Sabato 20 novembre 2021 – Risposta di Maurizio Bolognetti, Segretario dei Radicali Lucani, a quanto affermato stamane dal Generale Figliuolo intervenuto via web alla manifestazione nella scuola “D.Savio” di Potenza (VEDI).
“In un’atmosfera sempre più da anni ’30 del ventennio, sabato 20 novembre, sua eccellenza il generale Figliuolo ha preso la parola dal balcone della Piazza Venezia della scuola Domenico Savio di Potenza, in occasione delle celebrazioni dedicate alla Giornata Mondiale dei diritti dei bambini.
Mi chiedo – afferma Bolognetti – se coloro che hanno partecipato all’incontro sappiano che i congressi della Società Italiana di Pediatria sono stati sponsorizzati da aziende quali la Pfizer, Sanofi, GSK, Johnson & Johnson. Dalla sua Potenza il generale Figliuolo ha lanciato la campagna di vaccinazione anti-Covid rivolta agli under 12, supportato proprio dalla sopra citata SIP e dalla ola di coloro che stanno accuratamente evitando di far sapere alle mamme e ai papà che ci sono pediatri e medici che in Italia e nel mondo non concordano affatto sulla necessità di inoculare questi non vaccini ai minori.
Non so – prosegue Bolognetti – se il generale abbia annunciato la ricostituzione dell’Opera Nazionale Balilla, ma so che strumentalizzare la giornata mondiale dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza per lanciare una incauta, irresponsabile, scellerata campagna di vaccinazione rivolta agli under 12 e ai minori è stata una vergogna.
Quale guerra sta combattendo il generale Figliuolo? Si è accorto il signor generale che sta diventando egli stesso manganello di una ulteriore deriva antidemocratica e sostenitore di pericolose svolte autoritarie in materia di politiche sanitarie e non solo?
Quale guerra combatte Figliuolo, quali renitenti, quali disertori? Nel libero Stato di Freedonia, signor generale, si respira una soffocante cappa di conformismo e la scienza, venduta dalle viro-star, sta essa stessa facendosi scienza di regime.
Al gen. Figliuolo ricordo le parole pronunciate dal direttore dello Spallanzani, Francesco Vaia: “Se un bambino è sano non vedo la necessità di vaccinarlo. La solidarietà sociale da chi ha meno di dodici anni rasenta l’ideologia e il fanatismo”.
Al gen. Figliuolo e alla SIP segnalo che la Rete Sostenibilità e Salute, nel maggio scorso, ha lanciato un appello nel quale a chiare lettere si chiede una moratoria delle vaccinazioni Covid-19 ai bambini e ai minori.
Ai “colonnelli” di regime e ai caporali di giornata segnalo le parole pronunciate pochi giorni fa da Fabio Biasi, magistrato, già procuratore capo del Tribunale per i minorenni e Garante dei minori in quel di Trento: “Questo strumento comporta non soltanto inammissibili limitazioni al concreto esercizio dei diritti e delle libertà personali costituzionalmente tutelati, ma determina, a parere di molti ed anche di questo Garante, una sostanziale, grave ed estesa discriminazione tra cittadini, con l’esclusione da molte attività della civile vita quotidiana di tutti coloro che esercitano una facoltà legittima, consistente nel non sottoporre sé stessi o i loro figli minorenni ad un farmaco vaccinale sperimentale, non privo di rischi, anche gravi”.
A tutti e a me stesso ricordo le parole pronunciate il 27 aprile 2020 dalla Commissaria Onu ai Diritti Umani, Michelle Bachelet: “L’emergenza sanitaria può diventare una catastrofe per i diritti umani, i cui effetti dannosi supereranno a lungo la pandemia stessa. I governi non dovrebbero usare i poteri di emergenza come arma per mettere a tacere l’opposizione, controllare la popolazione o rimanere al potere”.
Al gen. Figliuolo dico che occorre stare molto attenti a quella scienza che si fa dogma e scienza di regime.
Penso a questa vicenda Covid, alle migliaia di vittime provocate dalla vigile attesa, alle parole perdute di quel Rasi che a maggio scorso affermava che c’erano stati errori nella standardizzazione delle cure, a questa campagna di mero terrore, ai conflitti d’interesse, alle manipolazioni e mi viene in mente – conclude Bolognetti – quel Pier Paolo Pasolini che nel 1974 scriveva: “Il coraggio intellettuale della verità e la pratica politica sono due cose inconciliabili in Italia”.