Sabato 4 dicembre 2021 – Ieri in una significativa cerimonia, le ministre del Governo Draghi hanno illustrato il disegno di legge contro la violenza sulle donne.
Ne parla in questo articolo Cristiana Coviello, avvocata per i diritti delle donne, componente dell’Osservatorio regionale violenza di genere su minori.
“Un’immagine potente quella di ieri: le ministre che insieme hanno presentato in conferenza stampa il disegno di legge contro la violenza sulle donne approvato dal Consiglio dei ministri.
Otto donne di diversa provenienza politica che, tra donne e per le donne, hanno dimostrato quanto la presenza femminile all’interno del governo e delle istituzioni possa, di fatto, cambiare l’approccio ai temi. Rendendo operativo quel bisogno di leadership di cui il Paese ha bisogno.
Un’immagine che restituisce speranza, che prova a invertire una rotta e si contrappone a quella desolante di un Parlamento vuoto, mostratasi solo qualche giorno fa.
Il disegno di legge è certamente un passo avanti nel tema della prevenzione e della protezione, come ha voluto sottolineare la ministra Cartabia.
Come sappiamo dall’inizio dell’anno sono state uccise 109 donne per per mano di un uomo legato alla vittima da una relazione affettiva. Un dato in crescita rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. La quasi totalità di queste donne aveva denunciato ma i tempi della giustizia, la mancata protezione e l’assenza di strumenti legislativi non sono riuscii ad evitare la loro morte.
Ed è proprio in quello spazio, tra la denuncia e la sentenza definitiva, che si collocano le nuove disposizioni.
Si riconosce maggiore importanza ai cosiddetti reati sentinella, ovvero quelle condotte come lesioni, percosse, minacce, violazioni di domicilio, danneggiamenti. Campanelli di allarme di reati più gravi quali maltrattamenti e stalking e per i quali è stata introdotto l’ammonimento, anche in assenza di querela, e la prevedibilità di ufficio se commessi da soggetto già ammonito.
Viene anche introdotto l’utilizzo del braccialetto elettronico connesso alle misure di allontanato dalla casa familiare e di divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalla vittima.
Il Decreto Legge estende la misura di sorveglianza speciale di pubblica sicurezza da parte delle forze dell’ordine (quelle previste dalla legge antimafia) per i soggetti indagati per i reati di violenza di genere.
Una scelta giusta, quella di non limitare la libertà delle vittime per proteggerle, ma invece di sorvegliare gli uomini violenti, come ha detto la presiedere della Commissione parlamentare di inchiesta sul Femminicidio, Valente.
Bene prevenire ma è anche necessario educare al rispetto, alla non violenza, all’affettività. Serve lavorare con le nuove generazioni, a partire dai primi anni di vita.
Ma non solo, quello che manca è il progetto per il dopo, accompagnare e sostenere le donne nella ricostruzione della vita ed in questo il reddito di libertà non può bastare”.