Domenica 29 maggio 2022 – Alla Vigilia della festa di San Gerardo La Porta, Patrono di Potenza, mons. Salvatore Ligorio, Vercovo Metropolita di Potenza, Muro Lucano e Marsiconuovo, si sofferma su quello che è il messaggio di San Gerardo attuale ai giorni nostri.
“Carissimi fedeli, carissimi Presbiteri, Diaconi, religiose e religiosi, e cercatori di Dio,
la ricorrenza della festa del santo Patrono, nel quale sia pure in modo diverso ci riconosciamo tutti, quest’anno non può passare senza un supplemento di riflessione dovuto alle circostanze nelle quali ci troviamo a vivere.
La pandemia, dalla quale non siamo ancora del tutto fuori, e la guerra in piena Europa, che lacera le coscienze confermano, nel modo del tutto inatteso, che nessuno è un’isola e che, come ci ricorda papa Francesco, siamo tutti nella stessa barca.
Ce lo ricorda anche san Gerardo La Porta, Patrono della città e della nostra Diocesi , che in pellegrinaggio verso la Terra Santa, mise da parte il suo progetto personale e si fermò a Potenza per dedicarsi a Dio, nel servizio ai fratelli nei quali si è esplicitamente identificato Gesù Cristo, spendendosi nelle opere di carità e nella istruzione gratuita per tutti, ed operando così per l’emancipazione della intera comunità, che, alla morte del predecessore, lo volle Vescovo per acclamazione.
Dopo due anni di forzata sospensione, riprende la processione del santo Patrono per le vie cittadine, secondo un vecchio itinerario. Sarà, anche questa devozione tradizionale, l’occasione per tradurre visivamente l’idea pastorale di Papa Francesco di una “Chiesa in uscita,” che attraversa le strade incontrando e caricandosi delle difficoltà che abitano le nostre case.
San Gerardo, del resto, proprio come tutti i santi, non è un eroe – come è stato opportunamente sottolineato in questi giorni – ma un uomo del suo tempo (inizi 1100) che si è completamente realizzato nel servizio a Dio e alla comunità. E il suo esempio sia oggi di stimolo per tutti non solo sul piano personale ma anche su quello sociale, in funzione del bene comune e di una etica pubblica sicuramente da irrobustire e consolidare.
Che cessino, pertanto, le liti sul piano istituzionale, e si passi al dialogo, tra e con, le forze sociali e politiche; che si discuta di sviluppo sostenibile e duraturo, ed anche di mezzi per realizzalo ; che si salvaguardi la coesione sociale, il più importante dei beni pubblici, che nella nostra regione e nel sud è minacciata dal crollo demografico, dallo spopolamento dei piccoli paesi, dalla massiccia emigrazione giovanile, dagli scarsi servizi all’infanzia, e dalla non adeguata valorizzazione del “ genio femminile” in tutti gli ambiti della nostra realtà.
Sono mali antichi che ostacolano da tempo la costruzione del bene comune, che la sapienza millenaria della Chiesa definisce come “le condizioni in cui ogni persona possa realizzare se stessa.
Con questi sentimenti vi giunga dal vostro Vescovo l’augurio di una buona festa del santo Patrono, vissuta nell’impegno a seguire concretamente le sue orme nella vita personale e comunitaria”.