Martedì 14 dicembre 2021 – Una trentina di autobus porteranno i lavoratori, i giovani precari e disoccupati, le donne ai margini del mercato del lavoro, i pensionati lucani giovedì 16 prossimo a Bari per partecipare alla manifestazione interregionale di Cgil e Uil in occasione dello sciopero generale contro la manovra finanziaria.
Una partecipazione organizzata dalle segreterie regionali di Cgil e Uil, di intesa con le federazioni di categoria, contingentata nel numero secondo quanto è stato deciso a livello nazionale, ma che ha il significato della testimonianza di un’intera comunità fortemente preoccupata perché, in una situazione sempre più difficile per i lavoratori e i ceti sociali più deboli dell’intero Paese, la Basilicata possa ulteriormente sprofondare nel declino. Una comunità che intende manifestare la volontà di riscatto.
“Abbiamo sempre tenuto strettamente collegati – sottolineano i segretari regionali di
Cgil Angelo Summa e di Uil Vincenzo Tortorelli – i temi nazionali di crescente disagioemarginazione sociale, sviluppo, occupazione, con quelli regionali come abbiamo
dimostrato con la manifestazione regionale di Potenza del 4 dicembre scorso.
In quell’occasione c’era anche la Cisl a condividere con noi valutazioni di insoddisfazione nei
confronti delle politiche di Governo nazionale e regionale e proposte che a distanza di due
settimane non sono cambiate e né potevano cambiare dopo l’iniqua manovra finanziaria
del Governo e la timida apertura al confronto manifestata dal Presidente Bardi.
E siamo ancora in attesa di capire come si intende declinare il Piano Strategico Regionale per
rispondere alle nostre richieste e a quelle delle nostre comunità locali”.
Cgil e Uil si interrogano sulle conseguenze, specie per il Sud e la Basilicata, della
legge di bilancio inadeguata, figlia di una vecchia logica politica, da prima repubblica, tutta
improntata a distribuire un pò di risorse a pioggia, senza affrontare la gravosa questione
irrisolta del nostro sistema economico e sociale: a partire dalle profonde diseguaglianze
sociali, frutto di anni di liberismo che hanno prodotto precarietà nei rapporti di lavoro (non
più sostenibile ed accettabile), povertà e disoccupazione giovanile e femminile.
Si legittima un sistema fiscale improntato a favorire i grandi evasori ed una intollerante ingiustizia fiscale, tradendo i principi costituzionali che sanciscono che ognuno paghi in relazione alla propria capacità di reddito.
Su questo, sul fisco – affermano Summa e Tortorelli – daremo continuità alla nostra mobilitazione, perché dal fisco e dalla redistribuzione della ricchezza si definisce equità sostanziale, giustizia sociale, adeguata istruzione ed efficiente sanità, in altre parole,
coesione e tenuta democratica del nostro paese.
Pensare di passare da 5 a 4 scaglioni fiscali significa andare nella direzione sbagliata, quella per cui chi guadagna 20 mila euro paghi la stessa aliquota di chi ne guadagna oltre 40 mila euro. Non è, altresì, piùtollerabile che le ingenti rendite finanziarie paghino ancora il 12%.
Altro che cambiamento, è legge di bilancio che, tra l’altro, – denunciano Summa e Tortorelli – va in direzione opposta ai principi del PNRR. Niente per giovani, donne e soprattutto nulla per superare il divario nord-sud.
Siamo di fronte ad una crisi politica e democratica sostenuta , purtroppo, da un sistema
dei media dominante che attacca il sindacato perché ha deciso di scioperare per dare
risposte alle tante diseguaglianze sociali che sono diventate non più tollerabili.
La nostra mobilitazione , lo sciopero generale del 16 dicembre è una prima risposta a questa politica di sistema sganciata dal paese e dai bisogni delle persone. La nostra lotta non si ferma: riforma del fisco, superamento della precarietà, lavoro per i giovani , per le donne e
riforma di un sistema previdenziale pubblico e socialmente sostenibile devono essere le
priorità.
“Per noi – dicono ancora Summa e Tortorelli – non sono una sorpresa i deludenti
risultati dell’ennesima indagine sulla qualità della vita (Il Sole 24Ore) che vedono le due
province lucane agli ultimi posti della graduatoria e sempre peggio per una serie di
indicatori che fotografano l’effettiva condizione di vita dei lucani. Anche per questo non
possiamo più aspettare annunci e buoni propositi del Governo nazionale come da parte
della Giunta Regionale. Non ci facciamo abbagliare – concludono i segretari di Cgil e Uil –
dal “canto delle sirene”