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EconomiaLavoro

Il futuro incerto di Tim mette a rischio mille posti di lavoro in Basilicata

USB - Ufficio Stampa Basilicata 29 Novembre 2021
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Lunedì 29 novembre 2021 – Si terrà domani 30 novembre, dalle 10 alle 13, in piazza Mario Pagano a Potenza, davanti la sede della Prefettura, un presidio dei lavoratori Tim della Basilicata, al fine di sensibilizzare il governo e le istituzioni su questioni che riguardano il futuro di mille lavoratori lucani e lo sviluppo della regione stessa.

I segretari regionali di SLC CGIL, FISTEL CISL, UILCOM UIL Basilicata, hanno scritto al presidente della Regione, Vito Bardi, per sollecitare la convocazione di un tavolo permanente sulle questioni della digitalizzazione della regione per lo sviluppo del territorio e la tutela della sana e buona occupazione, anche in relazione a quanto sta avvenendo a livello nazionale, in seguito all’offerta pubblica di acquisto lanciata dal fondo speculativo KKR su TIM.

In Basilicata – ricordano i segretari regionali Anna Russelli, Antonio Caruso e Giovanni Letterelli – l’azienda impiega circa 170 addetti diretti tra customer care, servizi amministrativi e tecnici, ai quali occorre aggiungere i customer care in outsourcing, le aziende che gestiscono gli appalti relativi alla manutenzione della rete e, in generale, tutti i servizi connessi, per un indotto stimato di circa 1000 lavoratori.

Preoccupa molto la posizione del Governo che – denunciano i responsabili sindacali – si limita a “osservare” con interesse la situazione. È evidente che si apre una fase molto delicata per TIM, con possibili impatti sull’occupazione che, in particolare in un territorio come quello lucano, sarebbe devastante.
TIM negli anni ha perso centinaia di addetti in Basilicata, subendo un drastico ridimensionamento del presidio territoriale ridotto ormai al minimo. Esiste, poi, una questione, altrettanto importante, legata al futuro della regione per ciò che attiene gli aspetti della connettività, della infrastrutturazione digitale e dei servizi ad essa connessi.

È evidente che il modo in cui verrà condotta l’operazione di realizzazione della rete di nuova generazione non sarà ininfluente per il futuro di una regione poco popolata, con un territorio ampio e mal connesso, che soffre di grave carenze strutturali, di una cultura digitale povera e poco diffusa, di un fenomeno accentuato di spopolamento e fuga dei giovani: una regione, insomma, decisamente “poco appetibile” per il mercato dal punto di vista degli investimenti per la realizzazione delle infrastrutture digitali e quindi dei servizi ad essa connessi.

Se si vuol superare davvero il digital divide e quindi evitare di generare o rafforzare alcune diseguaglianze, è necessaria una maggiore presenza dello Stato sul tema. L’esatto contrario del modello che il governo si appresta a intraprendere con l’emissione di “microbandi” per la realizzazione di pezzi di rete, che verranno costruiti da privati con fondi pubblici.

Per questo motivo, SLC CGIL FISTEL CISL UILCOM UIL auspicano il ritorno al progetto di rete unica: per non pregiudicare il futuro della regione e del Paese e per non rischiare gravi ripercussioni sui livelli occupazionali.

I sindacati hanno richiesto al presidente della Regione Basilicata l’apertura immediata di un tavolo permanente, al quale invitare tutti i soggetti interessati, anche al fine di ricostruire la situazione attuale del territorio rispetto alla dotazione di infrastrutture per la connettività.

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