Martedì 3 maggio 2022 – Circa 200mila prestazioni nelle branche diagnostica per immagini, laboratori di analisi, fisioterapia e visite specialistiche, effettuate dalle strutture della specialistica ambulatoriale accreditata nella nostra regione tra settembre e fine 2021 non sono state ancora pagate dalla Regione (attraverso Asp e Asm) per un ammontare di poco meno di 5 milioni di euro. Sono risorse finanziarie a disposizione della Regione che nonostante l’impegno del Presidente Bardi assunto il 28 febbraio scorso non sono utilizzate ponendo gravi problemi alle strutture, problemi aumentati con gli incrementi dei costi aziendali dovuti alla crisi derivante dal conflitto russo-ucraino, nonostante le tariffe siano ferme da anni, e con il rischio di tenuta del comparto per assicurare la continuità delle prestazioni agli utenti e l’occupazione (circa 800 lavoratori e collaboratori in totale nelle 60 strutture).
E’ quanto denunciato oggi da Sanità Futura in una conferenza stampa che si è tenuta nel Palazzo del Consiglio Regionale alla presenza dei presidenti regionale Giuseppe Demarzio e onorario Michele Cataldi e di Antonio Mussuto dell’Ufficio di Presidenza dell’Associazione alla quale oltre alla ventina di struttura aderiscono un migliaio di pazienti.
Non vorremmo – è la denuncia dei dirigenti di Sanità Futura – che queste risorse destinate alla sanità privata accreditata siano distratte e destinate ad altro tenuto conto che già la quota destinata all’ospedalità dopo la chiusura da anni dell’ex Clinica Luccioni non si sa che fine abbia fatto. Sarebbe non solo un problema di illegalità nella gestione della spesa sanitaria che vede la Basilicata all’ultimo posto per spesa destinata alla sanità privata ma un gravissimo danno diretto principalmente ai cittadini. Demarzio e Cataldi hanno sottolineato che durante gli anni della pandemia si è registrato (dati Agenas) un crollo dell’80% delle prestazioni per oncologia e del 54% per prestazioni di altre branche specialistiche confermando che la “mission” dell’Associazione è di garantire la salute ai lucani a partire dall’abbattimento delle liste di attesa. Ma – hanno detto – se non ci saranno provvedimenti immediati per mettere fine a questa situazione che il Presidente Bardi a fine febbraio aveva detto di risolvere attraverso l’insediamento di una task force – presieduta dal direttore generale del Dipartimento Salute Tripaldi – al massimo in dieci giorni saremo costretti a bloccare la nostra attività a partire dal prossimo mese di giugno pur consapevoli delle ripercussioni sui pazienti. Non abbiamo altra scelta: o si ripristinano la legalità e la trasparenza mostrando nei fatti l’attenzione dovuta al nostro lavoro o non possiamo proseguire in questa seconda parte dell’anno con la solita speranza di avere il dovuto con i tempi imposti dalla burocrazia regionale sulla quale, evidentemente, i politici non vigilano a sufficienza. Tra le prime azioni di mobilitazione annunciate ai giornalisti l’invio di circa 200 mila lettere ai pazienti per informarli che la loro prestazione sanitaria ricevuta non è stata pagata. Potremmo avviare azioni legali nei loro confronti cosa – hanno detto i dirigenti di Sanità Futura – che non faremo mai, limitandoci a chiedere una pressione nei confronti degli amministratori della sanità e della Regione. Chiediamo ai pazienti di difendere insieme il proprio diritto alla salute e il nostro diritto ad essere remunerati. Quindi gli utenti saranno informati del rischio di blocco da giugno. Si tratta di una mera questione di sopravvivenza e di giustizia, di entrate ed uscite in equilibrio per poter continuare a svolgere il nostro lavoro e garantire la giusta remunerazione a tutti gli operatori, poter pagare così fornitori ed utenze, i cui costi sono tra l’altro aumentati, con le tariffe pubbliche invece rimaste sempre uguali. Si tratta di dare una risposta ad aziende, lavoratori e cittadini: perché la misura è colma.
Sanità Futura ha ripetutamente interessato della questione il neo assessore alla Salute Fanelli dal quale si aspetta un’immediata e doverosa decisione.