Martedì 29 marzo 2022 – Ha scritto a Putin il piccolo Davide Ventimiglia della V B della scuola primaria “Tommaso Morlino” dell’Istituto Comprensivo “Silvio Spaventa Filippi” di Avigliano.
La classe dell’isnegnante Maria Teresa Muscio l’ha incontrata il Presidente provinciale di Potenza dell’Unicef, Mario Coviello, grazie all’impegno dell’insegnante volontaria Unicef Carla Galligano.
Tra gli alunni vi è il figlio di un’ucraina. I suoi nonni sono rimasti nel paese in guerra e tutta la classe vive ogni giorno la sofferenza del compagno che racconta le tribolazioni dei suoi cari.
E’ il motivo per il quale Davide ha deciso di scrivere a Putin.
Di seguito la lettera.
“ Egregio Presidente Putin,
Le scrivo perché avrei tante cose da dirle, nonostante la mia giovane età. Mi chiamo Davide Ventimiglia e ho quasi 11 anni, età in cui dovrei vivere spensierato, fantasticando sui miei progetti di vita. Dovrebbe essere il momento in cui tutti i ragazzi della mia età dovrebbero giocare, imparare a volare con la fantasia.
Noi maschietti, fin da piccoli, giochiamo alla guerra mi chiedo: chissà perché! In questo mese, in televisione ho ascoltato una poesia che dice che i bambini giocano alla guerra, ma non giocano alla pace. E’ vero ! Ma perché ?
Durante questo mese forse ho capito…
Sempre più spesso ci dicono che i bambini seguono l’esempio degli adulti. Sicuramente è così, ma se lo facessimo in questo periodo, prima ancora di capire cosa sia vivere, conosceremmo la crudeltà e la morte. Sì, signor Putin, può essere fiero di averci insegnato cosa sia la supremazia, la violenza, il non rispetto per l’essere umano. Può essere fiero di tutto il dolore, le lacrime, la sofferenza di tanti bambini, madri, nonni e soprattutto padri che, messi in salvo i propri cari, tornano nella loro città a combattere. Famiglie spezzate,vite spezzate che non vedranno mai volare un aquilone, guardare un tramonto, meravigliarsi davanti ad un arcobaleno…. Perché ?
Se mai ci fosse un granello di positività, lo dobbiamo al popolo ucraino che ci ha insegnato il valore della Patria, il senso di appartenenza ad una nazione che unisce gli uomini in nome delle stesse tradizioni, della stessa storia in cui dovremmo rivederci tutti, difendendo non solo la nostra Nazione, ma l’Europa intera.
Ascolti la voce di Papa Francesco: si fermi! Fermi tutti gli uomini che ha mandato a combattere prima che sia troppo tardi. Fermi questo orrore che ci costringe a guardare impotenti da un mese affinché ognuno di noi torni a far volare l’aquilone della vita, della pace e della libertà.”