Potenza, martedì 4 aprile 2022 – “La parrocchia non è club esclusivo, aprire le porte a tutti”. Così disse Papa Francesco rivolgendosi alla Diocesi di Roma.
Questa frase ci è venuta in mente nell’apprendere cosa sta accadendo nella parrocchia di San Giuseppe al rione Lucania di Potenza che ha aperto sempre le porte a tutti, almeno fin quando parroco è stato don Peppino Nolè che l’ha gestita per oltre cinquant’anni.
Con l’arrivo del nuovo parroco, don Sergio Sannino, il clima è cambiato. Si sono create tensioni per scelte che egli ha fatto, le ragioni delle quali molti non riescono a comprendere. Siamo sinceri. neanche noi.
Non si riesce a comprendere perchè sia stata chiusa la scuola di musica “Luciana Buccico” che per anni è stata luogo di aggregazioni per tanti giovani.
Non si riesce a comprendere perchè don Sergio, senza alcun preavviso e, anche in questo caso, senza motivarlo, abbia chiusa la “Mensa della Fratellanza Papa Fancesco” sorta nel maggio del 2019 per rispondere alle esigenze dei più bisognosi.
Fu stipulato un contratto di comodato gratuito per la durata di sette anni in base al quale la parrocchia concedeva alla Fondazione Madre Teresa di Calcutta l’immobile a piano terra per scolgere i servizi di mensa.
Questa situazione è degenerata negli ultimi tempi perchè don Sergio, che non avrebbe mai gradito che nella parrocchia ci fosse la mensa, improvvisamente, senza preavviso, ha impedito l’accesso ai locali, sostituendo la serratura. Non solo. Dai locali della mensa sono spariti suppellettili, tra i quali sedie e registratore di cassa. Ma la cosa più grave è che è stata interrotta anche l’erogazione dell’energia elettrica, rendendo inutilizzabili frigoriferi e congelatori, facendo deperire le derrate alimentari che erano stoccate. Averlo causato in un periodo nel quale ci sono milioni di persone che non riescono a mangiare a causa della guerra è da irresponsabili.
Tutto questo è stato scoperto il 10 febbraio scorso quando i responsabili della fondazione si sono recati per accedere ai locali della mensa. Verificato che non era possibile, è stato chiesto l’intervento della Polizia che ha preso atto di quanto si era verificato.
N’è seguita una denuncia/querela alla magistratura. CONTINUA DOPO LA PUBBLICITÀ
Una brutta storia della quale è a conoscenza anche il Vescovo, mons. Salvatore Ligorio.
Una brutta storia che non avremmo mai voluto raccontare perchè quando in una parrochia si creano situazioni del genere, situazioni vergognose, se non scandalose, è difficile da comprendere.
Qualcuno deve dar pur conto, spiegare perchè questo è accaduto. Facendo mea culpa se necessario affinchè i due “contendenti” (che brutto termine) possano ritrovarsi per riprendere un cammino insieme.
Ma soprattutto per riappacificarsi con una comunità che subisce questo clima di tensione e che chiede e pretende soltanto che nella sua parrocchia torni quel clima di serenità, di fratellanza, di accoglienza che l’ha sempre contraddistinta. Cristianamente l’ha contraddistinta.
SULLA VICENDA INTERVENGONO I LEGALI DI DON SERGIO E DELLA FONDAZIONE
Avv. Sincetta, legale di don Sergio
“E’ bene premettere che, probabilmente, l’unico errore (senz’altro veniale) di Don Sergio è stato quello di voler vederci chiaro in alcune situazioni stratificatesi nel tempo, al limite (o anche oltre) della legalità.
Girare la testa dall’altro lato non è un comportamento che – per quanto frequente ai giorni mostri – si addica ad un buon cristiano e, soprattutto, non si addice a Don Sergio, il quale sta solo operando per il benessere della sua comunità, con risultati tangibili ed apprezzati dai tanti che, dopo anni, hanno ripreso a frequentare la Parrocchia.
