In seguito ai fatti emersi relativamente alla presunta violenza sessuale da parte di un autista del 118 nei confronti di un’infermiera del servizio di emergenza urgenza, il Direttore Generale della Asp Basilicata di Potenza Giampaolo Stopazzolo <<esprime innanzitutto la sua vicinanza alla vittima di tale gesto>>. Nel contempo, il Dg dichiarando <<di avere massima fiducia nell’operato della magistratura che saprà certamente fare il suo corso in maniera celere per chiarire la vicenda>>, evidenzia che da parte dell’Azienda Sanitaria <<contestualmente alla conoscenza del fatto, sono stati assunti tutti i provvedimenti nei confronti del lavoratore e sono state adottate tutte le misure necessarie per mettere in sicurezza la lavoratrice>> a cui andrà tutto il sostegno da parte delle strutture anche da un punto di vista psicologico. Per il Responsabile del Dipartimento Emergenza Urgenza 118, Serafino Rizzo <<è impensabile che sul luogo di lavoro possano accadere episodi simili, pur nella promiscuità tra uomo e donna che questo impiego comporta. Si è andati oltre la decenza ed il rispetto del luogo stesso di lavoro che devono essere sempre garantiti dai dipendenti. Siamo costernati per quanto accaduto, pur essendo fortunatamente un episodio isolato e che mai si è verificato in passato>>.
Dall’Azienda Sanitaria si lancia l’appello a tutti i lavoratori e le lavoratrici affinché, qualsiasi eventuale campanello d’allarme possa essere immediatamente riferito a chi di competenza evidenziando che <<c’è disponibilità all’ascolto e garanzia di sostegno e intervento immediato là dove ci siano elementi individuati o individuabili, o solo meri segnali, che vengano riferiti a tutela di ognuno>>. A tal proposito il Direttore Generale Stopazzolo, assieme alla Responsabile del Servizio di Prevenzione e Protezione Mimma Laino, sottolinea che <<l’Azienda sanitaria nel Documento di Valutazione dei Rischi, ha anche valutato il rischio “aggressione” tramite la Procedura “Prevenzione e gestione degli atti di violenza a danno degli operatori sanitari” che tende a tutelare ogni aggressione fisica, il comportamento minaccioso o l’abuso verbale che si verifichi sul posto di lavoro>>.
La procedura- aggiunge la Dottoressa Laino- <<nasce a seguito dello studio di diversi eventi sentinella segnalati dal personale anche mediante l’apposita modulistica. Si tratta di eventi sporadici che però vanno obbligatoriamente attenzionati, valutati e repressi dagli organismi competenti perché possono sfociare in un comportamento violento progressivo che arriva, come in questo caso, a gesti estremi>>. Lo studio degli eventi sentinella ha quindi l’obiettivo di migliorare e monitorare le condizioni psicologiche del personale sanitario, riconoscendo i segnali di difficoltà e di pericolo. Dalla Responsabile del Servizio di Prevenzione e Protezione vengono ricordati i vari atti messi in campo dalla Asp: sono nati in via sperimentale a maggio scorso “gruppi di lavoro” costituiti da un esperto Psicoterapeuta in grado di offrire ascolto e primo supporto psicologico. Ad ottobre è stata messa in campo la prima edizione del Corso di Formazione “Mi prendo Cura di Me” finalizzato al miglioramento delle condizioni di benessere lavorativo e all’assunzione di una sempre maggiore consapevolezza di sé stessi. Il corso riprenderà ad aprile e sarà rivolto a tutti i dipendenti dell’Azienda Sanitaria.
Da parte della Asp, intanto, l’ipotesi di potersi costituire parte civile in un eventuale procedimento penale essendo stata lesa l’immagine della stessa Azienda Sanitaria soprattutto per l’eco mediatica che la vicenda ha avuto.