Sabato 8 gennaio 2022 – Federalberghi-Confcommercio aveva messo in guardia gli amministratori della Città di Potenza sulle ricadute “tutte negative” dell’introduzione della tassa di soggiorno, ma al di là della consultazione da parte della Commissione Consiliare competente – che l’estate scorsa ha audito il presidente provinciale Michele Tropiano – nella fase che ha preceduto l’approvazione non c’è stato alcun confronto di merito.
A sostenerlo è l’associazione degli imprenditori del settore ricettivo che aderisce a Confcommercio presentando il “dossier tassa di soggiorno”. I numeri dei posti letto e delle strutture ricettive nel capoluogo sono limitati: 39 strutture di cui 6 alberghi e 33 strutture extralberghiere (di cui 18 B&B) per un totale di poco superiore ai 1050 posti letto. Le camere in totale sono 530 (351 in albergo e 179 in altre strutture).
Il dato su cui riflettere è in particolare l’occupazione delle camere che, al 2020, si attesta intorno ad una media annua del 15% della disponibilità.
Sono numeri che per Federalberghi avrebbero dovuto scoraggiare il ricorso alla tassa invece di far diventare Potenza il 1.021esimo comune italiano (si distribuiscono per il 27,1% nel nord ovest, il 38,2% nel nord est, il 16,2% nel centro e il 18,5% nel mezzogiorno). Una cinquantina di Comuni in considerazione della pandemia ha sospeso l’applicazione.
Il calcolo dell’imposta – si precisa in una nota – non si conclude con l’individuazione del valore standard da applicare sulla base della tipologia e della categoria: occorre tener conto delle regole che ciascun comune ha fissato per determinare i periodi di applicazione, le esenzioni, le riduzioni, etc. Ad esempio, in più di un terzo delle località (35% dei comuni che applicano l’imposta) i ragazzi sino a 14 anni di età sono esentati dall’obbligo di pagare l’imposta. In altri casi l’esenzione vale fino al decimo anno (10,8% dei comuni), al dodicesimo (12,4%) o al diciottesimo (4,3%).
Il 24% dei comuni ha stabilito di non applicare l’imposta durante il periodo di bassa stagione (che ovviamente varia da comune a comune). Molti altri hanno optato per far pagare l’imposta tutto l’anno, applicando uno sconto in bassa stagione. In più del 70% dei comuni l’imposta non si applica dopo un certo periodo di permanenza. Anche in questo caso, la soglia di riferimento varia da comune a comune: in alcuni casi 5 giorni, in altri 7, in altri 21, etc. Sono inoltre previste riduzioni ed esenzioni per gli anziani, per i gruppi organizzati, per i disabili, per gli autisti, le guide e gli accompagnatori, per chi frequenta le terme, per gli studenti, per i lavoratori, per le aree periferiche.
La legge – sottolinea Federalberghi – stabilisce che il gettito dell’imposta di soggiorno è destinato a finanziare interventi in materia di turismo, ivi compresi quelli a sostegno delle strutture ricettive, nonché interventi di manutenzione, fruizione e recupero dei beni culturali ed ambientali locali, nonché dei relativi servizi pubblici locali. La genericità della previsione normativa – sottolinea il presidente Michele Tropiano – è tale da comprendere la gran parte delle attività svolte dai comuni in cui si paga l’imposta e non solo quelle strettamente connesse al turismo.
Gli introiti dell’imposta devono essere nettamente vincolati alla realizzazione di interventi in materia di turismo e di sostegno alle strutture ricettive e non servire a fare cassa. Tali interventi, vanno ben specificati, nella natura e soprattutto nella tempistica di attuazione. E’ quindi necessario che i regolamenti comunali adottino opportune garanzie volte ad assicurare il rispetto del vincolo di destinazione del gettito ed a monitorarne l’effettivo utilizzo. Su questo vigileremo per verificare come spenderà il Comune di Potenza l’incasso.
Inoltre insistiamo: il comune – conclude la nota – deve coinvolgere gli operatori, tanto nella fase di istituzione dell’imposta quanto nella fase di definizione della destinazione delle risorse e di verifica del loro impiego. L’intervento delle associazioni rappresentative delle strutture ricettive concorre ad elevare la qualità della regolamentazione, evidenziando eventuali problemi ed immettendo nel flusso decisionale informazioni sull’impatto del provvedimento.