Purtroppo, sono proprio gli “oscuri” firmatari della nota che hanno inteso – con le loro azioni mediatiche e giudiziarie – accentuare la conflittualità nell’ambito di una comunità che avrebbe bisogno di tutt’altro, rifiutando, al contempo, sia di incontrare il Parroco che di accettare di collaborare con lui nelle attività che Don Sergio sta portando avanti.
Venendo al merito delle contestazioni, è opportuno precisare che:
– in data 20.7.20, all’atto di “consegna canonica”, veniva già evidenziata la mancanza della licenza canonica per il comodato con la Fondazione (stipulato dall’allora Parroco Don Peppino Nolè nella duplice veste anche di Direttore della Fondazione);
– la mensa, realizzata ed arredata con fondi pubblici, già prima di allora non era funzionante;
– per quanto riguarda il presunto furto di beni della Fondazione, agli atti della Chiesa non risulta alcun inventario di oggetti appartenenti a terzi, ma vi è solo l’elenco dei beni affidati alla stessa ma acquistati dalla Parrocchia (il che rende il presunto furto di cose proprie un reato impossibile…);
– proprio Don Sergio, – proprio Don Sergio, in seguito ad atti vandalici e furti avvenuti nei locali adiacenti la Parrocchia, ha sporto regolare denuncia (guardandosi bene dal gettare sospetti su chiunque, al contrario di quanto fatto, con capziosa malizia, da altri);
– per quel che concerne le chiavi del cancello esterno del piazzale e del locale mensa, le stesse non sono mai state consegnate a Don Sergio (nonostante i possessori delle stesse abbiano continuato, saltuariamente, ad utilizzarli);
– i locali in cui ha operato la Scuola di Musica non sono mai risultati oggetto di un regolare contratto: le varie proposte inoltrate da Don Sergio sono sempre state respinte (nonostante la Scuola svolgesse attività a pagamento), con il rifiuto anche di partecipare alle attività della Parrocchia o di corrispondere alla stessa un contributo, anche minimo, di partecipazione alle spese.
Infine, di recente Don Segio è stato invitato, dall’Ufficio Diocesano preposto, a rescindere il contratto in essere e a non intraprendere alcun percorso con “realtà” già precedentemente impegnate in loco.
Avv. Alessandro Singetta”
Avvocato Luca Lorenzo, legale Fondazione Madre Teresa di Calcutta
Apprendo a mezzo stampa quanto sostenuto dal Collega Alessandro Singetta per conto del parroco della parrocchia di San Giuseppe.
Pur essendo un fermo sostenitore del principio secondo il quale i processi si celebrano nelle aule di tribunale e non a mezzo della stampa, è doveroso, da parte mia, in qualità di difensore della Fondazione, recusate alcuni fatti storici risultati per tabulas.
1) tra cose oggetto di furto non solo vi sono beni di proprietà della fondazione, ma vi è pure il registratore di cassa, regolarmente acquistato, come da fattura allegata, collegato tramite partita iva dedicata all’agenzia entrate.
2) Il contratto di comodato è registrato presso agenzia entrate.
È valido ed efficace a tutti gli effetti di legge, è mai impugnato da chicchessia!
3) Il 10 febbraio, stante l’impossibilità di accesso ai locali, interveniva la Squadra Mobile della polizia, in tale occasione don Sergio dichiarava ai pubblici ufficiali di aver cambiato le serrature poiché le chiavi precedentemente possedute erano andate smarrire.
In primis Don Sergio non avrebbe dovuto avere alcuna chiave di una struttura di cui non detiene il possesso, in secondo luogo, cosa ancor più grave, dinanzi ai pubblici ufficiali esibiva le nuove chiavi di accesso e apriva le serrature, tant’è che si constatava i dann ed il furto.
Questo risulta da verbale redatto dalla polizia, di cui si fornirà copia non appena concluse le indagini.
Ai oggi don Sergio non ha consegnato le chiavi ai legittimi detentori, tant’è che è stata depositata presso il tribunale di Potenza azione di reintegra nel possesso.
4) come si evince dal verbale di riconsegna allegato fino al 2.12.21 le chiavi funzionavano. Quindi la sostituzione è avvenuta nel periodo dal 2.12.21 al 10.02.22.
Tanto si doveva per amore della verità!”
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