“Quella del Cup in Basilicata sembra una storia infinita, contrassegnata spesso, purtroppo, da pagine non positive. Proprio in questi giorni giungono sugli organi di stampa ripetute lamentele per il protrarsi di disservizi. La salute, e non è solo una frase fatta, rappresenta il bene più importante per ogni persona, pertanto nessuno può permettersi di sottovalutare fenomeni negativi in danno dei cittadini”.
Così il consigliere regionale di Fratelli d’Italia Piergiorgio Quarto che aggiunge: “Il problema è che le denunce sui ritardi e sui disagi addebitabili alla prenotazione delle prestazioni mediche costituiscono una triste realtà, una regola, da tempo una abitudine quotidiana. Tutto questo non va bene, gli organi responsabili della criticità e competenti in materia devo intervenire subito con provvedimenti risolutivi. I cittadini a causa del disservizio sono (vergognosamente) costretti a ricorrere alle visite a pagamento, ovviamente non tutti sono nelle condizioni di poterselo permettere. Il Centro Unico di prenotazione regionale deve riprendere subito a funzionare. Troppo semplicistico imputare le responsabilità alla difficile applicazione di un nuovo software, i cui complicati livelli gestionali richiedono la presenza di personale estremamente qualificato e adeguatamente formato. Questa attualmente la situazione, paradossale nei suoi aspetti, inaccettabile nei fatti. A questo punto occorre veramente dire basta con le forme di inerzia reiterata, frutto di negligenza ingiustificata e poco buon senso, il Cup non può continuare a non funzionare o a funzionare male”. “A tal proposito – sostiene il consigliere regionale – utilizzerò ogni strumento in mio possesso affinchè le autorità competenti rispondano di questo misfatto. Stiamo vivendo infatti tutti un periodo dalla portata storica, estremamente deleterio nei suoi effetti, le cui reaIi conseguenze finiranno per caratterizzare il prossimo ventennio, il riferimento è al Covid e al protrarsi della pandemia. Non si può continuare ad accettare in alcun modo questo marasma, sarebbe come farci del male da soli, senza un perché valido o un motivo plausibile”. “Denunciare il perdurante disservizio – conclude Quarto – diventa un atto doveroso, le istituzioni politiche responsabili, indipendentemente dal colore di appartenenza, devono subito intervenire, guai infatti a perseverare nelle inefficienze frutto di lassismo e di mancanza di spirito di iniziativa”.