Mercoledì 1 dicembre 2021 – A leggere la lettera che la Consiliera di Parità della Provincia di Potenza, Liliana Guarino, ci ha inviato, c’è da rimanere basiti.
Si rimane sconvolti per quello che è accaduto ad una donna e, per di più, rappresentante di un organo istituzionale, che avrebbe meritato, prima come donna, maggior rispetto. Rispetto che non c’è stato.
Ma veniamo alla lettera, sulla quale ci riserviamo di fare qualche considerazione.
Scrive la Consigliera di Parità Liliana Guarino.
“Nella settimana delle celebrazioni per la giornata internazionale contro la violenza sulle donne ancora più forte è stato da parte di tutti e da parte degli organismi di parità la denuncia delle molteplici forme di violenza contro le donne sui luoghi di lavoro, in famiglia, nei diversi contesti sociali, violenza fisica, ma anche violenza verbale, comportamenti prevaricatori, linguaggio molesto ed ambiguo.
Questa violenza è cosi pervasiva che si annida anche dove meno te lo aspetti, l’ unica arma è denunciare per far prendere coscienza di quanto è diventata una spirale pericolosa, perché accadono delle storture inaccettabili che calpestano storie, vissuti e dignità ed è per questo che ho deciso di raccontare una storia surreale, ma che è accaduta davvero, proprio in un luogo che si rappresenta come un baluardo delle pari opportunità, un luogo che diffonde la cultura della parità.
Ho deciso di raccontare la storia di una donna, rappresentante delle istituzioni, proprio nell’ ambito della parità e della non discriminazione, ridotta a lavorare come Cenerentola nella mansarda della propria casa, perché’ la sua sede lavorativa, allocata in una struttura pubblica è occupata da circa un anno da un ente terzo che, all’epoca, a causa della normativa covid, con la scusante di una sistemazione più sicura, ma in realtà con la volontà di acquisire una postazione più confortevole e ben arredata, è stato indotto ad occupare gli uffici e ad acquisire gli arredi che la Provincia di Potenza aveva destinato, proprio come previsto dalla legge, alla Consigliera di parità.
Questa situazione, denunciata in più ambiti, ha sortito il solo effetto di un impegno a voce a trovare nuovi spazi per la risistemazione degli uffici.
E’ trascorso un anno e nessuno ha più ascoltato o provveduto a dare dignità ad un ufficio che non ha più storia e decoro, perché l’aspetto più inqualificabile di questa azione è che tutto il materiale contenuto in quegli uffici, che nel frattempo aveva anche assunto competenze e svolgeva azioni anche per i lavoratori esposti all’amianto, compresi fascicoli riservati con tanto di nome e cognome intestati a lavoratori e aziende, è completamente a soqquadro e smantellato, qualcosa giace in completo disordine sul pavimento di una stanza incustodita e alla mercè di chiunque.
Il lavoro continua tuttavia, per come è possibile con le difficoltà della situazione logistica creatasi, ma a questa situazione sgradevole si è aggiunto un vero e proprio ostruzionismo e boicottaggio delle azioni svolte dalla attuale consigliera di parità provinciale, messo in atto da coloro che dovrebbero istituzionalmente essere i tutori di un ruolo che è allocato presso la Provincia di Potenza.
Ma non basta, si è provveduto anche a fare un bando per la designazione della nuova consigliera di parità della Provincia di Potenza effettiva e supplente, uso la parola fare non a caso, perché questo bando non è stato minimamente pubblicizzato, al puno che c’è stata una sola partecipante.
Per la prima volta nella storia una istituzione che è un pubblico ufficiale, ha avuto una sola candidatura idonea anziché come il rispetto dei valori costituzionali vorrebbe, la massima partecipazione possibile, per avere il migliore profilo possibile.
Questa triste storia che calpesta la dignità di una donna, che calpesta la dignità ed il decoro di una istituzione di garanzia, che calpesta i principi fondanti della nostra costituzione è accaduta, sembra un incubo ma è realtà. Eppure celebriamo con convegni e dibatti la parità e le pari opportunità per tutti”.
Fin qui la lettera di Liliana Guarino.
Intanto qualche domanda. Chi ha autorizzato di prendere possesso dell’ufficio della Consigliera di Parità? Semmai autorizzato, considerando il modo con il quale è stato fatto, perchè nessuno è intervenuto per prendere provvedimenti?
Tra l’altro – aspetto ancora più grave – sono stati messi a soqquadro documenti riservati che potrebbero essere stati visionati.
Una situazione grave sulla quale non è stata spesa una parola: tutto bene Madama la Marchesa!
Ha ragione la Consigliera di Parità quando fa riferimento alla violenza sulle donne perchè in questo caso una donna ha subito violenza. Non fisica ma violentata nel suo ruolo, per mancanza di rispetto nei confronti di chi proprio a difesa delle donne ha speso e spende la sua vita.
“Ridotta a lavorare come una Cenerentola nella mansarda della propria casa” scrive Guarino.
Non aggiungiamo altro.
No, qualcosa da aggiungere c’è. Ci riferiamo al bando per la nomina della nuova Consigliera di Parità: una sola partecipante. Strano!