Fondi che saltano, attività paralizzate, una rete che rischia di sfaldarsi, ritardi preoccupanti nella programmazione dei progetti sul Turismo di ritorno e delle radici mentre altre regioni corrono veloci, insensibilità verso i nostri corregionali in Italia e nel Mondo.
Scaglione. “Una regressione che ci fa tornare indietro di 30 anni”
Giovedì 20 gennaio 2022 – “Siamo fortemente preoccupati e dispiaciuti della disattenzione che registriamo verso le nostre comunità dei Lucani nel Mondo e nei confronti dell’intero sistema associativo, di cui stiamo raccogliendo in queste ore il disappunto per gli accadimenti registrati con puntualità da dalla stampa e certificati, nei fatti, dalla nota ufficiale delle Federazioni dei Lucani nel Mondo”. Lo afferma Luigi Scaglione, Segretario Organizzativo IV Conferenza Permanente Stato/Stato/Regioni/PA/CGIE e Presidente Centro Studi Internazionali Lucani nel Mondo.
Aggiunge Scaglione: “Non è casuale che alla paralisi delle attività istituzionali della CRLM, seppur condizionata dal periodo Covid e nonostante le volontà più volte espresse di riavviarne la operatività (pensate che dopo un anno e mezzo sono stati eletti i due vice presidenti e poi un esecutivo), si sia ancora fermi alla proposta di erogazione dei contributi per un minimo di sostentamento e di esistenza in vita per l’anno 2020 nel mentre non risultano più disponibili, perché non impegnati per tempo, quelli del 2021.
Non è un problema di responsabilità per le quali ognuno deve rendere conto alla poderosa comunità dei Lucani in Italia e nel Mondo, ma di sensibilità che viene meno nonostante, proprio nello scorso mese di dicembre a Roma, in occasione della Conferenza Stato/Regioni/PA/CGIE organizzata sotto l’egida della Presidenza del Consiglio dei Ministri e del Ministero degli Affari Esteri e Cooperazione Internazionale, il tema rapporti con le comunità emigrate e l’associazionismo regionale, è stato l’elemento fondante da cui prendere le mosse per far diventare nuovamente risorsa e non dileggio o abbandono della propria terra, le nostre comunità.
Non è casuale che in quella occasione, le Regioni rappresentate ai massimi livelli da Presidenti ed assessori regionali, compresi quelli Lucani, abbiano sostenuto in particolare che:
- Si impegna il Governo a sensibilizzare gli Enti Locali, per favorire il ripristino delle Consulte regionali laddove non esistono di concerto con organismi consultivi nazionali;
- Turismo di ritorno. Affinché il turismo delle radici (o di ritorno) sia una chiave di volta strategica per lo sviluppo del turismo e dell’intero sistema Italia, occorre riportare tutti i progetti nazionali in essere sotto la direzione della DIGIT prendendo in considerazione l’idea di utilizzare, quali strumenti idonei i Distretti turistici istituiti dal Ministero del Turismo ai sensi della legge 106/2014;
- Un Progetto di Ricerca volto a capire quanto è successo in questi due anni ai tanti connazionali rientrati in Italia a causa della pandemia.
- Coinvolgere le Regioni e le Consulte in progetti condivisi su temi di interesse comune (per esempio sulla lingua italiana, sul turismo di ritorno ecc.), anche intercettando finanziamenti del MAECI.
- Dare maggiore visibilità alle Consulte regionali.
- Essere in grado di intercettare i cambiamenti che le nostre associazioni all’estero stanno vivendo. In pratica, occorre prevedere come potrà essere la realtà delle nostre comunità all’estero da qui a 20 anni.
- Impegnarsi sul tema del lavoro e dell’occupazione comprendendo cosa può essere offerto ai corregionali all’estero (specie ai giovani) che vogliono tornare o venire a vivere in Italia, spingendo i Centri per l’Impiego regionali a designare figure professionali che possano fungere da riferimento per i connazionali che vogliono ritornare.
- Intercettare finanziamenti per l’attrazione dei nostri talenti emigrati all’estero.
“Di tutto questo – conclude Scaglione – nelle inadempienze che registriamo, nella complessiva insensibilità rispetto ad impegni assunti con i nostri Lucani in Italia e nel Mondo, non troviamo nessuna corrispondenza.
A tutto ciò aggiungiamo il forte ritardo sull’avvio dei bandi per l’utilizzo delle risorse del PNRR nel settore trainante nel prossimo futuro, del Turismo di ritorno e delle radici, al centro delle riflessioni di tutti gli ambiti di valorizzazione culturale e di traino per la ripresa del settore. Anzi, verifichiamo una regressione che ci fa tornare indietro di 30 anni, rischiando di distruggere un lavoro di aggregazione e di comunione di intenti di cui sentiamo parlare (il caso ultimo della presentazione del presepe di Artese a Torino) ma che al tempo stesso ci lasciano cadere le braccia in segno di pieno sconforto”.