Martedì 29 marzo 2022 – Nei giorni scorsi si è celebrata la Settimana mondiale per la riduzione del consumo di sale. Un’inziativa per educare a stili di vita sani e prevenire malattie tra le quali quelle cardiovascolari causate spesso proprio dall’uso non corretto del sale.
Ne abbiamo parlato col il dottor Giuseppe Del Prete, già dirigente cardiologo presso la divisione di cardiologia emodinamica dell’A.O.R. “San Carlo” di Potenza che ci ha inviato questa nota.
PARLIAMO DI SALE
Conosciuto fin dal Neolitico (10.000 anni fa), il sale inizia la sua storia nel mondo culinario con la comparsa delle prime civiltà stabili che, passando da una vita di cacciatori ad agricoltori-allevatori, cominciarono a sentire la necessità di proteggere e conservare inalterati cibi e alimenti per lunghi periodi di tempo. E’ così che il sale fu utilizzato, come metodo di conservazione, soprattutto per carne e pesce. Solo successivamente come condimento.
Il sodio è il principale catione nel liquido extracellulare nel corpo ed è un nutriente necessario per il mantenimento del volume del plasma, l’equilibrio acido-base, la trasmissione degli impulsi nervosi e la normale funzione cellulare.
In soggetti sani, quasi il 100% del sodio ingerito viene assorbito durante la digestione e l’escrezione urinaria è il meccanismo principale per mantenere l’equilibrio del sodio. CONTINUA DOPO LA PUBBLICITÀ
LE PRINCIPALI FONTI DI SODIO
• è contenuto naturalmente negli alimenti come frutta, verdura, acqua, carne, ecc. e rappresenta il 10% dell’apporto totale
• quello aggiunto durante la cottura dei cibi o a tavola rappresenta in media il 35% dell’assunzione totale
• quello contenuto nei prodotti trasformati e conservati sia artigianali che industriali e nei cibi consumati fuori casa è pari quindi a circa il 55% del totale.
RICORDIAMO che:
1 grammo di sale corrisponde a 0,4 grammi di sodio; 5 grammi, tra quelli naturalmente presenti negli alimenti e quelli aggiunti, cioè l’equivalente di un cucchiaino da caffè, è il quantitativo giornaliero di sale che potremmo consumare, e raccomandato dall’OMS, per non mettere a rischio il cuore e le arterie.
In alcune malattie, come lo scompenso cardiaco, questo limite va ridotto ad un massimo di 3-4 grammi al giorno.
In Italia il consumo medio di sale pro capite è di circa 10-15 grammi giornalieri, cioè 2-3 volte superiore a quanto raccomandato dall’OMS.
IPERTESIONE ARTERIOSA E SALE
L’ipertensione arteriosa ( valori superiori a 130 /80 mmHg ) è il principale fattore di rischio per malattie cardiovascolari. Queste comprendono : l’ictus , gli attacchi ischemici cerebrali minori ( TIA ),l’infarto miocardico ed in generale le malattie coronariche, lo scompenso cardiaco, le malattie vascolari degli arti inferiori e delle carotidi.
Nonostante la terapia e migliori stili di vita nei paesi occidentali, un buon 40% dei pazienti non è consapevole di soffrirne ed anche per chi assume farmaci, in misura considerevole ( altro 40-50 % ) , non si raggiungono i livelli desiderati di pressione. Questi valori da decenni, sono indicati e suggeriti da precise linee guida della OMS.
Si stima che nel 2021, a livello globale, 1,13 miliardi di persone convivessero con la pressione alta, di cui 150 milioni in Europa (approssimativamente il 23,2 della popolazione). Sebbene la prevalenza (% della popolazione) della pressione alta in molte nazioni europee sia leggermente diminuita negli ultimi anni, i livelli attuali sono ancora preoccupanti. La riduzione del sale rimane un’importante strategia per la salute pubblica, per riuscire a diminuire ulteriormente i valori della pressione.
Come per l’assunzione di sale, anche l’ipertensione tende ad essere maggiore negli uomini che nelle donne. La ragione esatta di questa differenza non è ancora del tutto conosciuta, ma la colpa può essere in parte dovuta ad una maggiore assunzione di sale.
COSA FARE PER RIDURNE IL CONSUMO
Non è difficile ridurre l’apporto giornaliero di sale, soprattutto se la riduzione avviene lentamente, facendo sì che il nostro palato si adatti in modo graduale. L’obiettivo che si è posta l’Organizzazione Mondiale della Sanità è di ridurre del 30% l’introito di sale entro il 2025, per questo WASH ( organizzazione mondiale per il controllo dell’introito del sale ) ricorda alcune azioni: usare erbe, spezie, aglio e agrumi al posto del sale per aggiungere sapore al nostro cibo scolare e risciacquare verdure e legumi in scatola, mangiare più frutta e verdura fresca controllare le etichette* prima di acquistare per aiutarci a scegliere prodotti alimentarimeno salati: il valore di riferimento dovrebbe essere inferiore a 1-1,2 grammi di sale ogni 100 grammi.
- Prestare attenzione alla quantità di sodio presente nei succhi di frutta, bevande gassate e integratori di sali minerali.
- Usare gradualmente meno sale nelle nostre ricette preferite: le papille gustative gradualmente si adatteranno.
- Togliere dalla tavola sale e salse salate in modo che anche i più giovani della famiglia non si abituino ad aggiungere il sale.
Chiunque volesse chiedere informazioni, può inviare una mail alla nostra redazione: info@ufficiostampabasilicatait.trasferimentiaruba.it
Il dottor Del Prete risponderà attraverso questa rubrica.