazione ai fatti relativi all’esplosione di un ordigno avvenuto nella notte fra il 9 e il 10 aprile scorso a Potenza nei pressi dell’esercizio commerciale “Al Bar’ di Michele Scavone.
L’ordinanza è stata adottata all’esito delle attività d’indagine coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Potenza e prontamente avviate e condotte dalla locale Squadra Mobile, hanno permesso di ricostruire, a livello di gravità indiziaria, la dinamica del fatto ed individuarne i presunti autori che, fermo restando il principio di presunzione di non colpevolezza, sono stati raggiunti dalla misura custodiale sulla base delle numerose e convergenti evidenze indiziarie raccolte a loro carico.
In particolare, il quadro indiziario veniva ricomposto attraverso l’acquisizione e l’analisi delle plurime immagini degli impianti di videosorveglianza presenti in zona, che, seppure non consentivano di individuare i tratti somatici degli attentatori – attraverso una complessa analisi diacronica e sincronica dei plurimi filmati e la loro riconduzione ad unità – hanno consentito di individuare l’autovettura utilizzata per gli spostamenti, immortalando anche il momento della deflagrazione dell’ordigno e la sagoma del soggetto che lo aveva posizionato.
Di seguito sono state svolte verifiche antropometriche sullo stesso, giungendo poi ad incrociare i dati visivi con quelli del traffico telefonico-telematico e di cella sulla cui base è stato possibile riscontrare – a livello di gravità indiziaria, la sovrapponibilità e convergenza dei transiti della vettura con le utenze nella disponibilità degli indagati, nonché la loro contestuale presenza sul luogo dell’esplosione e la simultaneità dei loro spostamenti.
Gli ulteriori approfondimenti investigativi hanno fatto consentito di acquisire elementi, da sottoporre alla verifica dibattimentale, sul movente del grave gesto intimidatorio che troverebbe origine in una precedente lite fra la vittima ed uno uno dei due presunti autori, a seguito di un alterco da quest’ultimo ingaggiato – alcuni mesi prima – con un terzo soggetto ed originato da rivendicazioni di rispetto per i “Pignolesz”da parte dei “Potentini”e dalle critiche per mancanza di “onore”di questi ultimi.
La contiguità e la vicinanza, emersa a livello indiziario, dei contendenti, da un lato, al clan STEFANUTII – MARTORANO, attivo a Potenza e, dall’altro, al clan RIV1EZZI, attivo nel limitrofo Comune di Pignola – entrambi destinatari di numerose ordinanze cautelari eseguite da questa Direzione Distrettuale Antimafia a partire dal mese di aprile dello scorso anno – ha da subito consentito di collocare la vicenda in un contesto di criminalità organizzata e di rintracciarne l’aggravate della mafiosità del delitto che pure è stata ritenuto sussistente a livello di gravità indiziaria dal GIP di Potenza.
Si intende sottolineare in questa sede – afferma il Procuratore DDA Francesco Curcio – come l’alacre impegno degli organi inquirenti e dell’Autorità Giudiziaria abbia permesso di fornire una risposta di giustizia pressochè immediata a un gesto intimidatorio di particolare gravità, quasi senza precedenti per la città di Potenza, addivenendo all’adozione di ordinanze cautelari a due mesi esatti dalla sua consumazione.
Si tratta di un’ulteriore dimostrazione del massimo livello di attenzione con cui viene perseguito da questa Procura e della Polizia Giudiziaria il contrasto alla criminalità organizzata al fine di troncare sul nascere ogni focolaio di violenza, specie all’indomani delle corpose ordinanze cautelari che hanno colpito, in maniera significativa e consistente, due delle consorterie attive sul capoluogo lucano e sui territon vicini.